26 novembre 2020
Il 2020 è stato un anno di rivoluzione anche per le assicurazioni del credito. Lo ha ribadito il Chief underwriting officer di COFACE Italia Pietro Vargiu nel corso dell’evento digitale siderweb “Acciaio del centro-sud: un futuro da reinventare”.
Vargiu ha evidenziato come i cambiamenti si siano resi necessari proprio per la diversa natura della crisi vissuta quest’anno.
«Quella del 2020 è stata una crisi molto diversa da quelle precedenti - ha spiegato -, che colpivano innanzitutto le aziende in difficoltà. Quella di quest’anno è stata invece una crisi esogena che ha colpito anche le aziende ben posizionate. Una crisi su cui sono intervenuti anche fattori esterni come gli interventi diversi dei vari Paesi. Ad esempio in Italia si è lavorato di più sulla mediazione con clienti con cui non si vuole perdere la relazione. Negli Stati Uniti invece non è stato così e vi sono ben 3.600 procedure concorsuali di entità superiore al miliardo di dollari. Da questo abbiamo avuto uno scostamento dei sinistri dal mercato domestico al mercato estero in termini sia numerici che di entità».
Un elemento che ha portato a smontare l’assunto emerso in passato e cioè che le esposizioni verso clienti stranieri fossero più “sicure” rispetto a quelle del mercato domestico.
«Rispetto a situazioni di crisi precedenti il settore dei metalli non ci sta facendo particolarmente soffrire, anche se di fatto ci sono pochi casi ma la cui entità è superiore alla media, con un aggravamento dei sinistri inferiore alle attese e tra l’altro con un’omogeneità di distribuzione a livello territoriale. Un quadro positivo anche dovuto ad un miglior reperimento delle informazioni necessarie per la realizzazione dei profili di rischio. In passato ci si basava sui bilanci o poco più, ora i bilanci sono solo una “gamba del tavolo” e si combinano con informazioni aperte, confidenziali dato che i clienti sono più disposti al confronto e a condividere anche specifiche e modalità di pagamento dei clienti. Credo però che nel 2021 avremo maggiori difficoltà di lettura e di stesura del portafoglio di rischio. Già ad oggi ho dati in peggioramento ma rischi bassi perché le aziende stanno continuando a pagare. Per cui ci aspetta un grande lavoro interno e con studi trasversali».
Un lavoro nuovo che dovrà anche tener conto di ulteriori fenomeni condizionati dall’evoluzione del mercato nazionale e internazionale.
«La nostra politica in senso generale non è cambiata, sono emersi però due ulteriori fenomeni; il primo è il mancato utilizzo di alcuni fidi da parte delle aziende, e la richiesta dei clienti per avere fidi nuovi su debitori mai serviti prima. Comunque il nostro lavoro non cambierà, noi dobbiamo valutare i debitori uno per uno. Mi aspetto comunque che dalla metà del 2021 tra vaccini e miglioramenti tecnici la pandemia andrà un po’ a scemare e questo dovrebbe riportare il sistema economico verso rapporti commerciali anche con l’estero più normali».
Per il Chief underwriting officer COFACE, infine, il settore dei metalli dovrebbe comunque risultare tra quelli vincenti nel 2021 dal momento che ci si attende che diversi acquisti di beni siano stati posticipati a periodi di maggior stabilità come dovrebbe essere il prossimo anno.
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