Scopri
Siderweb
Prova Gratuita 
I nostri video

L'angolo di Carlini

Seppelliti dall’ottimismo

 

 

La recente rilevazione ISTAT, sullo sviluppo del PIL italiano in arretramento del 0,1%, ha innestato tante/troppe polemiche tra coloro che artificialmente spingono sull’ottimismo e i realisti. Chi ha ragione? Non si sa, perché in un’approfondita analisi pare che entrambi abbiano torto. Il problema non è se il Paese vada bene o male, ma quali siano le cause della crisi.

Esaminando la vicenda:

a)      Com’è noto: il mercato per le imprese s’articola tra interno ed internazionale;

b)      Indicativamente in dottrina s’afferma che il 60% del fatturato dovrebbe essere dedicato al mercato domestico e il resto esportato, lasciando ampi spazi agli accomodamenti;

c)      la crisi, che si è aperta nel 2008, incide soprattutto sull’importante ridimensionamento della domanda interna;

d)     il mercato domestico cala per 2 motivi. Il primo e il più importante è per l’effettiva riduzione della ricchezza degli italiani, causa disoccupazione e un eccessivo carico fiscale. Il secondo dipende dal pessimismo sul futuro che frena la spesa;

e)      per lottare contro il pessimismo è stata lanciata un’importante ottimistica campagna di stampa dove ogni rondine fa primavera, senza analizzare l’effettiva realtà che resta preda di alcuni partiti politici, molto aggressivi, che non sanno però andare oltre la denuncia del malessere nazionale;

Quanto qui esposto è oggettivo.

Il soggettivo interviene sulle soluzioni:

a)      una cospicua parte della politica (ma non si sa quanto nel Paese reale) pensa che per risolvere la crisi in atto, servano le riforme come l’abolizione del Senato, l’aumento di 80 euro in busta paga a una parte minoritaria degli elettori e rivedere le regole, ma non il costo del lavoro;

b)      un altro settore della politica (anch’essa particolarmente vivace) ritiene che smontare lo Stato, più che riformarlo, sia saggio.

In mezzo a queste due visioni ci sono oltre 3 milioni d’italiani disoccupati e sui giovani la percentuale dei senza lavoro è intorno al 43%. In tutta onestà, sentendomi più italiano che della fazione A o di quella B, osservando e studiando quanto pensato e realizzato negli Usa dal febbraio 2012 (200mila nuovi occupati) e ora in corso di sviluppo in Gran Bretagna, la soluzione ruota intorno ai processi di reshoring. Il concetto è noto e riportato in queste colonne molte/troppe volte. Nonostante ciò, in Italia resta sconosciuto.

Cosa significa reshoring:

a)      una politica pubblica d’aperta e convinta agevolazione alle imprese manifatturiere, affinché si localizzino sul territorio nazionale con zero costi d’urbanizzazione, forti agevolazioni alla costruzione o affitto di capannoni industriali e abbassamento del costo del lavoro ricevendo ulteriori incentivi come alla ricerca e sviluppo;

b)      l’iniziativa dev’essere sia nazionale che soprattutto locale. Addirittura si può pensare al rinvio del pagamento delle tasse o alla loro sospensione per i primi anni, a patto che si assumano persone da una certa soglia in poi. In pratica per 25 operai assunti il Texas o l’amministrazione di Detroit, offre una riduzione o l’azzeramento delle tasse locali;

c)      quest’iniziativa è rivolta alle imprese nazionali che avevano precedentemente delocalizzato.

Analisi critica:

Le procedure di reshoring, in realtà, sono già applicate a danno dell’Italia dall’Austria e dalla Slovenia. Inoltre va distinta la motivazione alla delocalizzazione tra:

a)      chi produce all’estero per quel mercato straniero che l’accoglie (in questo caso l’iniziativa è lodevole e da premiare, favorendone la sinergia con altre aziende – concetto di distretto industriale situato all’estero e sostenuto dall’Italia)

b)      chi produce all’estero per re-importare il prodotto o parte di esso nel nostro paese (che è da scoraggiare con dazi e una tassazione importante al fine di ripagare la Nazione per il danno sociale arrecato in termini di disoccupazione)

L’assordante silenzio della sostanza

Inutile riconoscere che su questi temi nessuno si sia mai misurato nel nostro paese, pur sapendo che l’elemento principale della crisi è il lavoro o meglio la sua assenza. Dalla carenza di stabilità lavorativa, si è entrati in un’era di precarietà, che comporta un ritardato ingresso nel mondo lavorativo per i giovani, loro coabitazione con i genitori, ritardo nei matrimoni, nascita dei figli in età più adulta e quindi meno pazienza e forze da dedicare alle nuove generazioni e infine, ma non ultimo, il dramma del non lavoro per i cinquantenni disoccupati, ancora nel pieno della loro capacità di produrre idee e concetti.

Chi è disposto a metterci la faccia su questi temi che esprimono l’essenza della problematica nazionale?

 data-mce-src=

 

Le rubriche precedenti

 

 data-mce-src= L'angolo di Carlini  
Perchè l'economia Usa risponde agli stimoli e quella italiana no?
 data-mce-src=

L'angolo di Carlini 
Il presidente Obama sta raccogliendo il dividendo da reshoring

 data-mce-src=

L'angolo di Carlini  
Chi non ha ancora definito la sua politica commerciale a gennaio inoltrato?

 data-mce-src=

L'angolo di Carlini 
La distribuzione del costo del personale tra produzione e la branca amministrativa/vendita-direzione nelle imprese siderurgiche

 data-mce-src=

 

L'angolo di Carlini 
La proporzione tra personale in produzione e negli uffici

 

 data-mce-src=

L'angolo di Carlini 
Come valorizzare il personale 

 data-mce-src=

L'angolo di Carlini 
Criteri di valutazione del personale in un reparto di produzione presso un'impresa manifatturiera

 data-mce-src=

L'angolo di Carlini 
Incongruenze

 data-mce-src=

L'angolo di Carlini 
Quant’è pericoloso il complesso d’inferiorità

 data-mce-src=

L'angolo di Carlini  
1914-2014: non facciamoci impressionare! Considerazioni di politica internazionale

 data-mce-src=

L'angolo di Carlini  
Il rovesciamento

 data-mce-src=

 

L'angolo di Carlini 
L'imprenditore ostaggio

 data-mce-src=

L'angolo di Carlini 
Internazionalizzazione, i costi. Criteri e metodi di ricerca

 data-mce-src=

L'angolo di Carlini 
Il fallimento ce l'hai cucito sulla pelle

 data-mce-src=

L'angolo di Carlini 
La crisi di un sistema sociale: la responsabilità nell'irresponsabilità

 data-mce-src=

L'angolo di Carlini 
Gestire trasmettendo paura al personale 

 data-mce-src=

L'angolo di Carlini 
A.A.A. superskillato in 30 giorni invia 735 curriculum aspettando un lavoro

 data-mce-src=

L'angolo di Carlini
Gli imprenditori? Terribilmente frettolosi

 data-mce-src=

L'angolo di Carlini
Assumo un apprendista, gli insegno il lavoro per 1 anno e proseguirà i successivi 40 nella stessa mansione


«Due parole con il professore»

Si può contare sul mercato dell'auto per una ripresa dei consumi siderurgici?

di Carlo Mapelli

«Oikos Nomos»

Le elezioni europee: che scenari si aprono sulla politica industriale dei Paesi dell'Unione?

di Gianfranco Tosini

L'editoriale di Emanuele Morandi

Industria & Acciaio 2030: l’arte di far accadere cose nuove

di

«La strada Ferrata»

«L'acciaio può essere software?»

di Rino Ferrata

«Dire, fare, comunicare»

Così le istituzioni non parlano alle imprese

di Elia Zamboni

«Dove corre la corrente»

«Cogliamo con coraggio le opportunità dei mercati»

di Claudio Enriquez

«Exponiamoci»

«Albero della vita – una sfida ai modelli consolidati di business»

di Giancarlo Turati

«Business senza confini»

Una terapia d'urto per il sistema industriale italiano

di Giuliano Noci

«Twitta che ti passa»

«Come importare una strategia di sociale media marketing. Qualche consiglio per iniziare»

di Michele Rinaldi
Altre News

Lascia un Commento



“Non è l'azienda che paga i salari. L'azienda semplicemente maneggia il denaro. È il cliente che paga i salari”

Henry Ford

DOSSIER

Dossier

Futura Expo 2023

Acciaio ancora protagonista di sostenibilità

ARTICOLI SIMILI

«Due parole con il professore»

Si può contare sul mercato dell'auto per una ripresa dei consumi siderurgici?

di Carlo Mapelli

«Oikos Nomos»

Le elezioni europee: che scenari si aprono sulla politica industriale dei Paesi dell'Unione?

di Gianfranco Tosini

L'editoriale di Emanuele Morandi

Industria & Acciaio 2030: l’arte di far accadere cose nuove

di

«La strada Ferrata»

«L'acciaio può essere software?»

di Rino Ferrata

«Dire, fare, comunicare»

Così le istituzioni non parlano alle imprese

di Elia Zamboni
Altre News

MERCATI

SPECIALI

Speciali

Speciale Congiuntura 2023

Produzione, commercio, prezzi: le analisi dei dati e dell'andamento dell'acciaio nel 2023 a cura dell'Ufficio Studi siderweb.

Altri Speciali

Riciclo imballaggi

RICREA: «Superato approccio ideologico della normativa imballaggi Ue»
A cura di Federico Fusca

RICREA: «Superato approccio ideologico della normativa imballaggi Ue»

Una sola richiesta: «Uniformare i sistemi di calcolo delle quantità riciclate per raggiungere i target comuni»