6 novembre 2019
«È scattato l’allarme rosso, l’Ilva sarà l’assoluta priorità del Governo, ce ne occuperemo 24 ore su 24». Lo ha assicurato nella conferenza stampa tenutasi in tarda serata il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Il premier dopo aver riassunto in breve la decisione dell’azienda di procedere al recesso del contratto ha ribadito la posizione dell’esecutivo che è stato assicurato essere compatto sulla vicenda.
«Non riteniamo accettabili le giustificazioni avanzate dall’azienda - ha ribadito Conte - siamo comunque disponibili a fare tutto il possibile per garantire la continuità dell’azienda che riteniamo strategica. Per questo abbiamo dato la disponibilità al ripristino delle tutele legali. Nel corso del confronto però è emerso il vero motivo della decisione di lasciare che è economico. L’azienda è oggi impossibilitata a produrre più di 4,5 milioni di tonnellate e ha prospettato di non essere in grado di garantire i livelli occupazionali con 5000 addetti in esubero. Per noi è una condizione inaccettabile, ma abbiamo lasciato aperto il tavolo e concessi due giorni all’azienda per ripensare la propria decisione e proporci nuove soluzioni».
Conte ha ribadito che domani 7 novembre verranno convocati i sindacati per un nuovo confronto, ribadendo più volte che non ci sono responsabilità imputabili al governo.
«È l’intero Paese che deve reggere l’urto di questa sfida, confido che anche forze opposizione ci supportino», ha concluso passando la parola al ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli.
Il titolare del MiSe ha ribadito «l'importanza strategica del settore siderurgico per il nostro Paese» e garantito «l'impegno massimo dell'intero Governo per la ricerca di una soluzione».
Patuaneli ha poi reso noto che «ArcelorMittal, fin dal 12 settembre, ha detto che il problema vero era la difficoltà di portare avanti il progetto industriale annunciato, stante la capacità produttiva di 4 milioni di tonnellate ed ha anche posto il problema relativo ai 5mila esuberi».
Il ministro ha quindi rimarcato che «non garantendo la continuità produttiva non si rende praticabile il piano di risanamento ambientale. A questo proposito il Governo è disponibile a misure di accompagnamento che possano contribuire al raggiungimento di una soluzione, ma ArcelorMittal ha ribadito che la riduzione di produzione è strutturale e per noi questo è inaccettabile».
Patuanelli ha anche reso noto che l'azienda ha ufficializzato una perdita di due milioni di euro al giorno: «Ci hanno comunicato un dato relativo ad un passivo di 780 milioni su base annua e l'unica cosa di cui sono certo – ha concluso – è che non possono essere i lavoratori a pagare questo prezzo».
30 aprile 2025
L'intervista a Simone Pavan, Technical and Marketing manager ifm electronic, che dal 6 all'8 maggio parteciperà a Made in Steel.
Lascia un Commento