13 maggio 2020
«La crisi indotta dalla pandemia da coronavirus è europea e per affrontarla in maniera adeguata ci vuole più Europa ed è necessario che a livello continentale vengano messe in campo misure adeguate. Misure che non facciano correre il rischio di rendere ancora più evidente il divario e la diversa velocità alla quale i diversi Paesi viaggiano».
Giuseppe Pasini, presidente di Feralpi e Associazione Industriali Bresciana, lo ha messo in chiaro stamattina, nel corso di una conferenza stampa, ricordando che «la crisi economica potrebbe diventare crisi sociale e questo è un rischio che nessuno si può permettere di trascurare. Ecco perché ritengo che alcune misure europee siano criticabili: i prestiti con durata decennale, ad esempio, avrebbero dovuto prevedere una scadenza almeno tre volte più lunga»
Quanto all’Italia, Pasini ha spiegato che «ovviamente dovremo aspettare che il nuovo decreto del governo sia ufficializzato, ma da quanto si apprende non sembra che per la filiera dell’acciaio ci si possa aspettare molto. Per il settore automotive, che è un anello fondamentale della catena, sembra che non ci saranno ecobonus per le vetture “euro 6”, ma solo per quelle elettriche e ibride. Questo potrebbe non dare il giusto incentivo al rilancio del mercato».
Il presidente di Feralpi e AIB-Confindustria Brescia, ha poi premuto sul tasto "opere pubbliche": «Il ministro De Micheli ha detto di volerle sbloccare e di ispirarsi al modello del ponte di Genova. Non possiamo che essere d’accordo, ma aspettiamo che dalle parole si passi ai fatti. Come auspichiamo un intervento deciso sul sistema bancario, visto che registriamo forti rallentamenti nell’erogazione di finanziamenti che, essendo garantiti dallo Stato, devono essere erogati in fretta e non devono essere proposti come sostituti di crediti già concessi».
Anche perché, e questo introduce elementi di preoccupazione ancora più gravi, «c’è il rischio di infiltrazioni malavitose, con soggetti che potrebbero insinuarsi nel sistema proponendo soldi subito disponibili a fronte delle lungaggini burocratiche con le quali gli imprenditori si devono confrontare».
Di sicuro, ha detto Pasini, «a causa del coronavirus, il 2020 sarà l’anno zero. Le aziende dovranno ridefinire tutti i budget a causa delle marginalità in calo e questo potrebbe determinare il blocco o il rinvio degli investimenti».
Ma a questo proposito la visione prospettica è chiara: «Indispensabile sarà continuare ad investire sulla digitalizzazione, mentre il "new green deal" deve essere portato avanti senza indugi e rallentamenti. Non dimenticando, poi, le opportunità che potrebbero essere insite in iniziative di reshoring, riportando a casa produzioni attualmente localizzate altrove».
Tutte cose che Giuseppe Pasini ha avuto modo di affermare durante una conference call avuta con il responsabile della task force governativa Vittorio Colao: «Loro stanno raccogliendo una serie di idee e proposte da parte delle imprese per poi stilare le linee guida operative per le fasi successive, perché è vero che siamo nella "fase 2", ma è già necessario iniziare ad organizzare la "fase 3" – ha detto – e l’impressione che ho avuto è stata quella di trovarmi di fronte persone competenti e sensibili».
Tra le richieste avanzate ci sono state quelle «sugli investimenti relativi all’efficientamento energetico ed alla necessità di prorogare i tempi di scadenza dei così detti "certificati bianchi", per permettere alle aziende di programmare con maggiore serenità».
Perché la siderurgia, ha detto ancora il presidente di Feralpi e AIB, «è il settore che ha pagato di più per la crisi. Siamo la base di una filiera e subiamo le conseguenze del calo generalizzato. Oggi, infatti, non ci sono le condizioni per lavorare sui livelli dell’inizio dell’anno e forse, se i cantieri e le aziende non si fermeranno ad agosto, potremo recuperare un po’ del terreno perduto».
Analizzando poi la situazione locale, quella delle imprese del Bresciano, Pasini ha commentato i dati presentati da Davide Fedreghini, dell’Ufficio studi e ricerche di AIB: «La manifattura Brescia fa segnare un -10% nel primo trimestre del 2020 rispetto all’ultimo del 2019 e a pagare più di tutti sono stati i settori della metalmeccanica, dell’automotive e della metallurgia. Il calo dei fatturati è stato del 23%, con una diminuzione degli occupati del 15% nell’industria».
Sulla situazione locale, peraltro, il presidente di Feralpi e AIB ha affondato il colpo sulla Regione Lombardia: «Il "Protocollo Brescia" siglato grazie a prefetto e sindacati – ha detto – ci ha permesso di ripartire prima e in sicurezza, ma sulla questione dei test sierologici e dei tamponi, che alcune aziende stanno facendo in maniera autonoma, il decreto regionale che deve stabilire i criteri sul come farli arriverà con grave ritardo. Le imprese della Lombardia si sono sentire orfane».
Qui sopra lo streaming integrale della conferenza stampa
8 novembre 2024
Nuova edizione del siderweb TG. #siderwebtg Credits: archivio siderweb; World Steel Association media library.
Lascia un Commento