22 febbraio 2023
Proprio la scorsa settimana è partito il progetto Heatleap, la grossa pompa di calore di Turboden, che si innesta sull’I-Recovery, impianto che cede acqua calda alla rete di teleriscaldamento di Brescia e che la recupera perché, più fredda, sia riutilizzata. E ORI Martin non si ferma certo qui con i progetti di mitigazione del proprio impatto: «Nei prossimi mesi presenteremo ufficialmente il nostro piano di decarbonizzazione» ha anticipato Roberto de Miranda, membro del Comitato esecutivo di ORI Martin, per il quale sono stati chiesti fondi nell’ambito del Pnrr. «Abbiamo in progetto di abbattere ulteriormente le nostre emissioni – ha specificato -, con un nuovo forno fusorio più performante, con il recupero dei fumi del forno di riscaldo del laminatoio. Stiamo installando pannelli fotovoltaici e abbiamo in programma altri contratti di Ppe di energia rinnovabile. Ma non voglio anticipare troppo».
Certo è che «sono sempre di più i nostri clienti che ci chiedono la carbon footprint e quanta energia rinnovabile usiamo per la nostra produzione». «Mi auguro però che, come filiera degli acciai speciali, riusciremo a imporre un extra prezzo al cosiddetto “green steel” – ha dichiarato de Miranda -. Per avere questo acciaio verde bisogna fare investimenti, e credo che la filiera debba riconoscere un extra prezzo alle tonnellate che vengono prodotte con energia verde, certificandolo certo».
Quanto ai prezzi degli acciai speciali lunghi oggi, ha detto intervenendo al webinar di siderweb “Acciai speciali: ritorna la domanda?”, «il trend è di discesa ed è molto influenzato dal fatto che è venuto a mancare il paradigma che legava l’andamento del rottame a quello del finito, a causa del prezzo dell’energia. È una difficoltà che quotidianamente ho con i nostri clienti». Appesantita dal fatto che «non sappiamo se da aprile ci sarà ancora il credito d’imposta al 45%».
In questo contesto, «mi aspettavo una domanda migliore in questo inizio d’anno – ha detto de Miranda -. Il 70-75% dei nostri prodotti va nell’automotive, che aveva programmi più brillanti. Non ne faccio certo una critica ai clienti: credo che gli OEM abbiano scarsa visibilità e questo si ripercuote su tutta la filiera dell’auto». Ma «un certo recupero ci deve essere, spero non si faccia peggio del 2022». Stanno andando meglio, invece, veicoli commerciali, movimento terra, macchine agricole, «dove il cliente finale ha una visibilità maggiore», e continua a tirare anche la meccanica. «Vedo che sia il mondo della trafila che del commercio hanno ancora stock abbastanza pieni: non sta avvenendo un più rapido destoccaggio in cui invece speravo». È «sempre più determinante l’eolico, che ha un andamento abbastanza piatto, ma che riparte quando arrivano le grandi commesse». Infine, ha ricordato de Miranda, l’8-10% dei nostri volumi va nelle costruzioni. «Il 2022 è stato molto buono, per la nostra controllata Slm soprattutto. Ora i prezzi stanno scendendo e anche qui si sta avviando una fase di destocking».
Nel 2022, ORI Martin ha prodotto e venduto circa il 15% meno rispetto all’anno prima. «Credo che sia un risultato in linea con tutto il mercato» ha specificato de Miranda, aggiungendo che il bilancio finale andrebbe stilato prendendo in considerazione l’ultimo biennio. «Nel 2021, infatti, viaggiavamo alla massima capacità produttiva, non sapevamo come accontentare il cliente, la domanda era altissima e abbiamo preso forse troppi ordini, a volte rimettendoci anche. Nel 2022 abbiamo recuperato».
Quanto, infine, alla messa al bando in Ue dei nuovi veicoli a motore termico dal 2035, «ritengo sia più una minaccia che un’opportunità – ha detto de Miranda -. Penso che sarà necessario l’aggiornamento previsto per il 2026, e nulla è ancora scritto. È giusto andare verso la decarbonizzazione, e tutti ci impegniamo, noi siderurgici in primis. Ma mi sembra una scelta troppo affrettata e radicale, quando si possono raggiungere quasi gli stessi obiettivi con carburanti diversi, adottando un approccio di neutralità tecnologica».
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