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Torna a salire lo Steel Stock Index: +2,21%

Le dinamiche interne si ribaltano: ribassi cinesi contro crescite europee ed americane

Translated by Deepl

Si riprende dalle ultime brutte performance lo Steel Stock Index di siderweb che è ancora lontano dai risultati a cui ci aveva abituati la scorsa primavera, ma compie un passo avanti rispetto alle scorse rilevazioni. L’indice registra infatti un incremento positivo del 2,21% coadiuvato dalla crescita di più della metà dei titoli del paniere. Sono 32 le aziende che hanno mostrato rialzi, mentre il 33% delle azioni è in flessione. Dallo scorso venerdì al lunedì i titoli hanno continuato a cadere a picco per poi riprendersi gradualmente durante la settimana. Anche l’Iron&Steel Index, che rappresenta un benchmark del settore siderurgico, è in terreno positivo: il suo risultato è quasi doppio rispetto al nostro indice e chiude la settimana a +4,28%.

Sul fronte dei principali indici globali le dinamiche di ripresa sono le medesime ad eccezione della Cina che sembra sempre essere estranea ai movimenti del mercato globale od anzi anticiparli. L’SSE Shanghai è l’unico indicatore in una situazione di perfetto pareggio, mentre guadagnano punti tutti gli altri principali indici globali analizzati che invertono le ultime tendenze negative: +3,89% per il FTSE MIB e +3,05% per l’Eurostoxx che possiedono le variazioni migliori. A seguire NYSE (+2,34%) e DJ (+1,84%).

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EURO, DOLLARO E YUAN CINESE

Sempre stabile la situazione sul mercato delle valute tra le tre principali divise nelle quali son quotate le aziende del paniere. Si attestano sull’ordine della terza cifra decimale gli assestamenti fra tutti e tre i cambi che rimangono praticamente impercettibili.

Tornano finalmente sulle medie alle quali ci avevano abituato i titoli quotati in dollari che riprendono a crescere ad un tasso medio del 2,33%. Sono stavolta solamente tre le aziende che continuano la fase di flessione e due di esse non provengono dagli Stati Uniti. Gli USA riportano due aziende nella «top3» e rimangono estranei alla classifica dei peggiori.

Stesse dinamiche per l’euro che rivede al rialzo il valore di otto titoli su dieci. Il rendimento medio è leggermente inferiore, all’1,89%. Le salite sono in valore assoluto molto contenute ad eccezione di due picchi intorno al 6% ed anche le due discese non fanno particolare notizia.

Ciò che questa settimana accomuna le aziende quotate in yuan cinesi alle altre è il fatto di essere in controtendenza. Purtroppo, però, dopo essere stati per diverso tempo i migliori della classe, oggi i sei titoli cinesi perdono il 5,47%. Sono cinque su sei le aziende il cui valore è ribassato e due di esse occupano i primi posti della «flop3».

Media di crescita dello 0,78% per le 32 aziende quotate nelle tre principali valute. Il tasso, inferiore a quello dell’indice di siderweb, è dunque il risultato di buone performance europee ed americane senza particolari picchi rilevati contro quelle decisamente negative delle società cinesi, che stanno probabilmente anche pagando le conseguenze dell’incertezza sul futuro dei mercati finanziari dovuta agli effetti ancora non calcolabili del caso Evergrande che sta seminando panico in borsa e non solo.

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TOP & FLOP

In settimana, cali e salite si compensano quasi perfettamente sia per quanto riguarda i valori che per numero di aziende. Come si evince dal risultato dell’indice, il peso delle crescite è stato leggermente più accentuato ed ha saputo portare lo Steel Stock Index in terreno positivo.

Eccezionalmente, dopo diverse rilevazioni, oggi la classifica dei migliori abbandona l’Asia per concentrarsi totalmente nel continente americano. Al primo posto troviamo l’unico picco in doppia cifra della settimana che appartiene ad un’azienda che entra nelle nostre graduatorie per la prima volta in assoluto. La brasiliana Gerdau registra un +11,72%. Le sue oscillazioni sono sempre state abbastanza lievi e non hanno fanno notizia, ma il valore attuale del titolo, nonostante la percentuale settimanale di aumento, stagna da qualche settimana ai minimi da febbraio. Seppur lentamente, l’azione stava perdendo gradualmente valore ed aveva bisogno di un’inversione di tendenza come questa. Secondo posto americano per Commercial Metals (+7,26%). Il valore del suo titolo viaggia dalla scorsa primavera poco al di sopra dei 30 dollari. Di settimana in settimana l’azione ha subito oscillazioni che sono sempre state subito compensate da variazioni di segno opposto. L’americana possiede uno dei titoli più stabili del paniere che non ha mostrato nel 2021 nessun picco rilevante. Chiude la graduatoria un’altra statunitense: Carpenter Technologies (+6,59%). La società era stata quella con rialzo maggiore dallo scorso dicembre a marzo 2021 guadagnando più del 40%. Da allora, però, le discese di valore del titolo sono sempre state più cospicue rispetto alle salite portando nel complesso le azioni a scendere pian piano per attestarsi attorno ad un new normal di 33 dollari.

La «flop3» settimanale, visti i risultati, non poteva che stanziare in Asia. Prime due posizioni eccezionalmente cinesi seguite da un’azienda canadese. Settimana di difficoltà per i colossi cinesi che risentono dell’incertezza dei mercati finanziari orientali. Unico picco in doppia cifra anche in questa graduatoria è quello di Fangda Steel (-12,71%). Il produttore ha fatto l’abitudine alla partecipazione alle nostre graduatorie variando tra migliori e peggiori di settimana in settimana. Il titolo è in questo periodo il più volatile del paniere e viaggia su continue variazioni di valore in doppia cifra. Ancora Cina al secondo posto dove Baoshan Iron&Steel perde l’8,04%. L’azienda, che appartiene al gruppo Baowu (primo produttore siderurgico mondiale), aveva raggiunto il valore di massimo storico due settimane fa con l’azione che aveva oltrepassato la soglia dei 10 yuan. Il calo odierno potrebbe perciò rappresentare un assestamento fisiologico. Da verificare comunque le conseguenze della riduzione dell’output siderurgico cinese sul primo produttore a livello globale. Chiude la «flop3» una new entry: la canadese Stelco (-7,64%).  Anch’essa aveva fatto recentemente registrare un record di valore che sta però per essere vanificato dai recenti continui ribassi. Il valore del titolo è infatti sceso in 4 settimane da 49 a 38 dollari canadesi.

LE OSCILLAZIONI DEI PREZZI DEL MINERALE FERROSO E LE MOSSE DELLA CINA

Il prezzo del minerale di ferro spot per la consegna nel nord della Cina, secondo l'agenzia di segnalazione dei prezzi delle materie prime Argus, è crollato del 22,2% in una settimana per terminare a 100,45 dollari a tonnellata il 17 settembre. Così come l’aumento record che aveva subito a maggio (quando aveva raggiunto i 235,55 dollari la tonnellata), anche questo declino si è rivelato improvviso e totalmente imprevedibile. Ciò potrebbe essere un segnale dell’inserimento in un mercato, presidiato tradizionalmente dai player settoriali, di investitori speculatori. Il fattore principale alla base del crollo dei prezzi rimane però la mossa della Cina, che acquista circa due terzi del minerale di ferro trasportato via mare a livello mondiale, che ha dichiarato di voler tagliare la produzione di acciaio del secondo semestre per far sì che la produzione annuale non superi i 1,065 miliardi di tonnellate del 2020. Questa mossa è mirata a limitare da un lato l’inquinamento e dall’altro il consumo di energia, il cui prezzo sta schizzando alle stelle. Secondo i dati doganali, nei primi otto mesi dell'anno le importazioni cinesi di minerale di ferro sono state di 746,45 milioni di tonnellate, in calo dell'1,7% rispetto allo stesso periodo del 2020. Le importazioni ad agosto sono state di 97,49 milioni di tonnellate, il valore più alto da aprile e segno che l'offerta si sta riprendendo. È inoltre probabile che il dato cresca ulteriormente a settembre. Finora, i maggiori volumi di importazione non stanno comunque determinando un accumulo di scorte. Nel complesso, il mercato sembra essere più equilibrato rispetto all'inizio dell'anno, quando l'offerta è stata interrotta e la produzione di acciaio cinese ha raggiunto record mensili. In ogni caso, i 100 dollari alla tonnellata rimangono valori alti per il minerale ferroso.

SU CHI INVESTIRE? I CONSIGLI DEGLI ESPERTI – UN BREVE CHECK

Partendo dal presupposto che i consigli degli analisti vanno considerati sul lungo termine, andiamo ora a controllare i risultati nell’immediato di alcune delle società indicate come appetibili nelle scorse settimane.

  • ACERINOX: la società spagnola è stata una delle uniche tre a mostrare un rendimento al rialzo la scorsa settimana ed oggi non ha saputo continuare la tendenza. Non va comunque in negativo e si ferma ad una situazione neutrale di pareggio.
  • NUCOR: il produttore americano, super consigliato come investimento, sta seguendo i trend delle statunitensi, accodandosi alla debacle della scorsa rilevazione e mostrando invece un buon rialzo oggi. Per ora, non si sta comunque distinguendo dalla massa.
  • TERNIUM: nemmeno la messicana sta fino ad oggi rispettando le aspettative. Il titolo, infatti, è al quarto calo settimanale consecutivo. Sebbene le discese siano contenute, la graduale ma continua perdita di valore rischia di far rivedere le stime positive.
  • RELIANCE STEEL&ALUMINUM: per il produttore e centro servizi americano vale lo stesso discorso fatto per Ternium. Punto a suo favore è il fatto che il valore del titolo è decisamente sotto i livelli ai quali ci aveva abituato nel 2021 ed ha quindi notevole margine di recupero.
  • COMMERCIAL METALS: ottima performance negli ultimi cinque giorni per quest’azienda. Ci sarà da controllare se questo picco verrà presto vanificato da decrementi o se la società sarà in grado di mantenersi su questa linea.

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