2 aprile 2020
Le parole pronunciate ieri sera dal premier Giuseppe Conte – «non siamo nella condizione di poter allentare le misure restrittive e alleviare i disagi» – che ha firmato il nuovo Dpcm che proroga i blocchi fino al 13 aprile, devono avere avuto il sapore amaro della delusione per Massimiliano Burelli, amministratore delegato di Acciai Speciali Terni, che poche ore prima, rispondendo alle domande di siderweb, aveva detto: «Dobbiamo aspettare per valutare cosa succederà nelle prossime ore, ovvero se ci sarà data la possibilità di ripartire o meno per decreto» .
Ma il presidente del consiglio non ha lasciato spazio a grandi speranze: «Non siamo nelle condizioni di dire che il 14 aprile allenteremo le misure. Quando gli esperti ce lo diranno – ha detto Conte – entreremo nella fase 2 di allentamento graduale per poi passare alla fase 3 di uscita dall'emergenza, della ricostruzione, del rilancio».
Dottor Burelli, quali rischi correte in Acciai Speciali Terni in caso di fermata prolungata?
La nostra preoccupazione è che il settore dell'acciaio in Italia oggi è fermo al 95%, mentre in altri Paesi d'Europa la produzione va avanti. Una volta finita l'emergenza, la siderurgia italiana potrebbe ritrovarsi priva di quote importanti di mercato, acquisito dalle aziende che hanno continuato a produrre. Il nostro appello al governo è di tenere conto del contesto europeo prima di assumere qualunque decisione che possa danneggiarci seriamente. È fondamentale tutelare i lavoratori e le imprese italiane, per non perdere quote importanti di mercato.
È importante considerare che le filiere sono molto più intrecciate di quanto si potrebbe immaginare: le acciaierie ad esempio riforniscono anche aziende che producono materiali utili all'emergenza sanitaria, come i letti per la degenza ospedaliera, le bombole d'ossigeno e diversi altri macchinari e dispositivi medici.
In quanto tempo e con quali potenzialità sareste in grado di ripartire?
Noi siamo pronti da subito, perché fin dall’inizio di questa emergenza ci siamo impegnati per garantire la sicurezza dei lavoratori, adottando tutte le misure necessarie e tutti gli strumenti igienici e sanitari utili per contrastare il virus. Come ultima iniziativa stiamo installando presso le principali vie di accesso alla fabbrica un sistema di telecamere “body temperature detection”, in grado di effettuare una precisa analisi della temperatura corporea su chiunque faccia ingresso nello stabilimento
Qual è la posizione dei sindacati?
Non abbiamo mai interrotto il confronto, anche in questi giorni e confidiamo che le ragioni che spingono l’azienda a ripartire, siano condivise e sostenute da tutte le organizzazioni sindacali -
E la posizione di thyssenkrupp invece?
Quella riassunta in un messaggio della Ceo del gruppo Martina Merz inviato ieri a tutti i dipendenti. Al momento ci sono due chiare priorità: proteggere le persone e tutelare il futuro del nostro lavoro. In quest'ordine, rimanendo lucidi e agendo in modo rapido e pragmatico. Da settimane, diversi team di crisi di thyssenkrupp si riuniscono ogni giorno per discutere la situazione e determinare quali siano le reazioni concrete necessarie. Ad oggi sono state rafforzate notevolmente le misure igieniche in tutte le sedi e più di 30.000 dipendenti lavorano attualmente dalle proprie case, grazie all’impegno dell'IT che ha creato i prerequisiti tecnici in brevissimo tempo. Ma ad oggi, all’interno della nostra BA Material Services, siamo l’unico stabilimento fermo.
17 marzo 2025
Ogni settimana l'analisi di domanda, offerta e prezzo dell'acciaio sulla piazza commerciale italiana.
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