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Acciaio: Nord-Est «primo della classe»

Nel 2021 crescono più che nel resto d'Italia gli indici di redditività. L'analisi di Carini (UniBs) e Ferrari (siderweb)

Un fatturato di oltre 23 miliardi di euro, in crescita del 66%, e un reddito netto di 1,2 miliardi, +291%. Ancora, un Ebitda di 2,5 miliardi e un valore aggiunto di 4,1 miliardi, entrambi in aumento. Sono i risultati registrati nel 2021 dalla filiera dell'acciaio del Nord-Est, secondo quanto rilevato da siderweb sulla base dei numeri contenuti in Bilanci d'Acciaio 2022. Numeri che sono stati presentati e commentati da Cristian Carini, professore associato dell'Università degli Studi di Brescia, durante il webinar «Nord-est d'acciaio: cosa aspettarsi per il 2023», svoltosi oggi 23 novembre.

Sono stati analizzati i bilanci 2021 di 505 imprese del Nord-Est (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto), che rappresentano circa il 28% del totale delle imprese italiane del settore e generano il 29% del fatturato. Ne deriva che la dimensione media delle aziende nel Nord-Est è leggermente maggiore che nel resto d'Italia, con 46 milioni di fatturato contro i 44 della media nazionale. Rispetto alla popolazione complessiva, la filiera è sbilanciata più sulla distribuzione che sulla distribuzione.

«Nel 2021, lo sviluppo delle vendite ha avuto una crescita diffusa decisamente significativa – ha spiegato Cristian Carini –. Il cluster della produzione, essendo strutturalmente più rigido, è cresciuto meno in termini di fatturato. Ad aver avuto un’esplosione incredibile sono stati i centri servizio, anche per effetto dell’aumento dei prezzi».

Dal punto di vista dell’indebitamento, il valore complessivo è di molto inferiore rispetto all’intera popolazione e migliora la sostenibilità economica del debito, grazie all'incremento della redditività e alla conseguente capacità di coprire gli oneri finanziari. La rischiosità finanziaria appare «adeguata nel tempo, tuttavia andrà monitorata per capire come si evolverà a fronte del mutato contesto economico». Ancora, «è necessario capire come si muoveranno i tassi di interesse, per verificare se gli ottimi risultati potranno essere mantenuti anche nel 2022 e 2023. Le probabilità che ciò accada non sono alte, perché il 2021 è stato un anno eccezionale sotto tutti gli aspetti», ha sottolineato Carini. Secondo un sondaggio di siderweb sul sentiment degli operatori, i timori di una riduzione del reddito netto sono elevati sia per quest'anno sia sopratuttto per il 2023, a causa di costi operativi, inflazione e cambiamenti geopolitici.

«La congiuntura rimane difficile. I prezzi dell'acciaio sono in calo, i settori utilizzatori sono tutti in rallentamento ad eccezione dell'automotive e delle costruzioni», è stata la sintesi di Stefano Ferrari, responsabile dell'Ufficio Studi di siderweb. Il quale, prendendo in considerazione il Nord-Est, ha evidenziato come il Pil faccia registrare una performance superiore al resto d'Italia, grazie soprattutto all’export. Export che risulta più forte che nel resto d’Italia «grazie soprattutto alla componente friulana». Tuttavia, «l'area, dopo il Centro-Sud, è quella più vulnerabile al caro energia» secondo Svimez. Quanto all’andamento degli ordini dell’industria manifatturiera in generale, dai dati di Banca d’Italia si evince come «da inizio 2020 il Nord-Est abbia fatto costantemente meglio rispetto alle altre aree».

Ferrari ha ricordato che la produzione italiana di acciaio grezzo è scesa del 10,8% nei primi dieci mesi di quest’anno e che gli ultimi dodici mesi hanno visto undici segni meno. Inoltre, da giugno di quest’anno ad oggi, il calo è stato per quattro volte superiore al 10%. Prendendo in considerazione alcuni dei prodotti più rappresentativi per la filiera del Nord-Est, si nota come la produzione di tubi, che fino al 2019 era su livelli simili a quella dei trafilati, sia andata poi peggiorando mantenendo tutt’oggi una certa distanza rispetto a quella del secondo prodotto. Illustrando invece l’andamento dei settori utilizzatori, Ferrari ha notato che nell’ambito della meccanica i prodotti in metallo restano maggiormente depressi rispetto ad apparecchiature elettriche e macchinari, con cali del 3,9% a gennaio-settembre di quest’anno e del 4,6% a settembre. Per i trasporti, il segmento degli autoveicoli, dei rimorchi e dei semirimorchi ha avuto un’evoluzione negativa (-1,6% a gennaio-settembre 2022) rispetto a quello relativo agli altri mezzi di trasporto (+3,5%). Quello delle costruzioni è invece il settore che è salito di più grazie agli incentivi: +14,4% nei primi otto mesi.

Parlando di prezzi, il responsabile dell’Ufficio Studi siderweb ha mostrato l’andamento di tondo e laminati mercantili sottolineando come i laminati abbiano avuto una performance migliore dal 2020 ad oggi, a differenza della curva del tondo che è stata caratterizzata da tre picchi negativi. Tuttavia, mentre il prezzo del tondo sembra essersi stabilizzato di recente, quello dei laminati mercantili ha continuato a tendere al ribasso dopo un lieve incremento a settembre. Gli acciai speciali sono apparsi meno volatili rispetto agli acciai comuni, con un picco di prezzo raggiunto in ritardo rispetto ai secondi (a maggio anziché ad aprile), e al momento prosegue il ribasso. I tubi saldati, dopo un primo record storico a luglio 2021, sono calati del 23% a gennaio 2022, dopodiché hanno toccato un nuovo record ad aprile 2022, mentre negli ultimi sette mesi hanno perso il 40% e potrebbero arretrare ulteriormente sulla scia dei prezzi dei coils.


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