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«Albero della vita – una sfida ai modelli consolidati di business»

15 gennaio 2014, cortile del Quirinale Roma, visita alla mostra su Padiglione Italia con il comitato tecnico per EXPO 2015 di Confindustria: incrocio lo sguardo di Diana Bracco, vicepresidente di Confindustria e Commissario speciale per il Padiglione Italia…”Turati, si ricorda l’albero?”. No panic!
Punto uno: “Cacchio, come fa a ricordarsi il mio nome”
Punto due: ”Si è ricordata del discorso fatto a luglio con Made in Steel, quando si parlò di fornire l’acciaio per la costruzione dell’albero della vita, icona di EXPO ideata dalla mente di Marco Balich, passata nel cesto delle idee scartate, adesso che gli dico?”. La faccio breve: nel giro di 36 ore, la questione che sembrava archiviata è ritornata prepotentemente in auge ed è diventata un problema da risolvere in fretta, perché nel frattempo  la dott.ssa Bracco aveva fatto la stessa domanda al Presidente Bonometti (Presidente dell'Associazione Industriale Bresciana e presidente di OMR) il quale aveva risposto con un “no problem…”. Veniamo al dunque, l’albero della vita vorrebbe rappresentare la conclusione del racconto che il concept di Padiglione Italia ha elaborato attraverso la teoria del Vivaio. Tutto il padiglione italiano sarà ispirato a questo concetto ed il cammino ideale che percorrerà il visitatore si concluderà proprio con l’esplosione di creatività e fantasia rappresentata dall’albero e dai suoi fantasmagorici effetti speciali. In questo modo si chiuderà il cerchio e cioè il seme piantato simbolicamente all’ingresso di Expo, attraverso il racconto ed il viaggio emozionale di tutto EXPO ed in particolare del Padiglione Italia, troverà terreno fertile all’interno del nido (Palazzo Italia) e poi germoglierà idealmente nella raffigurazione dell’albero. L’albero, che si è ispirato al disegno di Michelangelo del pavimento della piazza del Campidoglio a Roma, è alto circa 40 metri ed è una costruzione densa di tecnologia con una nervatura interna di acciaio e una corteccia esterna di legno lamellare. Una cosa complicata sia dal punto di vista strutturale che realizzativo…si pensi che per farlo funzionare servono due megawatt di energia… Torniamo a noi, il pensiero è stato: “Se l’albero rappresenterà l’icona di EXPO, destinato a rimanere anche dopo Expo, e tutti lo ammireranno e assisteranno ad uno dei dodici spettacoli giornalieri emozionandosi profondamente, la “cosa” si stamperà nella loro mente e va a finire che sarà la cosa che ricorderanno di più di EXPO. Se la “cosa” la realizza il Sistema Bresciano sarà facile formulare il pensiero: visto cosa riusciamo a realizzare quando ci mettiamo insieme noi bresciani? Questo pensiero  potrebbe attraversare la mente di circa 20 milioni di visitatori, ma soprattutto verrà portato a conoscenza di 149 delegazioni straniere permanentemente presenti ad expo per sei mesi da maggio a novembre 2014. Potrebbe rappresentare quindi il simbolo anche della capacità tipicamente bresciana del saper fare che, coniugata con i progetti in corso per l’EXPO made in Brescia e con tutte le iniziative che ATS ha in corpo, potrebbe innestarsi anch’esso nel concetto di progresso del sistema territoriale ed economico bresciano, in quest’ottica l’albero rappresenterebbe l’orgoglio bresciano a tutto tondo. Ne è nata una sfida tipicamente Bresciana, l’albero non solo lo facciamo noi, ma lo regaliamo, formiamo un rete d’impresa che chiamiamo “Orgoglio Brescia” e diamo una scossa al nostro sistema. Il modello è semplice: servono imprese capaci di lavorare l’acciaio, metterlo insieme e montarlo; servono imprese capaci di lavorare il legno e realizzare una struttura complessa, servono imprese capaci di realizzare impianti tecnologici, facciate “attive” e tanto altro. Serve una Banca che ci supporti per l’impatto finanziario (è prevista una spesa di 3 milioni di euro) e un’idea di ritorno dell’investimento capace di riportare in cassa il costo dell’opera attraverso la gestione dell’immagine dell’albero che verrà sicuramente raffigurata su innumerevoli gadget e oggetti. Detto, fatto. Quella che sembrava  una “mission impossible” grazie alla voglia di superare la crisi delle aziende bresciane è diventata una concreta opzione di progetto. Allo stato attuale delle cose ci sono due gruppi di lavoro che stanno collaborando attivamente: uno progettuale misto (imprese, ideatori) sulla parte strutturale e impiantistica; ed uno organizzativo/amministrativo per valutare la forma giuridica corretta per portare a termine l’impresa. Ma che entusiasma è lo spirito che anima i protagonisti, la voglia di mettersi in gioco e di provare a cambiare l’approccio, la volontà di realizzare qualcosa di unico nel suo genere e la grandissima competenza delle nostre imprese (che ha fortemente impressionato gli ingegneri e architetti di Marco Balich). Ora non possiamo "dire gatto finché non sarà nel sacco", tuttavia l’albero della vita rappresenta una bellissima esperienza ed un bellissimo laboratorio dove sperimentare nuove e inesplorate frontiere del fare impresa insieme: uniti per vincere, recita lo slogan di AIB. Mai così attuale e veritiero.

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Coordinatore gruppo di lavoro AIB EXPO 2015

 

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«Non guardiamo a quello che EXPO può fare per noi, ma ciò che noi potremo fare per EXPO»
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