22 aprile 2020
Secondo il commissario europeo per il commercio Phil Hogan (nella foto di testa) – al quale recentemente si è rivolto anche il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio – «la crisi del coronavirus potrebbe portare ad un’inondazione di prodotti di acciaio nell'Unione europea quando la domanda tornerà a crescere. Alcuni esportatori di Paesi terzi potrebbero decidere di vendere i loro prodotti a un prezzo inferiore al fine di acquisire quote più elevate».
Ma ha anche spiegato che non ci saranno interventi immediati sulla normativa di salvaguardia: «L'adeguamento – ha spiegato – a avverrà entro il 1° luglio come previsto. Stiamo esaminando la revisione delle garanzie in questo contesto».
L'Ue ha istituito le misure di salvaguardia nel 2018 per controllare l'acciaio in entrata e per proteggere i produttori europei. Le quote, per 26 tipi di acciaio, compreso l'inossidabile, sono state fissate alla media delle importazioni nel 2015-2017 ed era stato previsto un incremento del 5% all’anno, ma nel 2019 l’aumento era stato ridotto al 3%.
La European Steel Association (EUROFER) aveva proposto una riduzione del 75%, per un periodo di sei mesi, delle quote di importazione concesse viste le particolari condizioni imposte dall’emergenza Covid-19.
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