13 settembre 2022 Translated by Deepl
La situazione, va da sé, «è complessa». Ma sembra esserci una tendenza di fondo individuabile per l’acciaio: dopo le impennate di prezzo della fine del primo trimestre, causate in massima parte dall’invasione russa dell’Ucraina, c’è stata una correzione durante le settimane estive. E ora ci si attende una blanda ripresa, non un cambiamento di tendenza.
Lo ha spiegato nella propria dettagliata analisi Achille Fornasini, Partner & Chief Analyst di siderweb, durante l’appuntamento di questa mattina con MERCATO & DINTORNI. Che in apertura ha parlato anche di gas. «Le quotazioni al Ttf da settembre a oggi hanno visto 4 ondate rialziste di magnitudine crescente. Un’anomalia che sta mettendo in crisi il nostro settore industriale – ha sottolineato Fornasini -. A ogni fase espansiva sono seguite correzioni, dovute ad attese di una sistemazione del mercato. Oggi stiamo vivendo una fase correttiva, ma restiamo su livelli molto alti, inaccettabili, superiori all’ultimo record storico di marzo 2022. È un mercato molto speculativo – ha sottolineato – e qualche intervento migliorativo sui meccanismi è doveroso ma difficile che avvenga in tempi rapidi, finché si andrà avanti con l’unanimità a livello europeo».
Quanto ai mercati energetici, da fine 2021 a oggi si è avuto un aumento del +1.256% in bolletta. «Il disaccoppiamento dei prezzi di gas ed energia sarebbe la prima cosa da fare» secondo l’analista.
Passando ai noli marittimi, il Baltic Dry Index, dopo lo straordinario aumento del secondo semestre 2021, ha avuto una correzione a inizio anno, un recupero quasi concomitante con lo scoppio della guerra e poi un drastico ridimensionamento sotto i minimi del 2020. Il World Container Index ha perso il 48% nell’ultimo anno. «Una componente che pesava moltissimo sull’aumento dei prezzi delle materie prime. Il suo andamento dice molto sulla debolezza della domanda internazionale di flussi di merci via nave».
Entrando nel dettaglio delle materie prime e prodotti siderurgici, l’iron ore da marzo a oggi è calato del 38%, tornando su valori molto simili a quelli di inizio 2020. Il coking coal è sceso del 73% da marzo, dopo il picco straordinario in corrispondenza del conflitto, e ora è in una fase di assestamento.
I coils internazionali Fob Shanghai hanno perso il 34% da marzo-aprile, i Black Sea il 55% dopo l’esasperazione da conflitto. «Ora si è in un momento di moderato rimbalzo». I coils Cif Houston restano su livelli più elevanti, ma si stanno allineando. «Presto – secondo Fornasini - troveremo un perfetto allineamento tra questi prezzi. E mi aspetto che dopo gli eccessi di ribassi si abbiano rimbalzi, ma non inversioni di tendenza».
Una piccola fase di ripresa è attesa anche per i coils nazionali, che da marzo sono scesi del 43%, per le lamiere nere e per le lamiere da treno. «Siamo in una fase in cui siamo andati sotto i minimi di inizio anno. È come se avessimo toccato il pavimento, da cui poi mi attendo blandi rimbalzi» ha spiegato Fornasini.
Infine, il rottame. Si sta assistendo al “decoupling” tra il Fob Black Sea e la media dei rottami nazionali elaborata da siderweb (Scrap Index). «È saltata la tradizionale concordanza evolutiva tra i due prezzi» ha notato l’analista. La fase di ribasso del rottame turco non ha ancora avuto effetto su quello nazionale, ma «mi aspetto che la fase correttiva in movimento laterale arrivi sul rottame italiano, a meno che non si avvii una nuova fase nazionale, grazie per esempio a una ripresa dell’edilizia».
L'analisi, mese per mese, dei dati e dell'andamento dell'acciaio nel 2022.
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