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Coronavirus: nuove polemiche a Taranto

L’Asl ha chiesto ad ArcelorMittal di sospendere i test sierologici gratuiti e facoltativi per i lavoratori

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TARANTO – Ha creato polemiche e stupore da parte dei sindacati metalmeccanici, la decisione del Dipartimento di Prevenzione della Asl di chiedere ad ArcelorMittal Italia, di sospendere i test seriologici gratuiti e facoltativi (chiamato “Progetto screening seriologico Igm/Igc SARS-Cov-2 test rapidi ad immunodiffusione laterale”), che l’azienda aveva iniziato la scorsa insieme ad una ditta sanitaria locale. 

L’Asl di Taranto avrebbe infatti gradito procedere per tappe concertate, attraverso un protocollo da redigere insieme all’azienda. Invece, dopo una prima interlocuzione sulla possibilità di effettuare un percorso per realizzare i test sui lavoratori, ArcelorMittal avrebbe iniziato i test senza avvertire il Dipartimento di Prevenzione che in tema di contagio da Covid-19 ha la responsabilità della gestione sul territorio provinciale. 

Inoltre, la Asl ha lamentato di non aver preso visione dell'atto di consenso di chi è sottoposto a questi test. Il lavoratore deve averte tutte le informazioni del caso: a cosa serve ciò a cui si sta sottoponendo, quale test sta effettuando, quali i risultati e il loro significato.

A non convincere anche l’iter scelto dall’azienda nella gestione dei lavoratori risultati positivi. La procedura scelta, qualora il primo test risulti positivo, è quello di effettuarne un secondo. A positività confermata, l’azienda avrebbe proceduto con l’avvertire il medico di base. Procedura che non è quella seguita dal Dipartimento di Prevenzione sin dal primo caso di Covid-19 registrato in provincia di Taranto. Infatti, il protocollo prevede che il soggetto positivo venga subito posto in quarantena presso la sua abitazione, per poi informare immediatamente il Dipartimento di Prevenzione della Asl: soltanto dopo si avvisa il medico di base, per poi procedere al famoso tampone che è a carico della stessa Asl.

Tra l’altro, sui primi 130 test sierologici effettuati, sono stati 4 i casi di positività, che sono stati subito presi in carico dal Dipartimento di Prevenzione. Chiara quindi la preoccupazione della ASL sulla gestione dei lavoratori positivi, qualora risulti diversa dalle procedure attuate sino ad oggi.

C’è poi la questione scientifica. La Asl ha evidenziato che i test in questione sono gravati da sensibilità e specificità molto variabili, il che non consente di effettuare una diagnosi della malattia, oltre ad essere attendibili soltanto al 60%.

Come evidenziato anche dal ministero della Salute, «questi test non sono sufficientemente attendibili, in quanto anche la rilevazione degli anticorpi non è sinonimo di infezione acuta in corso, mentre l’assenza di anticorpi non esclude la possibilità di un’infezione in atto in fase precoce e/o asintomatica. Inoltre, vi è la possibilità dei così detti fenomeni cross-reattività con altri patogeni affini, che potrebbero rendere il rilevamento degli anticorpi non specifico per Cov-2».

Per questi motivi l’esecuzione di tali test può risultare di scarsa utilità, fuorviante o dannosa, generando quindi nei lavoratori convinzioni fasulle e portarli a comportamenti errati. Per questo la Asl ha optato per la sospensione della procedura avviata da ArcelorMittal, che potra avvenire solo a valle di una necessaria pianificazione e valutazione congiunta delle iniziative da intraprendere e delle relative modalità di svolgimento.


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