8 novembre 2019
«Sono venuto qui a Taranto per rendermi conto di persona della situazione», il presidente del consiglio Giuseppe Conte lo aveva detto ai lavoratori dell'Ilva, durante il primo concitato incontro avuto con loro nel pomeriggio di venerdì e lo ha ripetuto in serata ai giornalisti che lo attendevano in Prefettura.
Conte ha spiegato di aver «incontrato persone che mi hanno raccontato di aver perso dei familiari a causa di malattie che si attribuiscono alla presenza della fabbrica» ed ha messo il dito su una delle piaghe di Taranto: «Qui, mi è stato detto, si è barattato il diritto alla salute con la necessità di un lavoro»
Una situazione, ha chiosato Conte, «della quale siamo responsabili tutti e dalla quale nessuno può chiamarsi fuori», per poi spiegare che «non ho la soluzione in tasca, ma piuttosto credo che il “sistema Italia” deve fare fronte unico contro la tragedia che si prospetta e offrire a questo territorio una possibilità di riscatto».
Per poi accennare a quello che, in fieri, sembra essere un accenno di strategia: «Serve un “gabinetto di crisi”, con le migliori energie del Paese per tracciare un percorso che permetta di reperire investimenti produttivi che possano anche permettere un'adeguata tutela ambientale».
Affermazioni che fanno pensare che si stia già ragionando in prospettiva futura. Una prospettiva senza ArcelorMittal.
ArcelorMittal con cui il premier avrà un nuovo incontro lunedì 11 novembre. Quella sarà forse l’ultima possibilità per trovare una soluzione che eviti un contenzioso giudiziario di cui è difficile stimare dimensione e durata.
30 aprile 2025
L'intervista a Simone Pavan, Technical and Marketing manager ifm electronic, che dal 6 all'8 maggio parteciperà a Made in Steel.
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