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Flessione trimestrale del 2,86% per lo Steel Stock Index

Viaggia forte l’Asia, brusca frenata per le compagnie minerarie

Translated by Deepl

Giunti al termine del terzo trimestre dell’anno, è di nuovo tempo di tirare le somme per lo Steel Stock Index di siderweb e per tutte le aziende del paniere, ovvero dei principali produttori siderurgici mondiali quotati in borsa.
Prima di addentrarci nel dettaglio dei protagonisti, analizziamo il risultato complessivo del nostro indice in rapporto all’andamento dei principali indici azionari globali. Dal 30 giugno al 30 settembre, l’indice di siderweb ha perso il 2,86% del suo valore, non riuscendo a replicare i picchi che aveva registrato a maggio e che avevano mantenuto le quotazioni su elevati livelli anche alla fine del secondo trimestre. Purtroppo, però, la chiusura di giugno si trovava nel bel mezzo di una fase discendente che è continuata nei mesi successivi ed ha portato la performance trimestrale in terreno negativo. È comunque da segnalare la buona crescita dello 0,84% del benchmark del settore: l’Iron&Steel Index. Ciò significa che la siderurgia mondiale ha registrato buoni risultati sui mercati finanziari, ma anche che le 56 aziende del nostro paniere (seppur rappresentando una quota minima rispetto alla composizione dell’Iron&Steel Index) nel complesso non hanno tenuto il passo dell’industria dell’acciaio. Sono 22 le aziende che hanno saputo incrementare il loro valore in questi tre mesi e rappresentano il 39% del totale. Di contro, il rendimento di 34 società è stato rivisto al ribasso. Per entrambi i gruppi, sono una decina le azioni che hanno mostrato oscillazioni in doppia cifra percentuale, mentre sono quattro le aziende che si trovano molto vicine ad una situazione di pareggio. Sicuramente l’incertezza sui mercati globali, in particolare su quelli delle materie prime, prosegue e ciò non fa bene ai titoli dei produttori siderurgici. Se nello scorso trimestre le società viaggiavano fiduciose sull’onda della ripresa, ora la situazione si è calmata. Possiamo comunque affermare che le oscillazioni borsistiche sono nel nostro caso repentine ed iperboliche e non sempre riflettono con precisione le dinamiche reali dei mercati, tendendo ad amplificarle sia nel bene che nel male.

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La performance in terreno negativo dello Steel Stock Index spicca nel confronto con gli altri principali indici mondiali. Il secondo peggior calo è infatti quello del NYSE che si ferma a meno della metà del nostro indice a -1,20%. Con variazioni al ribasso annoveriamo anche l’SSE shanghai (-0,64%), nonostante abbia mostrato recenti incrementi che gli hanno consentito di ridurre la discesa trimestrale, ed il DJ (-0,19%). Il fatto che l’Iron&Steel Index faccia parte del Dow Jones e che quest’ultimo sia leggermente calato significa che l’industria siderurgica ha performato sopra la media in questi tre mesi, spinta dalla ripresa della domanda e dal continuo ed inarrestabile aumento dei prezzi. Note particolarmente positive provengono dal FTSE MIB che mostra una crescita del 2,44% seguito dall’Eurostoxx che registra un lieve +0,24%. La scorsa settimana è stata di grande aiuto per rialzare i valori degli indici prima della chiusura trimestrale e chissà che non sia di buon auspicio come punto d’inizio per degli aumenti sostenuti nell’ultima parte dell’anno.

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Euro, dollaro e yuan cinese
I tassi di cambio tra le tre principali valute del nostro paniere hanno subito alcune variazioni nei tre mesi analizzati. In particolare, questi risultati sono dati principalmente dalle oscillazioni dei giorni scorsi che hanno invertito il trend di stabilità in atto da mesi. La valuta europea si deprezza nei confronti del dollaro americano perdendo il 2,09%. Il cambio si attesta oggi intorno a 1,157. L'euro perde valore anche nei confronti dello yuan cinese, con un deprezzamento simile (-2,22%) stabilizzando il cambio a 7,489. Infine, il cambio dollaro/yuan è quello che si è mantenuto più stabile, non registrando oscillazioni degne di nota.
Brutto scivolone per le aziende quotate in dollari americani dalle quali sicuramente ci si aspettava qualcosa di più. Se sui mercati finanziari esse rimangono investimenti proficui per molti analisti di borsa, dall’altro sembra che la scintilla per partire in quarta continui a essere rimandata. Il rendimento medio scende a 9,56%, con quattro società in positivo e dodici in negativo. Non si distinguono i rialzi, mentre fanno rumore i cali: il dollaro si aggiudica infatti due posizioni su tre nella speciale «flop3» trimestrale. Come vedremo in seguito, sono le società minerarie ad aver pagato il prezzo più alto.
Dinamiche totalmente differenti per il paniere di aziende dell’area euro dove il 60% mostra rialzi contro solamente quattro titoli in decrescita. La media del tasso di rendimento è positiva al 3,36% sebbene non emergano particolari picchi tra gli aumenti. L’euro aveva fatto registrare un pareggio nello scorso trimestre nel quale l’indice di siderweb aveva corso forte, mentre oggi gli scenari si sono invertiti con i mercati finanziari che sorridono alle aziende europee e un po’ meno allo Steel Stock Index.
Neanche un ribasso in questo trimestre per i titoli quotati in yuan cinesi. Le sei aziende del paniere mostrano un incremento medio ampiamente in doppia cifra al 16,49%. Anch’esse, così come l’euro da luglio a settembre stanno recuperano terreno grazie soprattutto all’ultimo mese.
Durante questo 2021, i titoli dei principali produttori siderurgici mondiali hanno nella maggior parte dei casi seguito una parabola che li ha portati a raggiungere valori di massimo storico intorno al mese di maggio, per poi leggermente iniziare a calare a giugno e mostrare dinamiche differenti in base all’area geografica di provenienza a settembre. Nel corso dell’anno i ribassi sono andati gradualmente aumentando ed i picchi di valore in positivo diminuendo. Sui mercati finanziari, le aziende siderurgiche non hanno saputo mantenersi sui livelli delle quotazioni delle azioni mostrate in primavera, convertendosi in investimenti sempre meno appetibili. Gran parte degli andamenti futuri dipenderà dalle pubblicazioni dei bilanci trimestrali e da come i risultati dei conti avranno rispettato o meno le previsioni, generalmente molto positive.

Asian top
Dopo aver dominato le classifiche settimanali dei migliori per tutto il trimestre, l’Asia monopolizza anche la «top3» trimestrale, mettendo la ciliegina sulla torta a conclusione di tre mesi di rialzi. Al timone della graduatoria c’è la Cina con Fangda Steel. Il produttore è la società che in questo trimestre vanta la maggior presenza in «top3» ed incrementa il valore del suo titolo per poco più di un terzo (36,42%). Questo rialzo arriva dopo che nel secondo trimestre dell’anno il titolo non aveva brillato perdendo poco più del 10%. In termini di valore assoluto, la quotazione dell’azione si sta mantenendo su cifre leggermente più basse del picco record registrato ad inizio settembre, quando il titolo aveva sfiorato il valore di 10 yuan cinesi. A seguire troviamo un altro produttore cinese, ovvero Xinjiang Bayi Iron&Steel che cresce del 32,30% negli ultimi tre mesi. Anch’essa è apparsa più volte tra i tre migliori rendimenti settimanali, ma a differenza di Fangda, il produttore del gruppo Baosteel era cresciuto anche nel secondo trimestre riuscendo ad aumentare il proprio valore del 50%. Da marzo ad oggi, il titolo ha raddoppiato il proprio valore nonostante sia leggermente sceso dal picco, che ha coinvolto tutte le cinesi, della prima settimana di settembre. Per l’ultima posizione del podio ci spostiamo leggermente più ad est dove il titolo della nipponica JFE Steel incrementa di 30,44 punti percentuali. Stesso andamento delle precedenti due azioni per quanto riguarda il periodo luglio-settembre, mentre situazione di pareggio nei mesi da aprile a giugno nonostante gli ottimi risultati del bilancio trimestrale. In conclusione, sembra proprio che da giugno ad oggi le aziende asiatiche stiano viaggiando sulla stessa lunghezza d’onda sui mercati finanziari.

Flop minerario
Le tre protagoniste della «flop3» trimestrale hanno sì qualche elemento geografico in comune, ma la variabile che più fa effetto è che esse sono tutte aziende minerarie. Come abbiamo analizzato nelle scorse rilevazioni, il mercato minerario si è trovato molto in difficoltà in questi mesi sommerso da ritardi nelle consegne, volatilità e difficoltà nel reperire il personale. Ne fanno le spese le due principali compagnie brasiliane: Companhia Siderurgica Nacional e Vale che perdono rispettivamente il 40,85% ed il 38,19%. Entrambe si erano rese protagoniste di un incremento a fine giugno di poco superiore al 30%, vanificato dalla performance trimestrale odierna. Tutte e due le società, da agosto ad oggi, hanno chiuso al rialzo solamente una settimana. Le iniziative di cui si sono rese protagoniste mirate ad una transizione verso un modello di business più green sembrano ad oggi non aver sortito effetti sugli investitori. Ultimo gradino del podio per l’australiana Fortescue Metals che perde il 35,90%. 

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Ad oggi, le conseguenze delle mosse della Cina per cercare di contenere i prezzi delle materie prime sono ancora imprevedibili. Ciò che possiamo però notare dall’analisi del trimestre borsistico è che il recente crollo del prezzo del minerale ferroso cinese ha decisamente pesato sulle compagnie minerarie mondiali. Sebbene i prezzi delle materie prime nel globo mostrino oggi oscillazioni enormi anche da un giorno all’altro, il governo di Pechino è deciso ad operare su questa linea di contenimento. Il taglio dell’output nazionale di acciaio potrebbe ampliare gli effetti negativi sulle aziende fornitrici: la Cina acquista infatti due terzi del minerale di ferro trasportato via mare a livello mondiale. Lo scenario finanziario di fine trimestre mostra due facce della stessa moneta: se da un lato i titoli delle aziende minerarie crollano in quanto fortemente dipendenti dalle esportazioni verso la Cina, dall’altro le azioni dei produttori cinesi non sembrano per ora soffrire né la riduzione del tonnellaggio, né i vari scossoni del caso Evergrande e viaggiano al contrario imperterriti mostrando rialzi su rialzi.

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Steel Stock Index scende ancora

Soffrono le società europee, bene le cinesi

di Stefano Ferrari

Steel Stock Index in risalita

Soffrono le aziende dell’Unione europea

di Stefano Ferrari

Borsa: ancora giù lo Steel Stock Index

Bene le aziende americane, male le minerarie

di Stefano Ferrari

In calo lo Steel Stock Index

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di Stefano Ferrari

Torna a salire lo Steel Stock Index: +2,21%

Le dinamiche interne si ribaltano: ribassi cinesi contro crescite europee ed americane

di Alberto Fogazzi

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