25 luglio 2023 Translated by Deepl
La stabilità delle quotazioni dei coils a caldo per le prossime cinque settimane, prevista dagli operatori che questa mattina hanno votato nel sondaggio di MERCATO & DINTORNI, «è legata a forze che tirano in direzioni opposte e che complessivamente si elidono. Il mercato sta fermo perché privo di qualsiasi orientamento. Il che non ha niente a che fare davvero con il concetto di stabilità».
Secondo Tommaso Sandrini, amministratore delegato di San Polo Lamiere, «siamo ancora in un mercato di sabbie mobili» dopo 2-3 anni di sostanziale permanente squilibrio tra domanda e offerta, fatto di momenti in cui la domanda non trovava soddisfazione, come nell’immediato post-Covid, e di momenti in cui l’offerta non riusciva a sfogare a valle i volumi prodotti, con conseguente crollo delle quotazioni. «I produttori europei – ha spiegato - hanno capito che contenere i volumi è strumento efficace e utile per controllare i prezzi. Nel primo semestre si è registrato un calo produttivo del 10% nel Continente europeo, sono numeri pesanti. Senza dimenticare – ha continuato – i problemi produttivi che hanno avuto Tata Steel e ArcelorMittal». Ciò ha portato a un «sostanziale shortage dell’offerta e la distribuzione si è appoggiata in modo rilevante all’import» che si sta manifestando con gli arrivi dell’ultimo bimestre.
Distribuzione che «è fortemente disorientata dalla mancanza di riferimenti sul mercato europeo. Si è ampliato il gap di prezzo tra le forniture europee e da import – ha detto Sandrini – e il calcolo delle marginalità diventa pressoché impossibile e molto variabile. Il punto vero è che l’import non potrà mai sostituire i fornitori tradizionali del Continente».
Proprio fornitori extra europei non tradizionali sono emersi nelle scorse settimane, come il Vietnam che «oggi ha un ruolo primario, in particolare per l’Italia». Si sta inoltre registrando per i coils a caldo «un esaurimento mai visto dei contingenti tariffari della Salvaguardia. La quota “Altri Paesi” – ha previsto Sandrini - entro fine mese sarà totalmente esaurita, prospettando problemi per i prossimi mesi, inevitabili cambiamenti della politica commerciale e benefici per i produttori europei, che avranno però un posizionamento molto diverso». Inoltre, la debolezza dei mercati del Far East sarebbe «un vero elemento di allarme per le quotazioni del prodotto siderurgico, è lì che è necessario investigare. Difficilmente avremo trend sostenibili e solidi di ripresa dei prezzi senza politiche di rilancio della domanda nell’area».
Dall’altro lato, «il consumo non è brillante e gestire le aziende in un contesto inflattivo è totalmente diverso rispetto al recente passato. È un ulteriore elemento di disorientamento per gli operatori, forzati a mettere in discussione tradizionali rapporti commerciali con i grandi gruppi». «Non sono tra quelli – ha aggiunto Sandrini – che vedono un’inflazione al 2% nei prossimi sette mesi, e c’è anche da dire che forse è più corretto un mondo in cui i tassi non sono a zero come sono stati negli ultimi 20 anni».
Altro elemento molto critico, che potrà portare ulteriore difficoltà nei prossimi mesi, è il Cbam. «Premesso che il quadro normativo è ancora parziale e in evoluzione, personalmente sposo la filosofia di fondo ma dissento in toto sui termini applicativi, che possono creare più danno che beneficio all’industria dell’Unione, mettendo fuori mercato interi comparti che effettivamente producono il finito» ha detto Sandrini. Il sistema, poi, è «complicatissimo e finisce per non essere applicabile», rischiando di rimanere «parziale e iniquo. Perché funzioni deve arrivare e riguardare tutta la filiera ed estendersi pesantemente a valle. Le parole chiave dovrebbero essere semplificazione e allargamento del perimetro dei prodotti coinvolti». Non dimenticando che, ha sostenuto Sandrini, «protezionismo non è una parolaccia. In Ue c’è un approccio ideologico per cui va negato. Ma può essere moralmente ammissibile se usato in modo attento e selettivo. Serve il coraggio di farlo».
Arrivando a San Polo Lamiere, ha anticipato il suo amministratore delegato, dopo gli eccellenti risultati di 2021 e 2022, difficilmente replicabili, «il 2023 sarà comunque un anno buono. I volumi non saranno lontani da quelli del 2022, anche se possono ancora succedere tante cose nel secondo semestre. Sono in via di definizione alcuni investimenti sull’energia rinnovabile, che saranno realizzati tra fine anno e inizio 2024». La controllata Tecnopali, inoltre, si è aggiudicata una gara per linee elettriche di trasmissione per 3 anni per 22 milioni di euro e «stiamo continuando il processo di miglioramento». «Se dovessero presentarsi opportunità nel nostro campo di competenza – ha concluso Sandrini - siamo aperti a valutarle».
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