23 giugno 2020
Risparmio energetico nel processo siderurgico, certo, ma anche vantaggi ambientali: le innovazioni che sono ormai ben oltre la fase di sperimentazione, ma hanno raggiunto livelli di applicabilità elevati, sono stati tra i temi affrontati da Antonello Mordeglia, presidente di Danieli Automation, sollecitato dal direttore generale di siderweb Lucio Dall’Angelo, nel corso del webinar di stamattina “L’acciaio tra Green New Deal e innovazione”.
«Quello siderurgico – ha spiegato Mordeglia – è certamente un ambiente tecnologicamente avanzato, direi nel mondo e non certo solo in Italia, nel quale però non è facile proporre elementi innovativi come quelli rappresentati dai nostri Q-ONE e dal Q-JENIUS, focalizzati sull’ottimizzazione dell’uso di energia negli impianti».
Un ambiente, insomma, dove «convincere ad apportare delle modifiche molto importanti, anche quando se ne dimostra l’utilità in modo inequivocabile, è talvolta complicato», ma non per questo in Danieli Automation si rallenta lo sviluppo di queste tecnologie, anzi.
«In futuro – ha chiarito il presidente – fare ricorso a queste soluzioni sarà inevitabile ed il passaggio che porterà al loro utilizzo in maniera massiccia sarà irreversibile. Per questo il nostro lavoro prosegue con la stessa fiducia».
Un tema importante, affrontato con Antonello Mordeglia, è stato quello del possibile utilizzo futuro dell’idrogeno nei processi produttivi della filiera siderurgica: «La tecnologia c’è – ha spiegato – ed oggi il suo costo di produzione, vista la diminuzione di quello dei pannelli fotovoltaici, inizia ad essere abbastanza competitivo». Senza dimenticare che «con i costanti e rapidi progressi della tecnologia, presto lo si potrà abbassare ulteriormente, rendendolo sempre più appetibile».
Tanto che «il prezzo finale dell’acciaio prodotto non sarà lontano da quello attuale, ma le aziende dovranno considerare i vantaggi, anche economici, derivanti dal fatto che saranno in grado di ridurre in maniera drastica l’emissione di sostanze inquinanti».
Un passaggio, a questo proposito, ha riguardato la possibilità che anche in un sito di grandi dimensioni come quello di Taranto si possa arrivare all’uso di questa fonte energetica: «Quella è una realtà caratterizzata da un enorme fabbisogno energetico – ha detto Mordeglia – ed occorrerà un apparato di generazione di idrogeno di grandi dimensioni, ma lo si potrebbe realizzare per fasi e riuscire a fare in Italia un impianto interamente green sarebbe un risultato eccezionale ed un grande motivo di orgoglio».
Dei dettagli relativi alle tecnologie su cui sta lavorando Danieli Automation, hanno invece parlato Luca Faralli, responsabile Green Steel e Francesco Fabris, responsabile del Sistema di gestione di energia in impianto.
«Quelli che stiamo perfezionando – ha detto Faralli – sono sistemi di efficientamento e riduzione dei consumi nel processo produttivo dell’acciaio, ma anche finalizzati alla fornitura di energia a basso costo con una forte riduzione delle emissioni inquinanti, così da evitare, alle imprese che li utilizzano, di incorrere in quella carbon tax la cui introduzione ci aspettiamo a breve».
Parlando della tecnologia Q-ONE, il responsabile Green Steel di Danieli Automation ha spiegato che si tratta di «un impianto, posto al centro della rete energetica aziendale, che utilizza fonti tradizionali e rinnovabili, ma che è votato anche al recupero dell’energia che scaturisce dal processo produttivo e per il quale è possibile implementare sistemi di accumulo. Senza trascurare lo studio sugli impianti per la produzione di idrogeno, a sua volta da utilizzare subito o da immagazzinare». Il tutto, infatti, è controllato «da un’intelligenza artificiale che coordina il sistema».
Tra i vantaggi dell’utilizzo della tecnologia Q-ONE, Faralli ha indicato quella di essere «una soluzione modulare e scalabile in funzione dell’utilizzo e immediatamente implementabile, con una semplificazione del progetto e la riduzione di componenti tradizionali», oltre «alla possibile installazione in reti deboli, l’eliminazione di controindicazioni tradizionali ed una manutenzione semplificata».
Per consultare le slides presentate da Luca Faralli, cliccare sull’icona
Francesco Fabris, invece, ha parlato della tecnologia Q-JENIUS, «che mettendo in collegamento diretto il generatore di energia e l’impianto utilizzatore offre la possibilità di dosaggio e riduzione del prelievo dalla rete, con calo delle “cadute” e gestione del picco di potenza. Oltre che prevedere il possibile accumulo, durante le fermate, anche con l’utilizzo di sistemi di batterie come quelle utilizzate negli autoveicoli. Il tutto, poi, caratterizzato da una forte riduzione di emissione di CO2».
Ma il responsabile del Sistema di gestione di energia in impianto, è andato anche oltre, illustrando l’evoluzione Q3-JENIUS, che permette la «gestone dinamica delle energie», visto che «sulla base del piano di produzione il sistema organizza il piano energetico, decidendo quanta energia autoprodotta utilizzare e quanta prelevarne dalla rete».
Con l’obiettivo di «dotare il piano di produzione di una dimensione energetica, anche analizzando i dati storici di fabbisogno energetico e del mix di produzione, anche con l’ausilio di Q3-DEMS, che monitorizza l’intero sistema e ottimizza il tutto».
Per consultare le slides presentate da Francesco Fabris, cliccare sull’icona
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