9 aprile 2024 Translated by Deepl
A gennaio di quest’anno, in Italia, è calata sia la produzione di tubi sia quella di filo ma, mentre la prima ha fatto segnare un -1,5%, il secondo dato è stato inferiore del 7,6% rispetto allo stesso mese del 2023. Variazioni che confermano un trend in atto dallo scorso luglio. Tuttavia, «gli ultimi tre anni sono stati molto migliori per il settore del filo». Questa la premessa fatta da Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi siderweb, durante il webinar MERCATO & DINTORNI tenutosi questa mattina e dedicato a tubi e filo in acciaio.
Analizzando i dati sul commercio estero, le importazioni di tubi in Italia hanno visto un lieve aumento nel 2023, trainato esclusivamente dagli arrivi di tubi saldati di grandi dimensioni (+65,1% tendenziale). L’export è calato invece del 3%. Nel dettaglio, sono diminuite le esportazioni di tubi saldati di piccole dimensioni e di tubi senza saldatura, mentre sono cresciute quelle di tubi saldati di grandi dimensioni. «Nonostante il mercato dei tubi di grandi dimensioni sia contenuto in Italia, la sua crescita in termini percentuali è stata notevole», ha sottolineato Ferrari.
Situazione opposta nel caso della vergella: a un calo dell’import è corrisposta una salita dell’export. «Una notizia senz’altro positiva per i produttori italiani», ha commentato l’analista di siderweb, sottolineando che a essere cresciute sono state soprattutto le esportazioni di vergella di acciai speciali.
Quanto al filo, «hanno tenuto le esportazioni di acciai speciali, mentre sono calate quelle di fili in acciaio al carbonio».
Analizzando le performance dei clienti industriali nel mercato italiano, il 2023 ha visto due settori in calo in termini di produzione, vale a dire meccanica e mobili, e i restanti comparti in miglioramento; in particolare, quello degli altri mezzi di trasporto. A gennaio 2024 sono stati ben cinque i settori in calo, mentre sono cresciuti quello delle costruzioni e, ancora, gli altri mezzi di trasporto.
Sotto il profilo dei prezzi, Stefano Ferrari ha osservato che «il rottame è cresciuto di 7 euro in media, mentre la vergella è calata di 28 euro nel 2024. Il margine per i produttori si è quindi leggermente ristretto». La differenza tra le quotazioni del rottame e della vergella, che ad aprile/maggio 2022 aveva raggiunto il massimo storico di 700-750 euro la tonnellata, si attesta oggi a 300 €/t, un numero che però «è ancora superiore a quello del 2020 (231 €/t)».
Il prezzo del filo ha «avviato all’incirca a metà del 2022 una parabola discendente che però è stata un po’ meno marcata rispetto a quella della vergella. La differenza rispetto al prezzo della vergella resta più alta di quella che quest’ultima ha rispetto al prezzo del rottame».
Infine, Ferrari ha analizzato l’andamento delle quotazioni dei coils laminati a caldo e dei tubi saldati, notando come le due curve abbiano seguito un andamento analogo. «Lo spread non è variato molto in confronto a quello tra vergella e rottame. Inoltre, la differenza tra prezzi dei coils a caldo e prezzi dei tubi saldati è tornata ad essere quella del periodo Covid o dei mesi immediatamente precedenti», ha concluso il responsabile dell’Ufficio Studi siderweb.
Stefano Gennari
14 marzo 2025
Nuova edizione del siderweb TG. Credits: archivio siderweb; World Steel Association; European Commission.
Lascia un Commento