23 novembre 2020
«Ci sentiamo pronti». Pronti ad allargare il proprio mercato; pronti ad affrontare commesse di grandi dimensioni; pronti, insomma, a crescere ancora. Per questo la Vanoli Ferro, il distributore cremonese di prodotti siderurgici, ha deciso di partecipare per la prima volta a Made in Steel, la principale Conference & Exhibition del Sud Europa dedicata alla filiera dell’acciaio, organizzata da siderweb.
«Da oltre 10 anni stiamo investendo molto nelle prelavorazioni – spiega l’amministratore delegato Arrigo Vanoli, che guida l’azienda insieme ai fratelli Anna e Diego (da sinistra nell’immagine) -. E, nonostante non abbiamo una rete commerciale esterna, stiamo acquisendo clienti nuovi, anche oltre il nostro consueto raggio d’azione di 50-100 chilometri. Le commesse medie e grosse, anche di centinaia di tonnellate, non ci fanno più paura».
Il motivo è da ricercarsi proprio negli investimenti, che nell’ultimo decennio sono stati una costante per la Vanoli Ferro: «Abbiamo investito in impianti o infrastrutture oltre 1 milione di euro l’anno negli ultimi 10 anni – specifica Vanoli -. Abbiamo ora più impianti taglia e fora, per la scantonatura, un impianto laser 3D, una macchina che taglia e fora angolari. Riusciamo, insomma, a gestire le commesse nella loro complessità e totalità. In precedenza ci occupavamo solo di una parte della prelavorazione; oggi abbiamo un parco macchine che ci permette di essere completi».
L’obiettivo primario è il mercato nazionale, in particolare quello del Nord Italia, anche se vengono comunque registrati ed evasi ordini dal Centro-sud e dall’Europa, anche dell’Est.
E la tendenza è quella del rafforzamento delle lavorazioni e del centro servizio, che «anno dopo anno rosicchia sempre più percentuali di tonnellate al commerciale. Se infatti i nostri volumi di vendita negli ultimi anni sono rimasti piuttosto stabili, l’area della lavorazione ha acquisito una parte sempre più importante». Anche con l’informatizzazione dei processi. «Siamo in grado - spiega l’ad Vanoli - di prelavorare tutte le parti in acciaio di importanti "disegni complessivi", grazie alla collaborazione e al lavoro di sinergia tra i nostri programmatori, i clienti e i loro studi di progettazione».
Un trend, quello della prelavorazione, che si è consolidato anche quest’anno. «Durante il lockdown – ricorda Vanoli - abbiamo portato avanti alcuni lavori. I primi cinque mesi sono stati di preoccupazione, come per tutti: i nostri volumi erano inferiori del 30% rispetto al 2019». Ma la situazione è rapidamente migliorata, e a novembre «siamo al di sotto solo del 6-7% rispetto all’anno scorso. Non posso davvero lamentarmi, visto che a maggio speravo di riuscire a chiudere l’anno con una perdita di volumi del 10-15%».
Se il 2020 è andato meglio rispetto alle previsioni, il 2021 richiederà «più impegno per seguire il mercato». Che vuol dire, secondo Vanoli, potenziare il servizio: «Siamo alla terza generazione. Già dalla prima, ma soprattutto con la seconda con nostro padre, l’azienda ha sempre puntato tutto sul servizio. Che anno dopo anno cambia: con nuove lavorazioni, con la tracciabilità, con le certificazioni. Continuiamo a puntare su questo, siamo sempre in evoluzione. Sono convinto che non avremmo avuto le soddisfazioni degli ultimi anni se avessimo puntato tutto sul prezzo al chilo». Un anno il 2021 che, salvo imprevisti dovuti a cause sanitarie, «prevedo sarà abbastanza positivo».
Elisa Bonomelli
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