7 maggio 2025
RHO (Mi) – Dopo un 2024 complesso, caratterizzato dal rallentamento di mercati cruciali come quelli di Germania e Francia, il 2025 è iniziato con alcuni segnali incoraggianti per Gruppo Riva. Come ha sottolineato il presidente Claudio Riva, intervistato a Made in Steel, l’azienda continua ad investire, nonostante alcune incognite a livello internazionale.
Com'è andato il 2024 dal punto di vista del mercato e come si è chiuso il bilancio del gruppo?
Il 2024 ha seguito la tendenza negativa congiunturale e di mercato del 2023. La domanda, soprattutto nei Paesi del nord Europa, è stata inferiore alla media degli anni precedenti con una capacità produttiva inutilizzata importante e pressione dall’import extraeuropeo. Inoltre, il biennio 2023/2024 è stato caratterizzato da un livello di prezzo del rottame eccessivamente elevato rispetto alle quotazioni del prodotto finito, che ha portato la forbice a chiudersi risultando in una situazione insostenibile sul lungo periodo.
Il 2025, invece, com'è iniziato e come sono andati i primi quattro mesi?
Per il Gruppo Riva l'anno corrente è iniziato con segnali che danno fiducia. Oltre all'aumento dei prezzi a cavallo d'anno, dettato dalla necessità dei produttori di cercare marginalità positiva, notiamo proseguire con una buona stabilità le quotazioni, nonostante gli avvenimenti sul mercato e sulla scena mondiale.
Quali sono i fattori che stanno influenzando la vostra attività e i vostri mercati? Quali i settori che stanno performando meglio?
I fattori che influenzano maggiormente l'attività del Gruppo Riva sono l'andamento della costruzione e della meccanica. Per quanto riguarda la meccanica è evidente che il cammino imboccato circa un decennio fa, ovvero attingere ai mercati globali per cercare sempre il prezzo più basso, ha avuto come conseguenza l'arrivo in Europa di prodotti a prezzi di dumping o quasi, portando all'indebolimento strutturale della filiera industriale perdendone man mano pezzi e competitività. Possiamo aggiungere, inoltre, la crisi sistemica e concettuale del settore automotive europeo che corona il momento difficile degli acciai di qualità e della meccanica europea.
Per quanto concerne il mercato delle costruzioni c’è stato un forte rallentamento nei Paesi nordeuropei, come Germania e Francia. I tassi elevati e l'incertezza economica hanno fatto rallentare il settore privato, mentre gli investimenti strutturali delle grandi opere tardano ad essere avviati. Il sud Europa, invece, si distingue per una buona situazione della domanda d'acciaio che se sostenuta da disponibilità di rottame e costi energetici abbordabili può essere considerata soddisfacente.
Quali prospettive intravedete per i prossimi mesi? Quali i rischi e quali le possibili opportunità da cogliere?
Le prospettive future dipendono interamente da come noi europei ci porremo davanti alle nuove sfide che si presentano. Il recente passato ci ha mostrato che un’economia florida e un sistema che possa funzionare ed essere indipendente necessita di una filiera industriale europea funzionante. Questa deve potersi misurare ad armi pari con i propri concorrenti. Le forti prese di posizione degli Stati Uniti nei confronti di Paesi che competono in maniera sleale possono essere un'opportunità per creare una nuova area di scambio tra Paesi fondati sul libero mercato protetti dalla concorrenza sleale e dalla sovracapacità di questi ultimi.
È evidente, peraltro, che potremo sicuramente trovare soluzioni per abbassare costi come energia elettrica e materie prime, impensabile invece eguagliare le condizioni economiche e sociali dei lavoratori di questi Paesi. In conclusione, se vogliamo difendere l'alto standard vigente nel mondo occidentale non possiamo far altro che proteggere il nostro sistema.
Sul fronte degli investimenti, quali sono le novità introdotte quest'anno?
Continuiamo il nostro percorso per abbassare ulteriormente le emissioni dirette di CO2, già eccezionalmente basse. Inoltre, affianco a sicurezza e produttività degli impianti diamo un valore importante al riutilizzo dei nostri materiali di risulta della produzione dove nella grande maggioranza dei nostri siti raggiungiamo fino ad oltre il 98% di valorizzazione e riutilizzo.
Cosa vi ha spinto a tornare a Made in Steel e quali aspettative per la fiera di quest'anno?
Made in Steel rappresenta per noi un'importante occasione di ritrovo con i nostri clienti, aggiornamento sulle novità e scambio di vedute delle situazioni contingenti. Notiamo con piacere che avendo saputo della conferma della nostra presenza a questo evento anche molti clienti e fornitori esteri quest’anno hanno deciso di recarsi a Milano per farci visita. La connotazione paneuropea dell’evento è per noi importante e motivo d’orgoglio per Made in Steel, per noi siderurgici italiani e per Milano, abituata a ospitare le più importanti fiere del settore terziario e manifatturiero. Questa città ha bisogno di un evento così rilevante anche per un settore primario come quello siderurgico. È però doveroso fare più attenzione all’aspetto logistico di accesso e deflusso dalla fiera. La rinuncia o il fastidio arrecato ai clienti e ai fornitori mette infatti a rischio la riuscita dell’evento, fino a mettere in dubbio la partecipazione degli espositori.
Federico Fusca
8 maggio 2025
Un settore alle prese con sfide epocali, che promettono di cambiare il volto sia alla produzione sia alla distribuzione europea.
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