8 settembre 2023 Translated by Deepl
Il 2013 fu di certo un anno funesto per la siderurgia italiana. Non tanto dal punto di vista economico, quanto perché, in poche settimane, essa perse due dei suoi padri fondatori e uomini simbolo. Domenica 10 settembre ricorrerà il decimo anniversario della morte di Steno Marcegaglia, che scomparve a pochi giorni di distanza dal cavalier Luigi Lucchini. Anche per Steno Marcegaglia, spentosi a Milano a 83 anni, il cordoglio fu unanime e sentito se si pensa che alle esequie in azienda parteciparono oltre 4.000 persone.
Abbiamo voluto affidare il ricordo della sua storia alle sue parole, riproponendo quell’ultima intervista rilasciata il 25 luglio 2013 a Paolo Morandi, oggi amministratore delegato di siderweb, che oggi pubblichiamo in versione estesa. Intervista carica di quella capacità unica del cavalier Marcegaglia di saper coinvolgere nel racconto della sua vita, rimarcando quanto abbia saputo imparare in 59 anni di storia imprenditoriale, nella costruzione di un impero nato dal nulla, in una zona d’Italia che certo non poteva dirsi a vocazione industriale.
Per chi volesse ulteriormente approfondire i passaggi chiave della storia di Steno Marcegaglia, il libro di riferimento è “Il signore dell’acciaio. L’avventura umana e imprenditoriale di Steno Marcegaglia”, curato da Elena Luberto.
Restando invece nel campo delle curiosità, siamo andati a cercare nel nostro archivio le sei risposte, quasi “profetiche”, che Steno Marcegaglia regalò a siderweb nell’intervista del 2010, in occasione dei suoi 80 anni, realizzata da Stefano Ferrari.
La svolta - C’è stato per Marcegaglia un momento di svolta, un balzo in avanti che ha cambiato il volto del gruppo?
«Le svolte, per noi, sono continue, all’ordine del giorno. Un imprenditore deve continuare a crescere e migliorare, investendo sempre per arrivare primo o quantomeno tra i primi. Per questo motivo non credo che nella mia storia imprenditoriale ci sia stata una svolta, ma ogni giorno c’è una svolta, una crescita, un passo avanti».
Il momento più esaltante - Qual è stato il momento più esaltante della sua carriera imprenditoriale?
«Quando abbiamo acquistato la Maraldi di Ravenna. Era un’impresa su un’area di 540.000 mq, nessuno la voleva, ho fatto un mare di debiti per rilevarla ma è stata una scommessa vincente e ora Ravenna è diventata un gioiello nel gruppo Marcegaglia».
Occasioni perse - Ci sono state delle occasioni che non ha potuto o voluto cogliere, delle quali poi si è rammaricato?
«No. Mi considero un temerario: ho sempre colto tutte le occasioni che mi si sono presentate, comprese quelle in ambito finanziario».
Futuro del gruppo - «Continueremo a investire e a ingrandirci, allargandoci anche a settori che oggi non copriamo. Lo stadio finale sarà quello di acquistare o realizzare un’acciaieria». Nei prossimi anni «per sopravvivere bisognerà essere sempre più competitivi. I nostri concorrenti pagano di meno la manodopera, ma vincerà chi è meglio organizzato: ci vuole la giusta automobile, ma anche il giusto pilota. Noi cerchiamo di combattere il maggior costo del lavoro con una maggiore produttività e per ora ci stiamo riuscendo».
Desideri - «Cosa spero di fare nei prossimi anni? Voglio continuare a sognare, vivere ancora a lungo e continuare a lavorare. Io amo il mio lavoro, amo il rischio e voglio farlo ancora».
Futuro dell’acciaio italiano - «Sono ottimista sulla siderurgia italiana. La crisi, seppur più lunga del previsto, verrà superata. Chi investe, e gli operatori che lo stanno facendo nel nostro Paese non mancano, continuerà a primeggiare. Come imprenditori chiediamo solo di farci combattere ad armi pari con i nostri concorrenti europei sul piano dei costi».
Innumerevoli i ricordi che arrivarono a siderweb in quei giorni, a partire da quello del nostro presidente, Emanuele Morandi. «Era una persona di quelle che mi piace definire dei “perché no?”: sapeva sognare e agire, raggiungendo sempre quello che ad altri sembra inarrivabile. Quando gli chiedevo quale fosse il segreto del suo successo mi rispondeva sempre: “L’ambizione, che deve essere la molla per intraprendere qualsiasi attività. Anche se non bisogna mai dimenticare l’umiltà”».
Chiudiamo con il saluto commosso dei figli Antonio ed Emma Marcegaglia, che in dieci anni hanno voluto e saputo coronare desideri mai nascosti di Steno, come la continua crescita del gruppo e l’acquisizione di un’acciaieria.
«Oggi il mondo ha perso un grande uomo. E non è retorica: lo si vede dalla vostra partecipazione, commovente, che conferma la grandezza di papà. I suoi successi imprenditoriali sono la prova provata di questa qualità e più dei risultati vorrei ricordare le caratteristiche che ne hanno fatto un uomo speciale. Aveva una grandissima umanità, una capacità di leadership vera, venata di grande sensibilità. Si interessava alle famiglie dei collaboratori, alle persone, era generoso. Come imprenditore era visionario, ma pragmatico, attento ai dettagli. Aveva un’energia inesauribile, era ottimista e capace di coinvolgere, di far sentire tutti partecipi. Ci ha dato molto, insegnandoci il valore della persona, l’unità e l’armonia della famiglia (sia quella personale sia quella aziendale) e l’idea che l’azienda non sia solo fatta per il benessere dell’imprenditore ma per contribuire al benessere della collettività. Ora siamo di fronte al grande vuoto della tua scomparsa, ma reagiremo guardando alla pienezza dei tuoi successi e delle tue affermazioni. Il vecchio leone non ruggirà più, ma continuerà a vivere dentro di noi. Grazie papà per quello che hai fatto per noi». Così Antonio Marcegaglia ha ricordato la figura del padre al termine della funzione funebre. Ricordo a cui si è aggiunto anche quello di Emma Marcegaglia. «Carissimo “papi”, sei stato un uomo straordinario con una vita straordinaria. Un grande esempio: avevi un’intelligenza straordinaria e un intuito (quello che tu chiamavi “nasometro”…) formidabile. Hai sempre avuto grande forza, coraggio, una capacità di lavoro incredibile e una altrettanto grande capacità di superare ogni difficoltà. Sei stato anche un grande marito e hai sempre condiviso tutto quello che hai costruito con la mamma, che ti è stata sempre vicino nella vita e nell’azienda. Tutto ciò che ho fatto è stato per essere alla tua altezza. Hai realizzato i tuoi sogni e hai permesso agli altri di realizzare i propri. Oggi c’è un grande dolore, ma anche il nostro impegno solenne di gestire al meglio questa grande azienda-famiglia. Sarà il modo migliore per proseguire il tuo lavoro e onorare la tua memoria».
Una memoria che oggi è ben tangibile nella grande crescita del gruppo Marcegaglia e soprattutto in quel percorso e testimonianza che è Casa Marcegaglia, inaugurata pochi mesi fa, dove poter incontrare e ascoltare ancora una volta il cavalier Steno Marcegaglia e la sua straordinaria capacità di realizzare i suoi sogni.
Le iniziative in ricordo di Steno Marcegaglia
Per commemorare l’anniversario della scomparsa di Steno Marcegaglia, oggi alle ore 12.00 saranno fatte suonare all’unisono le sirene di tutti gli stabilimenti. A Gazoldo degli Ippoliti suoneranno per 1 minuto le sirene di fine turno e dei carroponti.
La famiglia, poi, commemorerà Marcegaglia con una messa nella chiesa parrocchiale. Al termine della celebrazione, riporta oggi La voce di Mantova, alle 19.30 i figli Antonio ed Emma Marcegaglia ricorderanno il padre, insieme al sindaco di Gazoldo Nicola Leoni, con un breve intervento in municipio.
Davide Lorenzini
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