11 maggio 2020
La fotografia scattata da Franco Fenoglio (nella foto di testa), presidente della sezione veicoli industriali di Unrae, l’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri, è sconfortante: «Dal 2007 al 2019 il comparto della logistica ha perso il 33% del suo volume (-11.842): tra le ragioni di fondo, una grandissima perdita di potenziale e la mancanza di visione strategica e globale da parte della politica. Negli ultimi 5 anni 10mila aziende hanno chiuso, e tantissime si sono spostate all'estero. Il trend negativo è continuato nel 2020, tra le cause anche il fatto che gli incentivi non sono mai strutturali».
E le prospettive per il futuro non sono certo rosee: «Nella migliore delle ipotesi l’anno potrebbe chiudersi a -30%, nelle ipotesi peggiori la perdita potrebbe ammontare al 40%. Per il settore rimorchi e allestimenti la situazione è ancora più dura di quella dei veicoli industriali: una parabola discendente fino al -70% ad aprile».
Per questo, secondo Fenoglio, «servono provvedimenti forti perché per ora i problemi non sono stati risolti alla radice ma solo rimandati. Chiediamo di agire sulla cassa e sulla liquidità: aumento del credito di imposta dal 6% al 12% fino al 2025 in un'unica soluzione; azzeramento o riduzione tasse alle imprese almeno per 12-24 mesi; prestiti a lungo termine senza interessi; maggiori garanzie bancarie alle imprese. Chiediamo anche che questi provvedimenti prescindano i soliti tempi burocratici, serve agilità e immediatezza». Ma non solo.
Perché per il presidente della sezione veicoli industriali di Unrae «servono interventi strutturali: un fondo triennale di rinnovo del parco circolante (l’età media dei mezzi è di 13,6 anni; ndr); un ricambio con usato su usato: proroga di 6 mesi del superammortamento in scadenza a giugno 2020; emanazione urgente di decreti attuativi incentivi 2019/2020; pagamento incentivi non ancora erogati dal 2017».
Altro tema su cui insiste Franco Fenoglio e quello «degli investimenti in infrastrutture: chiediamo lo sblocco opere pubbliche, almeno quelle che rientrano negli investimenti approvati dall'Ue».
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