2 aprile 2020
In Liguria la filiera siderurgica è, per la stragrande maggioranza, ferma. Pochi i frutti di una ricerca fatta da siderweb che ha cercato di mettersi in contatto con i propri abbonati: tra telefoni che hanno squillato a vuoto e cellulari “non raggiungibili”, il segnale è stato chiaro.
Chi sta lavorando «ma con la presenza fisica di un contingente minimo di addetti, mentre la maggior parte è a casa», dice il managing director Stefano Grondona, è Baosteel Italia Distribution Center, che ha sede a Genova.
Il terminale italiano del gruppo cinese sta infatti provvedendo «alla spedizione di prodotti in acciaio magnetico e banda stagnata – spiega Grondona – destinati ad attività indispensabili. Ma le attività in corso rappresentano circa il 30% del totale al quale siamo abituati, in quanto il restante 70% era normalmente dedicato a materiali destinati al settore automotive, che com’è noto è invece fermo per le disposizioni governative».
E a chi è al lavoro, garantisce il managing director di Baosteel Italia Distribution Center, «garantiamo di poterlo fare in condizioni di massima sicurezza, perché fin dall’inizio dell’emergenza abbiamo adottato misure ben più rigorose di quelle che erano e sono richieste a livello generale»
Il suo è un osservatorio privilegiato sulla Cina e l’occasione è buona per chiedergli cosa pensi delle paure, stavolta economiche più che sanitarie, che in questi giorni emergono e che sono legate al fatto che il Dragone si sta rimettendo in marcia mentre l’Occidente è fermo.
«In Cina – conferma Stefano Grondona – gli impianti di produzione sono in marcia o stanno ripartendo ed è ovvio che, stante la situazione generalizzata di fermo o di attività ridotta dei consumatori internazionali, gli stock si stanno accumulando, ma sinceramente non concordo con chi teme una futura massiccia “invasione” di acciaio cinese». E argomenta il suo punto di vista.
«Intanto il consumo interno cinese era in aumento già prima dell’insorgere dell’epidemia e tornerà ad esserlo nel prossimo futuro, ma soprattutto credo sia opportuno ricordare che il materiale che arriverà dalla Cina sarà quello che i clienti finali avevano già ordinato e del quale erano in attesa. Per il resto, e sulla base delle mie conoscenze del mercato, non credo proprio che i trader internazionali possano avviare operazioni di “accaparramento” di merci a fini speculativi. Soprattutto perché i prezzi, in Cina, non sono certo calati, ma sono in linea con quelli del primo trimestre».
Il resto dell’attività, come detto, in Liguria è praticamente immobile e, sulla base delle nuove determinazioni del governo, per la ripartenza dovrà aspettare almeno fino a Pasqua.
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