5 maggio 2020
FCA ha chiuso il primo trimestre dell’anno «con risultati che riflettono gli impatti del Covid-19» e che hanno provocato una «perdita netta di 1,7 miliardi di euro che, dopo gli aggiustamenti, si riduce a 0,5 miliardi di euro».
I ricavi netti sono stati pari a 20.567 milioni di euro (24.481 nel 2019) e le consegne globali complessive si sono fermate a «818.000 unità, in calo del 21% per la sospensione temporanea della produzione in tutte le regioni e la caduta della domanda a livello globale».
Nonostante questo il gruppo annuncia di aver «conseguito un EBIT adjusted positivo (fissato a 52 milioni, contro i 1.067 dello stesso periodo dell’ano scorso), con una «liquidità disponibile a fine marzo a 18,6 miliardi di euro, ulteriormente rafforzata con una linea di credito di 3,5 miliardi di euro siglata in aprile».
Il Ceo Mike Manley ha così commentato: «In queste avversità senza precedenti FCA ha sempre dato priorità alla salute e alla sicurezza delle proprie persone e comunità. La pandemia ha avuto e continua ad avere un impatto significativo sulle nostre attività. Ho piena fiducia che, grazie all’esperienza dei nostri leader e alla dedizione dei nostri dipendenti, saremo in grado di attraversare questa crisi emergendone ben posizionati per crescere e prosperare».
Intanto CNH Industrial ha reso noto oggi che «la ripresa delle attività industriali procede secondo i programmi, seguendo l’applicazione di tutti i protocolli di salute e sicurezza relativi al Covid-19 su scala globale».
Più dei due terzi dei 67 stabilimenti del gruppo sono già oggi in varia misura operativi: «su base regionale, oltre il 75% dei siti produttivi in Europa sono al lavoro e quasi il 60% degli stabilimenti in Nord America e in Sud America. Lo stesso livello, 60%, riguarda i siti nel resto del mondo, percentuale che arriva intorno al 90% se si considerano anche gli stabilimenti delle joint-venture», ha spiegato CNH.
In una prima fase «è stata data la priorità alla produzione dei segmenti Agricoltura e Powertrain, ritenuti essenziali dai governi e in risposta alla domanda dei mercati di riferimento. A seguire, la produzione relativa ai Veicoli Commerciali e Speciali, considerato il rilievo dei settori dei trasporti e della protezione civile in questa fase della pandemia, quindi il segmento delle Costruzioni».
Il gruppo prevede di ritornare «alla piena operatività di quasi tutti i siti entro la fine del mese. Cambiamenti potranno rendersi necessari in seguito a peggioramenti locali o regionali della situazione o a specifiche criticità, anche legate ai mercati di destinazione dei prodotti o alla filiera di fornitura».
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