12 maggio 2020
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La scelta, per questa nova proposta, è quella di stare sull’attualità ed in particolare su quello che è stato ribattezzato "Decreto Rilancio" in approvazione proprio in queste ore.
Un provvedimento che dovrebbe comprendere numerose iniziative anche per supportare le imprese in questa complicata fase di ripartenza e non solo, dal momento che dovrebbe accompagnare il Paese per tutto il 2020.
Protagonista è stato Enzo De Fusco, consulente del lavoro e socio fondatore di DE FUSCO & PARTNERS, che ha rimarcato pregi e difetti del provvedimento che nel suo complesso ritiene comunque non risolutivo delle attuali problematiche che il Paese e le sue imprese stanno affrontando.
«Questo decreto non ci farà svoltare – ha ribadito De Fusco -, almeno fino a quando non si riuscirà a snellire la burocrazia che si frappone tra i princìpi con cui il Governo vara un provvedimento e l’effettivo beneficio per le imprese. Il rischio è che quando la norma è nelle condizioni di essere finalmente efficace, l’imprenditore abbia già affrontato e probabilmente superato la problematica che si trova davanti, scegliendo strade diverse in maniera autonoma».
Una valutazione che arriva al termine di un’attenta riflessione del giuslavorista che ha iniziato la propria analisi del provvedimento sin dall’inquadramento generale nel quale si inserisce.
«Non dobbiamo dimenticare il punto di inizio di questa emergenza sanitaria se vogliamo dare la giusta lettura dei vari provvedimenti – ha spiegato De Fusco -, vale a dire che a causa di un fatto esterno vi è un’impossibilità indipendente dalla volontà del datore di lavoro e del lavoratore di ottemperare a quando previsto dal contratto in essere. E che questa situazione resta sospesa fin tanto che questa impossibilità perdura. È un caso visto anche in occasione di altri eventi, come ad esempio i terremoti. In questo contesto quindi interviene lo Stato per disinnescare i rischi che possono essere legati agli effetti negativi. Pertanto come previsto dal nuovo decreto vengono vietati i licenziamenti fino al 17 di agosto se il testo sarà confermato».
Vi è quindi un’impostazione di interventi che cercano di calmierare gli effetti negativi della congiuntura seguendo due filoni principali che sono il supporto ai lavoratori ed il supporto alle imprese.
Per quanto riguarda i lavoratori in questa direzione vanno l’ampliamento dei periodi di ammortizzatori sociali disponibili, le integrazioni al reddito.
«Sul fronte delle imprese, il decreto conta molti interventi a favore delle PMI e pochi per quanto riguarda i grandi gruppi come quelli siderurgici, per cui credo che le realtà della vostra filiera potrebbero restare deluse se il provvedimento conserverà le formule anticipate. Il mio consiglio per i gruppi industriali più strutturati è quello di prestare attenzione alle risorse messe a disposizione dalle Regioni sulla base delle normative comunitarie».
Di positivo ci sono invece le risorse fino a 150mila euro per azienda varate a supporto degli incrementi di costo imposti dai sistemi di protezione dal contagio che le imprese hanno dovuto adottare e che in certi casi superano persino i due milioni di euro.
Tra gli interventi positivi anche le deroghe rispetto alle normative vigenti concesse in materia di lavoro a termine, si offre infatti alle imprese la possibilità di prorogare e rinnovare i contratti già in essere.
Positiva anche la decisione di stralciare il saldo e l’acconto dell’Irap per le imprese fino a 250 milioni di fatturato.
«Un altro elemento positivo del provvedimento, ma in generale di questa crisi – ha aggiunto De Fusco – sono senza dubbio le potenzialità di sviluppo dimostrate dal lavoro agile, e sono certo che imprenditori sempre all'avanguardia come quelli siderurgici avranno già iniziato a valutarne l’impiego per diverse figure della struttura aziendale».
Infine il fondatore di DE FUSCO & PARTNERS ha ricordato che ogni decreto legge può subire modifiche importanti nel corso dei 60 giorni di processo parlamentare di conversione, per tanto ogni valutazione anche sul testo al varo dovrà poi confrontarsi con l’assetto definitivo della norma i cui limiti potrebbero anche essere corretti nel corso dell’iter approvativo.
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