3 dicembre 2020
Duecentocinquantanove aziende analizzate, per un fatturato di quasi 10 miliardi di euro nel 2019. Questi i numeri dell’analisi compiuta da Stefano Ferrari (Ufficio Studi di siderweb) sulle performance dei bilanci delle imprese del Triveneto (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige) l’anno scorso e illustrata nel corso del webinar di stamattina – «Il nord-est siderurgico: tra seconda ondata e ripartenza» – ultimo appuntamento con “Bilanci d’Acciaio” 2020.
«L’area – ha spiegato Ferrari – vanta il 15,8% del totale delle imprese italiane del settore e genera il 18,2% del fatturato. Ne deriva che la dimensione media delle imprese nel Triveneto è maggiore che nel resto d’Italia, con 38 milioni di fatturato contro i 33 della media nazionale».
L’andamento del 2019, in termini di redditività, non è certo stato brillante per le società dell’area, con una contrazione del 4,7% del fatturato rispetto al 2018, del 3,1% del valore aggiunto, del 12% dell’Ebitda e del 28% del risultato netto.
«Rispetto all’Italia, il nord-est fa meglio per fatturato e valore aggiunto – ha spiegato Stefano Ferrari – mentre la riduzione dell’utile è superiore alla media nazionale». Entrando nel dettaglio dei singoli comparti in cui il campione è stato suddiviso (produzione, centri servizio, distribuzione di acciaio, taglio lamiera e commercio rottame), invece, il settore che ha tenuto meglio è quello dei centri servizio, mentre quello più in difficoltà è quello del rottame.
Dal punto di vista dell’indebitamento «la situazione mostra segnali di miglioramento per tutti i segmenti presi in esame ed è mediamente più sostenibile rispetto al resto d’Italia» ed il patrimonio netto «è cresciuto tra il 2018 ed il 2019». Da monitorare, invece, il costo del lavoro «la cui incidenza sul valore aggiunto è cresciuta nel 2019 ed è mediamente di tre punti superiore al resto d’Italia».
«Il Triveneto, così come il settore nel suo complesso, sono reduci da un anno non entusiasmante dal punto di vista della redditività – conclude Ferrari -. Sicuramente, con un 2020 difficile e un 2021 che potrebbe concludersi su valori inferiori al 2019, sono segnali positivi, invece, la diminuzione dei debiti ed il rafforzamento patrimoniale».
Per consultare la presentazione di Stefano Ferrari basta cliccare sull'icona
17 marzo 2025
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