21 maggio 2020
Non hanno accolto bene, tre associazioni di categoria che rappresentano le imprese del settore automotive – si tratta di ANFIA, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica; FEDERAUTO, Federazione Italiana Concessionari Auto, Veicoli Commerciali e Industriali e UNRAE, Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri – quella che in una nota congiunta (che può essere consultata cliccando sull’icona ) definiscono «la scelta del Governo, nel recente Decreto Rilancio, di limitarsi al rifinanziamento del fondo per l’acquisto di autoveicoli a basse emissioni».
Si tratta, dicono, «di un intervento poco significativo per un’effettiva ripartenza del settore automotive nel nostro Paese. I numeri che raccontano l’impatto dell’emergenza Covid-19 sul settore automotive sono sotto gli occhi di tutti: i livelli produttivi dell’intera filiera in Italia – già in calo da 20 mesi a fine febbraio 2020 – sono crollati del 21,6% nel primo trimestre dell’anno, periodo in cui gli autoveicoli prodotti risultano in diminuzione del 24% rispetto a gennaio-marzo 2019».
Il lockdown, ricordano, «ha provocato quasi un azzeramento del mercato auto italiano (-85,4% a marzo e -97,5% ad aprile). L’acquisto di un autoveicolo è un investimento importante che, in questa fase, necessita di un sostegno adeguato alla realtà che stiamo vivendo, e che il mercato di oggi possa recepire positivamente. In assenza di interventi mirati, una chiusura del mercato auto 2020 con 500.000/600.000 unità in meno rispetto all’anno precedente determinerà un mancato gettito IVA di circa 2,5 miliardi di euro».
Secondo ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE, insomma, «risulta incomprensibile come in Italia non si faccia nulla per salvaguardare la strategicità e la competitività di un comparto come l’automotive, che esporta oltre il 50% dei suoi prodotti e che in più occasioni ha dimostrato di fungere da traino per la ripresa produttiva di larga parte del sistema manifatturiero e quindi della nostra economia, e si preferisca andare incontro a un rischio di deindustrializzazione».
7 febbraio 2025
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