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Tavolo Innovazione: una prima sintesi

Le linee guida emerse dalle nuove riunioni con i protagonisti della filiera siderurgica negli Stati Generali

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Dopo la cronaca, che abbiamo fatto dopo ogni incontro, i temi. Perché la discussione dei tre gruppi di lavoro organizzati da Siderweb all’interno del Tavolo Innovazione e Rivoluzione Digital degli Stati Generali dell’ACCIAIO, è stata fruttuosa e ricca di spunti che meritano di essere raggruppati. Partendo da un assioma sul quale gli oltre quaranta contributori (diversi per ruolo e per provenienza aziendale, formazione e settore di appartenenza) che hanno partecipato alla terza fase del Tavolo Innovazione e Rivoluzione Digital, si sono trovati d’accordo: la rivoluzione digitale sta arrivando (per pochi grandi gruppi strutturati è già cominciata); porterà ad un accorciamento della filiera, potrebbe saltare qualche anello debole, in un contesto di sharing economy e di condivisione delle informazioni; realizzerà la “consumerizzazione” della produzione, non più B2B ma B2B2C e taylor made seppur di massa.

In questo filone di lavoro degli Stati Generali dell’ACCIAIO promossi da Siderweb si sta cercando di capire come le applicazioni della tecnologia sul medio-lungo periodo porteranno a questi cambiamenti. Una prima sintesi delle tesi emerse durante le ultime riunioni al Csmt, alla Feralpi e a Siderweb è già possibile, nell’attesa che vengano meglio elaborate per essere presentate a Made in Steel 2017

“Collaborazione competitiva e trasmissione dei saperi”, l’incontro al Csmt
Tavolo innovazione Csmt topSulla collaborazione, sulla condivisione delle informazioni, sull’abbandono della competizione fatta solo di quantità e prezzi, le differenti visioni di chi produce e di chi distribuisce acciaio si sono evidenziate con chiarezza. Per i primi, l’overcapacity spinge oggi alla competizione estrema ed il confronto su alcuni temi con cui si vorrebbe generare valore nella supply chain rischierebbe di essere paradossalmente intercettato dalle antenne dell’antitrust; per i distributori, essere reattivi e aderenti alle richieste del mercato passa sempre più attraverso la digitalizzazione dei processi. Tra i due fuochi gli utilizzatori, da un lato costretti a subire le fluttuazioni di un mercato dove i prezzi sono volatili e dall’altro disorientati dal passaggio, ancora disomogeneo, a nuovi modelli di distribuzione.

 


“Nuovi processi, nuovi prodotti, nuovi servizi”, l’incontro in Feralpi
La sottovalutazione della destinazione finale dei prodotti sembra essere più ampia di quel che si possa pensare, di conseguenza anche il rischio di non vedere all’orizzonte le opportunità. Tavolo innovazione Feralpi top Si va verso un contesto in cui il servizio è più importante del prodotto (la cosiddetta “servitizzazione”) e dove saranno i distributori a fare il mercato. Ma per arrivare a definire nuovi processi servono soprattutto formazione e cambiamento, nuovi sistemi informativi, condivisione nelle e tra imprese. Una rivoluzione culturale, quella tecnologica è campo della precedente fase di Industria 3.0, che dovrebbe portare a nuovi diversi business. Torna prepotente il tema della cultura d’impresa che deve adeguarsi alle novità e deve sapere vedere le opportunità, anche andando a “pescare” nelle esperienze di settori diversi e totalmente orientati al consumatore finale. Non ci sono alternative: il cambio di paradigma passa da un nuovo modo di pensare la filiera, di considerare gli attori, di generare valore.


“Nuove relazioni e nuova narrazione, tecnica e contenuti”, incontro a Siderweb
Tavolo innovazione Siderweb topLa voglia di trovare esempi concreti di vera Industria 4.0 lungo la filiera non è ancora stata soddisfatta. Forse perché ancora non ce ne sono; o forse perché il modello italiano è troppo diverso da quello tedesco per poter seguire alla lettera i passaggi delineati dalla Germania nel proprio piano Industrie 4.0, da cui si è mutuato quello nazionale. Handicap tutto italiano sarebbe la mancanza di contaminazione tra imprese e tra aziende dello stesso gruppo, come avviene invece in Asia. In Italia, la nuova tecnica della creazione di valore potrebbe passare attraverso il passaggio dalla competizione alla collaborazione competitiva, la creazione di competence center suggeriti dal Piano Calenda e di digital innovation hub, acceleratori di innovazione che spingono sul lavoro condiviso. Solo se c’è circolazione di idee si può rischiare che diventino realtà.   

 


L’obiettivo comune
Non è un tema, ma una modalità. E gli incontri promossi da Siderweb l’hanno messa in evidenza con grande chiarezza: c’è una necessità di confrontarsi e di aprire le porte. Qualcuno ha proposto la creazione di “casi da vedere”, qualcun altro la possibilità di aprire le porte della propria azienda per una vera e propria “sessione operativa”. Che cosa significa? Che la possibilità concreta di affrontare i temi della catena del valore c’è e deve essere colta. Che la necessità di contaminazione è avvertita e che la crescita comune passa dalla capacità di mettersi in discussione.

 


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