5 maggio 2020
Stati Uniti, Cina, Europa. Anche dopo la grande pandemia di coronavirus restano questi i principali attori dello scenario geopolitico mondiale che andranno ad influenzare la politica e l’industria italiana.
Lo ha evidenziato nel corso del webinar di siderweb «Nuova geografia dell’acciaio: tra globalizzazione e reshoring» il giornalista Carlo Muzzi, che ha provato a rendere evidenti i rapporti di forza in campo, in cui a dominare lo scacchiere globale sarà ancora una volta il braccio di ferro Usa-Cina.
A fronte di tutte le stime economiche che mostrano un sensibile rallentamento del mondo, in cui forse solo la Cina potrebbe avere un impatto ridotto si sviluppano «nuove sfide su problemi vecchi»
«Anche dopo la pandemia difficilmente cambierà l’atteggiamento di Donald Trump nei confronti della politica estera e commerciale – ha ribadito Muzzi -. Dobbiamo tener presente che questo è un anno di presidenziali e il motto scelto da Trump è “re-make Usa great again”. In pratica la scelta è di ottenere il successo battendo sulle stesse corde toccate nella campagna elettorale precedente. Per questo gli Usa hanno riavviato quella che viene chiamata la "trappola di Tucidide" nei confronti della Cina, vale a dire partire all’attacco dell’avversario per poi costringerlo a trattare. Ed è evidente con la campagna dove si punta alla responsabilità diretta di sperimentazioni cinesi alla base dell’epidemia di Covid-19. Un atteggiamento su cui si innesterà un nuovo protezionismo, con cui ancora una volta anche l’Europa dovrà confrontarsi».
Pechino però non sta a guardare ed infatti replica agli Stati Uniti provando ad applicare a sua volta la trappola di Tucidide nei confronti degli Usa, ma con un occhio all’Ue dove la Cina prova ad entrare.
«È evidente che il colosso asiatico ha provato ad entrare in Europa tramite la tecnologia, il 5G ad esempio, oppure la politica della nuova via della seta – ha ribadito il giornalista -. Senza dimenticare poi la possibile acquisizione di realtà cinesi di aziende europee particolarmente strategiche sul fronte tecnologico».
Oltre che le minacce esterne però l’Europa deve fronteggiare anche eventuali incrinature dal punto di vista interno come ha reso evidente il recente dibattito sugli strumenti di sostegno all’economia.
«Forse la sfida principale dell’Europa è quella rappresentata dallo scontro tra quelli che si definiscono i Paesi Frugali contro i Paesi della Coesione guidati dall’Italia - ha spiegato Muzzi-. È un confronto tra due visioni dell’Ue, la prima in cui l’Unione deve solo garantire la stabilità finanziaria della macro area, mentre la seconda che invece ritiene che debba essere anche garantito un supporto alla crescita e non solo regole finanziarie. Un confronto che però ha in certi casi anche rischiato di arrivare ad una spaccatura nel mercato unico. Uno scenario che di fatto ha costretto la Germania a cercare un punto di mediazione. Un territorio molto ostico in cui Roma è riuscita a muoversi senza arrivare allo strappo».
Mediazione che per l’Italia dovrebbe tradursi in una serie di strumenti di supporto che il nostro Paese dovrà sfruttare in toto per poter supportare il bilancio senza far esplodere il debito.
«Debito con cui dovremo confrontarci prima o poi, anche se i sistemi di supporto potrebbero far ulteriormente slittare questo confronto, anche se non lo potremo procrastinare all’infinito – ha aggiunto Muzzi –. Non dobbiamo infine dimenticare che sul fronte internazionale ci verrà probabilmente chiesto conto anche della nostra vicinanza alla Cina. È evidente che una forza politica di maggioranza abbia rapporti preferenziali con Pechino. Questo però dovrà confrontarsi prima o poi con la nostra appartenenza all’alleanza atlantica, con Trump che ha dimostrato più volte di proporre un modello in cui sovrappone alleanze politiche ad alleanze economiche».
Per consultare le slides proposte da Carlo Muzzi nel corso del webinar, basta cliccare sull'icona
7 febbraio 2025
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