27 marzo 2020
Nuovo approfondimento sul provvedimento da 25 miliardi varato dal Governo per sostenere l’Italia nella tempesta corona virus. Gianfranco Tosini dell’Ufficio studi siderweb analizza ulteriori aspetti e opportunità del provvedimento con un focus particolare sulle misure dedicate alle imprese.
Il decreto “Cura Italia” interviene a favore delle imprese su due fronti principali:
Le misure fiscali
Sospensione, per i settori più colpiti, dei versamenti delle utenze, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria per i mesi di marzo e aprile, insieme al versamento Iva di marzo. I settori interessati sono: turistico-alberghiero, termale, trasporti passeggeri, ristorazione e bar, cultura, sport, istruzione, parchi divertimenti, eventi, sale giochi e centri scommesse. Sospensione dei termini degli adempimenti e dei versamenti fiscali e contributivi per contribuenti con fatturato fino a 2 milioni di euro. Differimento della scadenza (dal 16 al 20 marzo), per gli operatori economici ai quali non si applica la sospensione, del termine per i versamenti dovuti nei confronti delle pubbliche amministrazioni, inclusi quelli relativi ai contributi previdenziali ed assistenziali ed ai premi per l’assicurazione obbligatoria. Sospensione, fino al 31 maggio 2020, dei termini relativi alle attività di liquidazione, controllo, accertamento, riscossione e contenzioso, da parte degli uffici dell’Agenzia delle entrate. Sospensione dei termini per la riscossione delle cartelle esattoriali, per saldo stralcio e per rottamazione. Premio di 100 euro netti ai lavoratori con reddito annuo fino a 40 mila euro che, nel mese di marzo, svolgono la propria prestazione sul luogo di lavoro (non in smart working). Introduzione di incentivi e contributi per la sanificazione e sicurezza sul lavoro, attraverso la concessione di un credito d’imposta, nonché contributi attraverso la costituzione di un fondo Inail.
Le misure a sostegno della liquidità
Per evitare alle imprese la carenza di liquidità sono previsti diversi interventi, anche attraverso la collaborazione con il sistema bancario. I principali sono: la moratoria dei finanziamenti alle micro, piccole e medie imprese, riguardanti mutui, leasing, aperture di credito e finanziamenti a breve in scadenza; potenziamento del Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese, anche per la rinegoziazione dei prestiti esistenti. Le modifiche riguardano: la gratuità della garanzia del Fondo, con la sospensione dell’obbligo di versamento delle previste commissioni per l’accesso al Fondo stesso; l’ammissibilità alla garanzia di operazioni di rinegoziazione del debito, per consentire di venire incontro a prevedibili, immediate esigenze di liquidità di imprese ritenute affidabili dal sistema bancario; l’allungamento automatico della garanzia nell’ipotesi di moratoria o sospensione del finanziamento correlata all’emergenza del corona virus; la previsione, per le operazioni di importo fino a 100 mila euro, di procedure di valutazione per l’accesso al Fondo ristrette ai soli profili economico-finanziari al fine di ammettere alla garanzia imprese che registrano tensioni con il sistema finanziario in ragione della crisi connessa alla pandemia; l’eliminazione della commissione di mancato perfezionamento per tutte le operazioni non perfezionate; la possibilità di cumulare la garanzia del Fondo con altre forme di garanzia acquisite per operazioni di importo e durata rilevanti nel settore turistico-alberghiero e delle attività immobiliari; la possibilità di accrescere lo spessore delle tranche Junior garantite dal Fondo a fronte di portafogli destinate ad imprese/settori/filiere maggiormente danneggiate dall’epidemia; la possibilità di istituire sezioni speciali del Fondo per sostenere l’accesso al credito di determinati settori economici o filiere d’imprese, su iniziativa delle amministrazioni di settore anche unitamente alle associazioni di riferimento; l’estensione del limite per la concessione della garanzia da 2,5 a 5 milioni di finanziamento.
Altri interventi riguardano il rafforzamento dei Confidi per le micro imprese, attraverso misure di semplificazione; la possibilità di corrispondere agli azionisti ed agli obbligazionisti danneggiati dalle banche un anticipo del 40% dell’importo di indennizzo spettante a valere sul Fondo indennizzo risparmiatori (FIR); introduzione di un meccanismo di controgaranzia per le banche da parte della Cassa Depositi e Prestiti, con cui consentire l’espansione del credito anche alle imprese medio-grandi impattate dalla crisi. L’obiettivo è di liberare circa 10 miliardi di ulteriori investimenti.
Rilievi ai provvedimenti
Aver messo limiti di dimensione molto bassi (fatturato sotto 2 milioni di euro) alla possibilità di superare le scadenze fiscali e contributive è discutibile, sia perché si impongono delle procedure di verifica che in questa fase sarebbe meglio evitare, sia perché rischiano di fallire molte imprese (soprattutto le medio-grandi), con ricadute pesantissime su tutto il sistema economico. L’universalità del provvedimento non significa necessariamente l’universalità del ricorso ad esso. È assolutamente necessario che il ricorso alla sospensione delle scadenze per i debiti fiscali e commerciali venga fatto solo dalle imprese che ne hanno veramente bisogno. Le altre, che non si trovano nella necessità di accedere agli strumenti di sostegno offerti dal governo, devono astenersi dal richiederli per non aggravare la crisi di liquidità e la crescita del disavanzo pubblico.
Pertanto, nel prossimo decreto, la sospensione dei versamenti e degli adempimenti tributari dovrebbe riguardare tutte le imprese che presentano situazioni di comprovata difficoltà, attestata da cali di fatturato almeno del 20% Inoltre, si dovrebbe disporre che il versamento dei tributi riprenderà a decorrere da sessantesimo giorno successivo alla dichiarazione di fine emergenza e avverrà in modo rateale in un congruo numero di anni.
Anche il pacchetto delle garanzie statali per aumentare la liquidità delle imprese, attraverso la facilitazione del credito, premia soprattutto le micro e piccole imprese. Un universo interessato in modo diretto dal decreto “Cura Italia”. Per le imprese che non accedono al Fondo, quelle di media e grande dimensione, c’è solo l’intervento tramite garanzia con rischio tripartito tra Ministero dell’Economia, Cassa Depositi e Prestiti e banche (stanziamento 500 milioni). Di qui la necessità di integrare l’intervento con misure per le aziende più strutturate. A questo riguardo, va ancora attuata la disposizione (prevista da decreto crescita del 2019) per aprire il Fondo di garanzia anche alle “small mid cap” (imprese fino a 499 dipendenti) per tutte le operazioni. Ma soprattutto il ministero dell’Economia, sulla base di quanto previsto dal decreto “Cura Italia”, dovrà attivare un meccanismo che sfrutti l’alleggerimento preannunciato dalla Commissione europea sugli aiuti di Stato elevando al livello massimo (90%) le garanzie pubbliche per nuovi finanziamenti, in modo da fornire garanzie primarie più efficaci per le banche in quanto la garanzia scatterebbe fin dal momento dell’erogazione del credito. Il nuovo strumento si rivolgerebbe principalmente alla platea delle imprese di maggiori dimensioni che non possono accedere al Fondo di garanzia delle piccole imprese.
Per sostenere la liquidità delle imprese di tutto il territorio nazionale colpite dall’emergenza, occorre poi introdurre una misura ad hoc. In particolare, si dovrebbe prevedere, compatibilmente con la disciplina europea degli aiuti di Stato, un finanziamento agevolato a 5 anni, con 1 anno di preammortamento, concesso (anche attraverso la CDP alle banche) per esigenze di liquidità (pagamento di stipendi, fornitori, ecc.) assistito da garanzia di ultima istanza dallo Stato e con copertura degli interessi a carico dello Stato medesimo. Alle banche potrebbe essere concesso un credito d’imposta in misura pari all’importo degli interessi, utilizzabile in compensazione. Inoltre, occorre promuovere, anche con il supporto del Fondo garanzia per le PMI, la rimodulazione degli attuali mutui e contratti di leasing, prevedendo nuove linee di credito garantite da immobili aziendali e con una prospettiva di rientro trentennale. Infine, occorre assicurare massima tempestività nei pagamenti della pubblica amministrazione, garantendo, quantomeno, il rispetto dei termini di legge.
8 novembre 2024
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