8 novembre 2019
Oltre alla questione occupazionale, oltre alla questione ambientale, c’è un terzo problema cruciale che apre il recesso del contratto sull’Ilva di ArcelorMittal. Un problema che al momento sembra passare in secondo piano, ma che rischia di avere effetti dirompenti sul tessuto economico italiano, vale a dire il risarcimento dei creditori della procedura di amministrazione straordinaria per il fallimento dell’Ilva ancora in corso.
Gli 1,8 miliardi di euro che ArcelorMittal si era impegnata da contratto a corrispondere per l’acquisto di Ilva erano completamente dedicati al pagamento dei creditori sui 3,91 miliardi di euro accumulati negli anni dall’Ilva e che avevano portato l’azienda in legge Marzano.
Riprendendo la tabella riassuntiva presentata dalla stessa Amministrazione Straordinaria Ilva nel giugno 2017, 300 milioni di euro servivano per ripagare prestito dello Stato ex art.1, comma 3 del decreto legge 191/2015. A questi si aggiungono i 230 milioni di euro del debito ipotecario con ipoteca sugli impianti.
Due provvedimenti che potrebbero riaprire anche una procedura di infrazione dell’Unione Europea per aiuti di stato che proprio la firma del contratto di cessione aveva disinnescato.
Tra gli 1,2 e gli 1,27 miliardi di euro dovevano andare a coprire prededuzione, TFR, e altri debiti privilegiati (ex-Art 2751, n.1 c.c.). Vale a dire i lavoratori, i professionisti e le agenzie che hanno effettuato prestazioni lavorative all’interno dell’azienda.
Per gli altri debitori la cifra a disposizione era compresa tra 70 e 0 milioni di euro.
Una simulazione di rimborso che non si concretizzerà probabilmente più, sulla quale governo e amministrazione straordinaria dovranno andare nuovamente a ragionare.
Secondo quanto risulta a siderweb addirittura ArcelorMittal non avrebbe completato il versameto della prima annualità di cannone di affitto da 180 milioni di euro. Al momento sarebbero state saldate tre rate da 45 milioni di euro per un totale di 135 milioni di euro. Resta ancora da saldare l'ultima tranche che sarebbe sottoposta a contestazione da parte dell’affittuario su mancanze che l'As avrebbe compiuto nei suoi confronti.
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