17 giugno 2020
L’ultimo appello, in ordine di tempo, è stato quello di Gabriele Buia, presidente dell’Associazione nazionale dei costruttori edili (ANCE), «Non si può parlare di vero rilancio dell’economia – ha detto stamattina a siderweb – senza misure concrete per sostenere gli investimenti pubblici e supportare le imprese che devono realizzarli. Purtroppo, nonostante svariati annunci sull’avvio di un grande piano di sviluppo e di manutenzione infrastrutturale, accelerando procedure e sbloccando risorse incagliate da anni, finora di queste misure non c’è traccia».
Ed a questo proposito un’iniziativa interessante è quella presa da Fondazione Promozione Acciaio – con il sostegno di Federacciai – che ha messo a punto un dettagliato documento di proposta (consultabile cliccando sull’icona ) inviato al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e al ministero dello Sviluppo economico per la sostituzione degli impalcati ammalorati dei ponti esistenti in Italia con nuovi impalcati in acciaio.
«Il crollo del ponte Morandi a Genova e la sua recente ricostruzione – si legge tra l’altro nel documento – sono due accadimenti che hanno rafforzato un dibattito profondo e serio sulle condizioni delle infrastrutture in Italia, mobilitando le autorità ed i relativi ministeri, i professionisti e l’opinione pubblica in generale. In primis si è preso atto dello stato di degrado in cui versano numerosi ponti e viadotti sul territorio nazionale e della vetusta età di questi. Il numero di ponti in Italia è di circa 250.000 unità e l’80% di questi sono stati costruiti entro il secondo dopo guerra».
Il 50% dei ponti italiani, spiegano Fondazione Promozione Acciaio e Federacciai, «sono in calcestruzzo con uno stato di deterioramento piuttosto consistente dovuto a cause che possono essere di natura ambientale, di non idonea esecuzione e di insufficiente manutenzione. Il calcestruzzo può essere interessato da un processo di ammaloramento più o meno diffuso, con fenomeni di degrado tali da innescare la corrosione nelle armature ed il venir meno della loro sicurezza».
Secondo le due associazioni «la richiesta di trasporti capillari sarà sempre in aumento ed in un futuro breve sarà fondamentale intervenire in modo corretto e consapevole sui ponti esistenti e procedere con la loro manutenzione. Demolire interamente i viadotti esistenti e sostituirli con strutture nuove, come nel caso del Ponte di Genova, si tradurrebbe in operazioni onerose e di grande impatto ambientale, diviene pertanto fondamentale percorrere altre opzioni per la messa in sicurezza dei ponti esistenti con soluzioni che contemplino anche il miglioramento sismico dell’infrastruttura nel suo complesso».
La soluzione che si propone è quella della «sostituzione di opere esistenti in calcestruzzo o c.a.p. con nuovi elementi in carpenteria metallica, che con la leggerezza propria della soluzione in acciaio e l’importante riduzione dei carichi rafforza la soluzione progettuale di mantenere e ripristinare le pile e le spalle esistenti e procedere con la sola sostituzione degli impalcati con quelli nuovi in carpenteria metallica, conferendo così anche un migliore comportamento del ponte o viadotto di fronte alle azioni sismiche».
In Italia, viene spiegato, «vi è un’ampia disponibilità di materiale nazionale e grazie alle sue qualità l’acciaio rappresenterebbe una delle principali risorse che il nostro governo avrebbe a disposizione per sostenere il comparto siderurgico e nel contempo avviare il rilancio organico delle infrastrutture. Che devono garantire un’offerta di strutture e servizi, sicuri e coerenti con le esigenze degli utenti e con le nuove tecnologie del mondo della produzione, garantendo durabilità e valenza estetica, in una realtà, come l’attuale, dove la mobilità costituisce un volano per l’intera economia».
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