1 aprile 2020
La campagna – segno dei tempi – è caratterizzata da un hashtag (#iopagoifornitori) e, ideata da Alfredo Rabaiotti, titolare di Becom, è stata fatta propria dall’Associazione Industriale Bresciana con l’obiettivo di «stimolare le imprese del sistema economico bresciano, che ritengono di aderire volontariamente all’iniziativa, a rispettare i termini di pagamento pattuiti con i fornitori nonostante le difficoltà legate alla situazione del coronavirus e, più in generale, a diffondere prassi trasparenti ed efficienti».
Tanto che Giuseppe Pasini, presidente di Aib, dopo aver ricordato che l’associazione « ha avviato un dialogo costante con il sistema bancario per garantire una serie di strumenti finanziari che possano garantire alle aziende la necessaria liquidità» spiega che il manifesto #iopagoifornitori «si ispira al principio della massima snellezza e al principio volontaristico delle imprese e degli imprenditori che riterranno di recepirne le finalità, traducendole concretamente in comportamenti eticamente corretti, ossia pagare i rispettivi fornitori nel rispetto dei termini contrattualmente stabiliti».
Il documento, ricorda Pasini, «intende promuovere la creazione di codici di pagamento rapido» e che pur auspicando che «per le transazioni tra imprese venga lasciata autonomia negoziale alle parti comunque con tempi di pagamento non superiori a 60 giorni, pur con un rafforzamento dei presidi a tutela dei creditori».
Le aziende che intendono sottoscrivere il manifesto #iopagoifornitori possono farlo con l’invio di una dichiarazione del proprio legale rappresentante all’indirizzo mail iopagoifornitori@aib.bs.it sulla base del modulo pubblicato su www.aib.bs.it, alla pagina dedicata.
«Nella dichiarazione – spiega Aib – le aziende si assumono l’impegno di pagare i propri fornitori nei termini previsti dai contratti commerciali che l’azienda sottoscrittrice ha in essere. A seguito della sottoscrizione del manifesto, il marchio #iopagoifornitori potrà essere utilizzato sui documenti e sui siti aziendali. Il marchio segnala al mercato un’impresa che adotta pratiche virtuose e responsabili in materia di pagamenti».
Iniziativa – e hashtag (#iopagoilfornitore) – simile è quella avviata da Unicmi (l’Unione nazionale delle industrie delle costruzioni metalliche dell'involucro e dei serramenti) e annunciata dal presidente Guido Faré con una lettera agli associati: «In questi giorni, che sono difficili e dolorosi per ognuno di noi – scrive il presidente di Unicmi – si stanno accavallando lettere di soggetti dell’intera catena della filiera delle costruzioni che annunciano ritardi e dilazioni nei pagamenti ai fornitori. Ritardi e dilazioni che in molti casi non sono determinati dall’assenza di liquidità ma da una sorta di “messa in sicurezza preventiva” delle proprie risorse finanziarie. Ritardi e dilazioni che si assommano drammaticamente al tragico problema della “scarsa puntualità” nel pagamento dei crediti alle imprese (e uso un eufemismo) da parte della Pubblica amministrazione».
Uno scenario caratterizzato dall’interruzione dei pagamenti fra imprese, rimarca Faré, «può soltanto determinare un collasso innanzitutto dei piccoli operatori, ma in prospettiva dell’intera filiera che rischia in questo modo di pregiudicare la propria operatività una volta che l’emergenza sarà attenuata o conclusa. Quindi non è un problema esclusivamente etico. È un problema pratico e concreto e proprio per questo mi appello al senso di responsabilità di tutti i soci a partire dai grandi soggetti industriali»
Il presidente di Unicmi conclude scrivendo ai propri associati che «ho ben presente le difficoltà che molti di voi stanno vivendo ma in questo momento deve prevalere una visione di insieme: interrompiamo una catena viziosa che rischia di lasciare sul campo vittime che non si riprenderanno mai più e salvaguardiamo l’intera nostra filiera. Come Unicmi orienteremo la nostra attività istituzionale affinché nuovi provvedimenti a favore della liquidità delle aziende siano promulgati dal governo, ma intanto, responsabilmente, cerchiamo, ognuno di noi, con etica e con visione del domani (perché un domani ci sarà e questo domani dovrà vederci tutti presenti e protagonisti) di fare la nostra parte non mettendo in difficoltà altri».
17 gennaio 2025
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