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Coronavirus: l’acciaio rallenta in tutto il mondo

Si susseguono le iniziative dei player internazionali per ridurre al minimo la possibilità di espansione del contagio

Dopo che case automobilistiche e altre aziende hanno tagliato la produzione a causa dell'epidemia di coronavirus, Tata Steel Europe ha ridotto la produzione pur mantenendo in funzione i suoi forni principali: «Continueremo a gestire – ha annunciato – tutti e quattro gli altiforni nei nostri due centri di produzione dell'acciaio a IJmuiden, Paesi Bassi, e Port Talbot, nel Galles. Tuttavia, la produzione di acciaio liquido verrà ridotta a seguito dell'improvviso calo della domanda. Stiamo monitorando attentamente la situazione e siamo pronti a rivedere queste decisioni in base alla domanda del mercato nelle prossime settimane».

GFG Alliance, dal canto suo, ha reso noto che continua «ad adattare la produzione alla domanda impianto per impianto, con la massima priorità alla sicurezza dei dipendenti. Rimaniamo impegnati a supportare i nostri clienti durante questo periodo, in particolare quelli che hanno un ruolo vitale nella gestione della risposta al virus, fornendo ad esempio materiali per attrezzature mediche e imballaggi alimentari».

Sul fronte interno, invece, «stiamo prendendo tutte le misure necessarie in conformità con l'OMS e i consigli del governo nei Paesi in cui operiamo per proteggere le nostre persone». GFG Alliance ha formato un comitato direttivo globale «che sta monitorando l'impatto del Covid-19 sulle nostre operazioni, nonché i piani dei governi nazionali per sostenere le loro industrie siderurgiche e dell'alluminio, che rimangono un motore fondamentale delle loro economie oggi e in futuro».

Negli Stati Uniti, il Chesterton Tribune ha riferito che US Steel ha annunciato una interruzione programmata per 48 giorni di un altoforno a Gary Works, nell’Indiana, da aprile: «L'epidemia globale di coronavirus è una situazione senza precedenti e in rapida evoluzione. Rimane incerto quanto durerà la situazione e quali saranno gli impatti per l'intero anno»

La società, a partire dal 1° aprile, ridurrà il personale di circa 1.500 dipendenti a Gary Works mentre farà funzionare al minimo gli altri altiforni e fermerà tutta la produzione nella struttura.

In Canada, il presidente di Algoma Steel, Michael McQuade, ha informato i lavoratori che un dipendente di un fornitore è risultato positivo al test per il Covid-19 lo scorso fine settimana: «La persona si è recata a Soo da un'altra provincia il 12 marzo 2020. Algoma Public Health è certa che la probabilità di trasmissione è bassa, tuttavia per cautela abbiamo informato gli impiegati che erano stati a contatto con quella persona di rimanere a casa e di autocontrollarsi per 14 giorni». McQuade ha anche spiegato che «un dipendente è stato testato per Covid-19, ma al momento, pur non avendo ricevuto i risultati, abbiamo chiesto agli altri impiegati e ad un piccolo numero di personale dell'appaltatore che ha avuto stretti contatti con il dipendente di non venire al lavoro in attesa dell'esito dei risultati dei test. Qualsiasi strumento lavoro e le aree comuni occupate da questo impiegato vengono completamente sterilizzati».

In Russia, il gruppo NLMK sta rivedendo il programma di investimenti sul progetto Capex 2020 che originariamente prevedeva un impegno di 1,1-1,2 miliardi di dollari e si ipotizza una revisione al ribasso, come pure l’avvio di alcuni progetti di espansione potrebbe essere rinviato. Allo stesso tempo, NLMK sta procedendo a revisioni delle principali operazioni di produzione di acciaio a Lipetsk previste per il 2020. «L'attuale livello di liquidità – ha comunque reso noto il gruppo russo – crea un buffer di sicurezza per garantire operazioni aziendali ininterrotte».

In Ucraina, Metinvest ha fatto sapere che non vuole «rimanere in disparte da ciò che sta accadendo intorno. Comprendiamo che le azioni chiare e ponderate da parte delle grandi aziende sono importanti come mai prima d'ora per mostrare la massima cura per i nostri dipendenti e aiutare le persone nelle città in cui operiamo. Oltre 160 mila maschere e respiratori di sicurezza e oltre un milione di guanti sono stati acquistati per i lavoratori delle imprese ucraine del gruppo». Ma non solo.

«I siti produttivi di Ilyich Iron and Steel Works di Mariupol e Azovstal Iron and Steel Works – ha anche detto Metimvest – forniscono ossigeno agli ospedali di Mariupol e della regione, al centro perinatale, all'ospedale oncologico e a tutte le istituzioni mediche che possono inviare tali richieste a queste imprese».

In Giappone, invece, JFE Steel ha annunciato che arresterà «un altoforno nella zona orientale, ridimensionando la sua produzione interna di acciaio grezzo di circa 4 milioni di tonnellate o circa il 13%, in risposta alla domanda debole in patria e all'estero. I produttori siderurgici giapponesi sono stati colpiti dall'effetto degli attriti commerciali tra Stati Uniti e Cina e dal calo del mercato interno, ma la continua espansione del coronavirus può ulteriormente smorzare la domanda globale di materiale, ampiamente utilizzato nelle industrie manifatturiere».

Entro la fine di marzo del 2024, poi, JFE Steel interromperà «la produzione di acciaio grezzo in un altoforno del suo stabilimento di East Japan Works. La sospensione ridurrà il numero di altiforni a sette.

La capogruppo JFE Holdings ha anche declassato le sue prospettive di utili. Si aspetta ora di chiudere in rosso e prevede perdite di 190 miliardi di yen (1,74 miliardi di dollari) rispetto ad un utile netto stimato in precedenza di 13 miliardi di yen.

Anche Steel Authority of India ha intenzione di ridimensionare le sue attività produttive per prevenire la diffusione del coronavirus, ma non è stato ancora in grado di dire quando lo farà: «Desideriamo informare che, sulla scia dell’esplosione del Covid-19, la società ha adottato varie misure precauzionali in tutti i suoi impianti e unità per sostenere lo sforzo nazionale di contenere la diffusione della pandemia. Disponibilità di materie prime di input, salute e sicurezza dei dipendenti e delle loro famiglie, supporto logistico limitato e vincoli di vendita, le operazioni di produzione in tutti i nostri stabilimenti e unità sono state razionalizzate come giustificato dalle circostanze difficili. Di conseguenza, è probabile che l'utilizzo della capacità diminuisca durante questo periodo».


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