20 marzo 2017
Non c’è innovazione senza strategia. E la strategia deve andare oltre l’innovazione ed approdare al cambiamento. E’ solo il cambiamento, infatti, a garantire una prospettiva alla catena del valore, l’unico paradigma al quale riferirsi perché in grado di comprendere il mondo più vasto al quale l’impresa deve guardare. Un mondo che va oltre i cancelli dell’azienda, si allunga dentro la filiera, si allarga al cluster e finisce per abbracciare la vasta comunità degli stakeholder.
Al termine di questa prima fase di lavoro del tavolo Innovazione e Rivoluzione digital degli Stati Generali dell’ACCIAIO, è questa la primissima sintesi alla quale siamo arrivati. Un titolo, verrebbe da dire, per un lavoro intenso che per nove mesi ha impegnato una sessantina di contributori divisi in tre gruppi di lavoro: Collaborazione competitiva e trasmissione dei saperi; Nuovi processi, nuovi prodotti, nuovi servizi; Nuove relazioni e nuova narrazione, tecnica e contenuti. Gruppi che sono stati ospitati in aziende e associazioni: dall’Associazione Italiana di Metallurgia di Milano al Csmt di Brescia; dalla Feralpi di Lonato alla Beretta di Gardone Val Trompia; dalle Fonderie Zanardi di Verona al gruppo LGH di Cremona. Gruppi di lavoro che hanno avuto nella presentazione degli elementi più avanzati nell’innovazione della filiera dell’acciaio e nella contaminazione culturale i punti di forza.
Presentazioni e contaminazione che sono nel Dna degli Stati Generali dell’ACCIAIO fin dal convegno di lancio, lo scorso giugno alle Officine del Volo di Milano alla presenza dell’onorevole Antonio Tajani, diventato poi presidente del Parlamento europeo. L’obiettivo delle riunioni è stato approfondire i temi chiave emersi nel corso dei lavori (e sviluppati con interventi ed analisi pubblicati nella pagina di Siderweb dedicata agli Stati Generali dell’ACCIAIO), al fine di mettere a fuoco possibili soluzioni di filiera per alcune delle problematiche principali del comparto. In particolare gli argomenti che sono stati toccati e che sono stati approfonditi in questa ultima parte del percorso sono stati tre. INNOVARE IL PRODOTTO: più qualità, più flessibilità, più rispondenza alle esigenze del cliente. INNOVARE IL PROCESSO: più attenzione alla qualità del prodotto, al consumo di risorse, alla tutela dell’ambiente e della salubrità dei luoghi di lavoro. INNOVARE L'IMPRESA: più flessibilità e apertura verso tutti gli operatori della filiera.
Ogni partecipante, secondo i rispettivi ruoli, visione e formazione, nonché alla luce dei cambiamenti portati dalla tecnologia e dall’avvento dell’Industria 4.0, ci ha aiutato a capire: 1. Quali sono le direttrici per l'innovazione di prodotto. 2. Quali sono le direttrici per l'innovazione di processo. 3. Quali sono le innovazioni della parte distributiva. 4. Come le tecnologie dell’Industria 4.0 intervengono sulle tre aree.
Alla fine è emersa la necessità di presidiare, da soli o in partnership, gli elementi del cambiamento. Proprio a partire dalle nuove tecnologie e dalla digitalizzazione. Un presidio che deve essere fatto in collaborazione, non tanto orizzontale (l’elemento competizione è punto imprescindibile del modo di stare sul mercato), ma verticale, dunque lungo la filiera. In tutto questo le opportunità offerte dall’Industria 4.0 daranno modo di gestire quantità di dati che, a partire dal consumo, potranno diventare vero e proprio elemento di direzione anche per la produzione. Il tutto dentro un perimetro di servitizzazione che, hanno detto ad una voce tutti i partecipanti, è il nuovo orizzonte al quale tendere (e non solo per l’acciaio). Con una attenzione particolare alle risorse umane che sono il vero valore aggiunto dell’intero processo.
Indicazioni, suggestioni, queste appena accennate che verranno ora sviluppate e approfondite per arrivare ad una pubblicazione che verrà presentata e dibattuta nel corso di Made in Steel 2017. L’appuntamento, dunque, per la visione della filiera è a fieramilano dal 17 al 19 maggio.
Lucio Dall'Angelo
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