9 giugno 2020
Contaminazione, collaborazione, scambio. E anche coraggio. Perché il digitale porti un cambiamento che faccia crescere l’economia, è necessaria una spinta a una maggiore apertura: da un lato di chi “inventa” nuovi prodotti, processi e servizi - gli startupper; dall’altro di chi guida imprese all’opera da decine di anni e consolidate nel loro settore - gli imprenditori e i capitani d’industria.
Sono stati tutti d’accordo su questo i partecipanti al webinar di siderweb “Il mondo dell’acciaio accelera con il digitale”, trasmesso live questa mattina e guidato da Francesca Morandi, coordinatrice del progetto sostenibilità di siderweb. Un evento gratuito, cui seguiranno molti altri appuntamenti, sponsorizzato da Danieli Automation, Metallurgica Legnanese, RICREA e UBI Banca.
Può non apparire così a chi guarda la siderurgia da lontano, ma «nel nostro mondo ci sono tantissima innovazione e tecnologia. Invito gli startupper ad approcciarsi all’acciaio con desiderio di imparare, di apprendere informazioni preziose, oltre che a portare velocità e agilità» ha detto Vittoria Gozzi, rappresentante della proprietà del Gruppo Duferco e presidente di Wylab. Che proprio in questo incubatore di start up sportive, operativo ormai da 4 anni, ha a che fare ogni giorno con gli “innovatori”: «La commistione e l’avvicinamento delle corporate con le start up crea benefici a entrambi gli universi, ma è una pratica abbastanza laboriosa, che richiede tempo ed energia per via di una resistenza culturale da entrambe le parti – ha spiegato -. Le start up non pensino di essere le “guardiane del faro” dell’innovazione e della tecnologia; le corporate non cedano alla voglia di spadroneggiare sulla vita della start up, per lasciarle crescere in autonomia».
Un invito ad un vero venture capital, che ORI Martin sembra già aver fatto proprio con e-Novia: «Oggi con 133 dipendenti, in 5 anni abbiamo raccolto oltre 50 milioni di euro di aumento di capitale e accumulato oltre 50 brevetti» ha spiegato Roberto de Miranda, membro del comitato esecutivo di ORI Martin e consigliere di e-Novia, holding che detiene start up già avviate e remunerative, una «fabbrica che produce imprese partendo da un’idea, proprio come noi produciamo acciaio dal rottame». E che si muove in tre settori: mobilità collaborativa (Brembo è tra gli investitori); humanized machines e augmented human.
È invece uno sviluppatore di idee per le aziende che a lei si affidano Isinnova, società bresciana che offre servizi di consulenza a chi ha un’intuizione innovativa e intende svilupparla o portarla a conoscenza dell’azienda giusta. Il suo amministratore delegato è Cristian Fracassi, da poco nominato cavaliere al merito per il brevetto ad uso libero di “Easy Covid 19”, la maschera da snorkeling trasformata in respiratore di emergenza durante il picco della pandemia. «Ci siamo uniti, aziende grandi e piccole, per un progetto comune per il bene della collettività. Oggi in giro per il mondo ci sono 150mila maschere e 2.600 produttori che hanno stampato la valvola; noi ne abbiamo prodotte solo una 50ina – ha spiegato Fracassi -. È testimonianza di come fare rete abbia fatto la differenza, e potrebbe farla anche nella filiera dell’acciaio».
Chi da tempo ha fatto della necessità di essere connessi in ambito internazionale il proprio core business è Talent Garden, che offre spazi fisici e digitali per facilitare la connessione tra start up e grandi gruppi. Un dialogo non facile, come già detto, e forse poco serrato per la mancanza di propositività da parte delle nuove generazioni, che «si nascondono dietro al divario culturale. Bisogna invece – ha invitato Lorenzo Maternini, vicepresidente di Talent Garden – essere propositivi, attivi e prendere parte al cambiamento in corso. È difficile, perché molti giovani imprenditori mancano di quella maturità ed esperienza che permette anche di dare coraggio e motivazione alle prime linee». In ogni caso, pur nell’avanzamento di automazione e nuove tecnologie, centrale resta l’uomo «non solo nello sviluppo operativo, ma anche nella definizione di un indirizzo etico per uno sviluppo sostenibile».
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