1 aprile 2020
TARANTO - Da ieri ArcelorMittal ha sospeso tutte le attività in corso nei cantieri impegnati nelle opere e negli interventi collegati all’attuazione delle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale (AIA). La decisione è arrivata dopo aver ricevuto l’ok del custode giudiziario ex Ilva, Barbara Valenzano.
Questo comporterà, inevitabilmente, lo slittamento dei tempi previsti per l’attuazione delle prescrizioni indicati nel Piano Ambientale, che gli enti responsabili dei controlli trimestrali, ISPRA ed ARPA Puglia, terranno in considerazione. Anche in questo caso la sospensione è dettata dalla necessità di limitare al massimo le attività delle imprese dell’indotto e dell’appalto, durante l’emergenza sanitaria in corso. Lo stop ai cantieri AIA comporterà infatti la riduzione di un numero pari a 900 unità all’interno del siderurgico.
L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha colpito profondamente l’economia della provincia di Taranto. Soltanto nelle ultime 48 ore, sono arrivate ai sindacati quasi 400 comunicazioni di messa in cassa integrazione da parte di aziende del solo settore metalmeccanico. Tutte imprese fermatesi dopo il Dpcm del 22 marzo o entrate in difficoltà per le fermate di altre aziende che operano nella catena della matelmeccanica.
Il blocco ha colpito anche l’ex Ilva. ArcelorMittal si trova anche ad operare in una situazione paradossale: ovvero produrre, seppur con gli impianti al minimo, ma non poter commerciare. Dunque non poter trarre profitto dalla vendita di un prodotto che può realizzare ma lasciandolo nei magazzini. Una decisione del prefetto di Taranto che non rientrava nei poteri dello stesso stabiliti dal Dpcm del governo, che concedeva solo la possibilità di sospendere le attività delle aziende che non operassero in totale sicurezza per i lavoratori.
Il prefetto, invece, pur riconoscendo le attività poste in essere in tal senso da parte di ArcelorMittal, ha deciso di consentire all’azienda di produrre ma non per fini commerciali: una decisione che comporta una produzione in perdita, opposta al concetto stesso di impresa.
Ora tutti attendono il 3 aprile, giorno in cui scadrà il decreto prefettizio a cui dovrà seguirne inevitabilmente un altro visto che la stretta del governo non si allenterà. Vedremo se il prefetto confermerà le 5500 presenze massime giornaliere all’interno del siderurgico ma consentendo la commercializzazione, oppure accoglierà le tesi dei sindacati e imporrà all’azienda una drastica riduzione del personale.
Per effetto domino, questa situazione di crisi generale si riflette ulteriormente sulle imprese dell’indotto. L’azienda infatti ha fermato nuovamente i pagamenti sullo scaduto nelle ultime settimane. Vengono saldati solo i bonifici rimasti in sospeso per i lavori e le forniture di aziende esterne. Mentre i pagamenti delle ditte dell’indotto sono quasi bloccati: i bonifici procedono a ritmo molto ridotto. In queste ore sono continue le interlocuzioni, seppur a distanza, tra Confindustria Taranto e l’azienda. Il rischio è che molte aziende possano decidere di fermarsi, creando non pochi problemi ad ArcelorMittal.
8 novembre 2024
Nuova edizione del siderweb TG. #siderwebtg Credits: archivio siderweb; World Steel Association media library.
Lascia un Commento