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Prezzi in crescita nel Q1 per rottame e ghisa

Matta (Assofermet): «La debolezza della domanda è il timore più grande di tutti gli operatori della filiera»

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«La grande preoccupazione per il futuro è la domanda, perché è l’elemento da cui partono sia la richiesta che la produzione». Così Laila Matta, titolare di Trans Commodities Italia e presidente di Assofermet Rottami, nel suo intervento a MERCATO DINTORNI, il webinar di siderweb dedicato alla congiuntura siderurgica, con un focus nell'appuntamento di oggi sulle materie prime siderurgiche. 

Per quanto riguarda il rottame, Matta ha dichiarato che il 2024 è stato un anno molto difficile, caratterizzato da livelli di prezzo eccessivamente bassi. «Le aspettative non erano particolarmente ottimistiche per il 2025, che infatti da gennaio ha visto un trend rialzista, sì, ma non eccezionale», ha spiegato. Secondo la presidente di Assofermet, la salita dei prezzi è stata anche il risultato di una “battaglia” tra acciaierie e commercianti: «I commercianti hanno bisogno di prezzi più alti perché hanno anche loro costi elevati e in continuo aumento, mentre le acciaierie volevano frenare quanto possibile gli incrementi. È stato trovato un compromesso sul prezzo che ha soddisfatto entrambe le parti». Matta ha anche evidenziato che le acciaierie hanno preso coscienza della scarsa disponibilità di lamierino, dovuta alla contrazione dei settori dell’automotive e del manifatturiero.

Secondo Matta, le aspettative per aprile sono di prezzi stabili o in flessione, a causa delle fermate produttive delle acciaierie in concomitanza con le festività pasquali e i ponti. Per maggio e giungo Assofermet si augura un ritorno alla produzione e quindi all’acquisto di rottame, con una ripresa più concreta dei prezzi della materia prima da forno elettrico nel secondo semestre.

Il ruolo centrale del rottame è sempre più riconosciuto dall’Ue, così come quello delle aziende che si occupano di acciaio riciclato, in quanto comparto fondamentale per la decarbonizzazione e il piano green dell’Europa. La presidente di Assofermet Rottami ha sottolineato come l’Italia sia «l’unico Paese europeo in cui la produzione di rottame è inferiore al consumo», spiegando che «il rottame che serve all’Italia è presente in Europa, ma il 20% viene esportato». «L’Europa deve aumentare la produzione da Eaf. Se ci sarà questa trasformazione allora l’esportazione non si esaurirà ma diventerà insignificante», ha concluso.

La presidente di Assofermet Rottami ha poi affrontato il tema della ghisa, affermando che l’utilizzo di questa materia prima da parte delle acciaierie è in costante calo, in parte a causa dell’entrata in gioco dell’Hbi. La guerra e le sanzioni alla Russia hanno avuto un forte impatto sul mercato, anche a livello economico, poiché la quota russa di 700mila tonnellate si è esaurita a febbraio. L’alternativa per le acciaierie, ha spiegato Matta, può essere la ghisa proveniente dal Brasile, dall’India o dall’Africa che ha però un alto contenuto di fosforo, difficile da gestire per le nostre aziende, mentre la ghisa ucraina è valida ma disponibile solo in piccoli volumi a causa della guerra. Diverso, secondo Matta, il discorso per le fonderie, in quanto per loro non esiste un’alternativa valida al materiale russo. Inoltre, ha proseguito, «la difficoltà nel reperire rottame di qualità spingerà al rialzo i prezzi della ghisa». Questo porterà a un’ulteriore decrescita a livello volumi, soprattutto qualora l’Europa dovesse riuscire a mettere in piedi la produzione di Hbi, «che attualmente è insignificante».

In riferimento al minerale ferroso, Matta ha dichiarato che il mercato è stato molto volatile da inizio anno, sottolineando che «benché ci sia stato un andamento ribassista, questo è stato contenuto, con un prezzo oscillante tra i 90 e i 109 dollari la tonnellata». Guardano al futuro, la presidente di Assofermet Rottami prevede che ci sarà un aumento della produzione in seguito agli investimenti per la decarbonizzazione: «Se partiranno i nuovi siti di produzione di Hbi, il minerale passerà dall’essere utilizzato nel ciclo integrale a questo». «Nuove produzioni in Australia, ma anche in Africa e Canada ne aumenteranno i volumi», ha aggiunto.

Guardando ai temi affrontati da Assofermet nell’ultimo periodo, Matta ha sottolineato come per l’associazione sia fondamentale un approccio unito da parte delle diverse organizzazioni, come Euric e Bir, poiché «insieme rappresentiamo meglio le problematiche del settore, cercando di far capire all’Ue cosa è fattibile e quali sono le criticità. Il nostro obiettivo è di preservare il lavoro e la competitività delle aziende, andando nella stessa direzione dell’Ue». In merito alla Waste Shipment Regulation, Matta ha affermato che si tratta di una barriera che ha senso per la tracciabilità di rifiuti, ma che al contempo crea delle problematiche agli operatori del settore. Quello sui veicoli a fine vita è un altro regolamento su cui Assofermet sta lavorando, puntando al recupero delle materie critiche di cui l’Europa è deficitaria.

In conclusione, Matta ha spiegato come domanda ed energia siano i fattori determinanti per far ripartire l’economia. «Non è tutto imputabile all’import», ha sottolineato; per questo l’associazione si chiede se misure come Cbam e Salvaguardia siano realmente necessarie e augurandosi che vengano «smussate». «L’Action Plan riconosce le varie criticità, ma servono strumenti pratici che ci portino a dimezzare i costi energetici e incentivare il consumo - ha proseguito -. L’industria siderurgica non può sopravvivere se il resto della filiera non funziona, siamo concatenati. Solo capendo le problematiche di ogni anello riusciremo ad aiutare l’industria e avere un’evoluzione positiva verso un mondo migliore».


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