26 maggio 2020
Sostenibilità è guardare al domani. Riducendo il proprio impatto sull’ambiente e sulla vita sociale, certo, ma è anche pensare al benessere dei propri dipendenti, in ogni scenario: sia in una fase espansiva, che in un possibile futuro riposizionamento. Lo sanno bene in Copan, azienda bresciana a conduzione familiare, principale produttrice al mondo di sistemi di prelievo e conservazione per la microbiologia (anche dei “tamponi” per la ricerca del Covid-19). «Non abbiamo intenzione di scadere in un modello che sfrutta in modo estemporaneo chi lavora con noi - ha detto Giorgio Triva, Strategic Project Manager di Copan -. La nostra è un’azienda giovane, l’età media è di 32 anni, ed è un progetto strategico quello di continuare a valorizzare il capitale umano, anche al il termine del tradizionale percorso lavorativo».
Durante il webinar di questa mattina “La filiera dell’acciaio e il mondo green - I protagonisti si raccontano”, organizzato da siderweb in collaborazione con il consorzio Ricrea, Triva ha illustrato quali siano le strategie adottate in Copan per far sì che «le nostre persone si possano emancipare», e cioè «delegare, responsabilizzare, dare loro uno scopo da perseguire». Presupposto è che «vivano con tranquillità la permanenza sul luogo di lavoro». Da qui, l’individuazione di Key Performance Indicator «mirati a favorire la collaborazione tra le persone»; poi «welfare e bonus consistenti vincolati a premi di produttività»; e ancora «un asilo nido interno che lavora su turni, dalle 6 alle 22, con costi significativamente più bassi allo standard privato» ha illustrato Triva. Va sottolineato che la maggior parte del personale di Copan è femminile.
Non si può dire lo stesso di ORI Martin, acciaieria che un'altra leva sta manovrando per potenziare la propria sostenibilità. L'impianto produttivo sorge nel cuore del quartiere San Bartolomeo di Brescia e – proprio per questo - il gruppo da anni vive questo paramento operativo come «stimolo alla crescita e alla convivenza con il territorio». Roberto de Miranda, membro del comitato esecutivo ORI Martin, nel proprio intervento al webinar ha elencato gli investimenti sostenuti per ridurre il proprio impatto sull’ambiente: I-Recovery e Heatleap, impianti che permettono di recuperare il calore generato dall’acciaieria e di trasferirlo al teleriscaldamento della città; il contratto PPA per l’acquisto di energia da fonti rinnovabili, arrivata ad almeno il 10% del totale usato dagli impianti.
Le sfide per essere sostenibili, per il produttore di acciai speciali per l’automotive, sono passate anche per «la riduzione del consumo di acqua (oggi le ricicliamo il 97%), delle polveri sottili, della Co2, dei rifiuti. I nostri parametri – ha sottolineato De Miranda – sono sotto controllo e abbondantemente sotto i limiti delle normative. Oltre 4 milioni di euro all’anno in ultimi 5 anni sono andati in investimenti ambientali, poco meno del 30% del nostro Capex annuale». Un paramento, quello della sostenibilità ambientale, che diventa anche commerciale-finanziario: «Non dimentichiamo – ha detto de Miranda – che tanti fondi di investimento prendono in considerazione questi criteri».
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