8 maggio 2025 Translated by Deepl
RHO (Mi) – Un bilancio «in riduzione ma discreto, considerata la complessità del contesto». Così Antonio Marcegaglia, presidente e Ceo di Marcegaglia Steel, ha commentato i risultati 2024 del gruppo siderurgico, approvati ad aprile, poco prima quindi dell’apertura di Made in Steel 2025.
Il fatturato consolidato della divisione Steel si è attestato a 6,822 miliardi di euro, in calo del 12,3% rispetto all’anno precedente, principalmente a causa della riduzione dei prezzi (-8%). I volumi venduti si sono fermati a 5,7 milioni di tonnellate, segnando una diminuzione del 3,5% rispetto ai 5,9 milioni del 2023, «in linea con l’andamento del mercato europeo», ha precisato Marcegaglia.
Nonostante il calo dei ricavi, il gruppo ha mantenuto una buona tenuta operativa. L’Ebitda si è attestato a 430 milioni di euro (6,3% dei ricavi), rispetto ai 584 milioni del 2023. Il cash flow operativo ha superato quello dell’anno precedente, salendo a 357 milioni di euro. Positiva anche l’evoluzione della posizione finanziaria netta, scesa da 217 a 110 milioni di euro. Gli investimenti contabilizzati nel 2024 ammontano a 122 milioni di euro.
«Siamo riusciti a difendere le nostre posizioni – ha sottolineato Marcegaglia – e guardiamo con fiducia alla seconda parte dell’anno, che dovrebbe segnare una ripresa grazie a fattori macroeconomici favorevoli».
Ottimismo per la seconda metà del 2025
Il primo trimestre del 2025 per Marcegaglia ha mostrato una lieve contrazione dei volumi (-1,7%) rispetto a un Q1 2024 che, tuttavia, era stato buono rispetto al resto dell’anno. E aprile, nonostante i pochi giorni lavorativi per via delle varie festività, ha registrato un leggero miglioramento rispetto all’anno precedente. «Ci aspettiamo un progressivo recupero – ha spiegato Antonio Marcegaglia – sostenuto dalla messa a terra del Pnrr, da segnali di ripresa in Germania e da una maggiore stabilità macroeconomica».
Tra gli elementi che alimentano l’ottimismo, c’è il maxi piano infrastrutturale e per la difesa approvato dal Parlamento tedesco. «La Germania ha rotto, con positiva sorpresa, il tabù di una spesa super controllata – ha affermato Marcegaglia – e credo che questo possa tradursi in un rimbalzo relativamente rapido dell’economia del Paese, che resta il nostro primo mercato estero». Anche in Italia, si attende un’accelerazione degli investimenti industriali grazie alla prossima scadenza delle misure del Pnrr e di Industria 4.0: «Credo che nella seconda metà dell’anno vedremo effetti concreti», ha aggiunto.
Sul fronte dei prezzi, «a novembre 2024 eravamo arrivati su livelli anomali – ha spiegato Marcegaglia -, dopodiché il carbon steel ha recuperato circa 70-80 euro/ton in Sud Europa e circa 100 euro/ton in Nord Europa. Questo trend rialzista, che ci stava riportando a dei livelli di prezzo accettabili, si è poi trasformato in un movimento laterale, poiché i prezzi internazionali, causa indebolimento del dollaro, hanno generato dubbi sulla sostenibilità di questo percorso». Tuttavia, «non prevediamo un’inversione di tendenza – ha chiarito – grazie alla combinazione di una domanda in ripresa e di un’offerta più contratta per effetto del rafforzamento delle misure di Salvaguardia dell’Ue e dei dazi antidumping sulle importazioni di coils a caldo».
In merito al Piano d’azione europeo per l’acciaio e i metalli, presentato dalla Commissione Ue lo scorso marzo, Marcegaglia ha espresso un giudizio positivo sul metodo: «È importante che sia nato da uno Steel Dialogue, un approccio innovativo rispetto alla tradizionale burocrazia autoreferenziale europea. Sono state raccolte dalla viva voce dei protagonisti del settore le istanze più urgenti». Il presidente del gruppo riconosce la mancanza, per ora, di azioni concrete, ma non esclude sviluppi in tempi ragionevoli. Quanto alle principali tematiche che esso affronta, «sono quelle di sempre: energia, commercio, decarbonizzazione», ha rimarcato. Proprio sulla decarbonizzazione, Marcegaglia ha espresso cautela: «L’obiettivo è ambizioso e molto centrato sull’idrogeno, che oggi ha costi ancora elevati. Senza un’energia rinnovabile a basso costo, il rischio è un incremento insostenibile dei costi. Avrei preferito un approccio più graduale e un mix di soluzioni di accompagnamento sui costi della produzione».
Strategia industriale: inox e filiera integrata
L’ultimo anno è stato cruciale per la strategia industriale del gruppo. Dopo l’acquisizione, nel giugno 2024, dello stabilimento Ascometal a Fos-sur-Mer (Francia), Marcegaglia ha avviato un investimento da 750 milioni di euro per la realizzazione di una nuova acciaieria elettrica con capacità di 2,1 milioni di tonnellate e impianti di laminazione. L’impianto, operativo dal 2028, completerà la filiera dell’acciaio inox, integrandosi con l’impianto di Sheffield acquisito nel 2023.
Nel frattempo, a inizio 2025, è nata una joint venture con il Gruppo Manni, già cliente Marcegaglia per una parte dei coils. L'iniziativa è «incoraggiante sotto il profilo del rafforzamento e del consolidamento del valore aggiunto lungo la filiera, anche verso una valorizzazione dei prodotti ad alto valore aggiunto», ha spiegato Marcegaglia.
In tema di M&A, porte aperte a nuove operazioni, ma con cautela: «Abbiamo già molto da gestire: serve equilibrio finanziario». Negli Stati Uniti, dove il gruppo è presente con una piccola unità di finitura che lavora materiale proveniente dal Regno Unito, si è valutata una possibile espansione, «ma escludiamo integrazioni a monte». In ogni caso, ha chiarito Marcegaglia, «prima di fare mosse di questo tipo, abbiamo bisogno di chiarezza sul quadro dei dazi Usa».
GravitHy e acciaio green
Marcegaglia ha ricordato la sua partecipazione al progetto GravitHy, che prevede la produzione, dal 2029, di 2 milioni di tonnellate annue di DRI/HBI a basso impatto ambientale a Fos-sur-Mer. «La vicinanza con il nostro impianto rende l’iniziativa strategica per alimentare la futura acciaieria con green DRI», ha spiegato.
Innovazione e bellezza: la scommessa di Cromatica
Tra i progetti più innovativi di Marcegaglia figura Cromatica, la tecnologia proprietaria di stampa su acciaio pensata per l’architettura e il design. «Come dico sempre, vogliamo vendere non solo tonnellate, ma metri quadrati di bellezza», ha detto Antonio Marcegaglia. Le prime applicazioni includono stazioni della metropolitana di Roma. «Siamo nella fase iniziale; tuttavia, se il prodotto crescerà come speriamo, potrebbe evolvere in uno spin-off. La stima per il 2025 è un contributo all’Ebitda di circa 10 milioni di euro».
Made in Steel, spazio di dialogo e crescita
In chiusura, Marcegaglia ha sottolineato il valore strategico della fiera Made in Steel: «È un luogo di contaminazione nel senso più nobile del termine, uno spazio di dialogo e confronto. La crescita dei contenuti e della presenza internazionale conferma la validità del format. La nostra partecipazione non è mai stata in discussione».
Stefano Gennari
28 maggio 2025
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