4 novembre 2019
Il fronte sindacale, per ora e per quanto riguarda FIM, FIOM e UILM, sembra restare compatto e i primi commenti all’annuncio di ArcelorMittal di voler recedere dal contratto di affitto per lo stabilimento ex Ilva sono relativamente concordanti.
Per il segretario generale della FIM CISL, Marco Bentivogli «tra le motivazioni principali, il pasticcio del Salva-imprese sullo scudo penale. Un capolavoro di incompetenza e pavidità politica: non disinnescare la bomba ambientale e unire la bomba sociale».
Secondo Rocco Palombella, segretario generale della UILM UIL, invece, «la rescissione del contratto da parte di ArcelorMittal è una notizia drammatica ma era nell’aria, ce l’aspettavamo dopo le ultime decisioni del governo e del Parlamento. Nessuna azienda è in grado di produrre in un contesto difficile, in un clima pesante avendo tutti contro, dal governo alla regione fino al Comune di Taranto. Ancora una volta la politica e le istituzioni hanno seguito un’onda populista e non gli interessi reali del paese, dei lavoratori e dei cittadini. Ora il governo e il Parlamento – conclude - si devono assumere le loro responsabilità e devono porre rimedio a un disastro che loro stessi hanno causato».
Su Twitter, la segretaria generale della CISL, Annamaria Furlan parla di «un fatto grave che chiama in causa la responsabilità del Governo. Siamo davanti ad un vero disastro industriale, sociale ed ambientale».
Il leader della UIL, Carmelo Barbagallo, ha commentato così: «La decisione di ArcelorMittal prefigura una catastrofe industriale per il nostro Paese: senza gli stabilimenti coinvolti, il futuro della nostra economia diventa più incerto. Questo disimpegno, le cui origini sono da esaminare a fondo, è inaccettabile, perché è il preludio a un dramma occupazionale, sociale e ambientale che deve assolutamente essere evitato. Il Governo deve intervenire».
La segretaria generale della FIOM CGIL Francesca Re David ha invece affermato che «è da tempo che noi evidenziamo forti preoccupazioni rispetto alla realizzazione dell'accordo. Il comportamento del governo è contraddittorio è inaccettabile e l'incontro che chiediamo da settimane diventa ormai urgentissimo. L'azienda deve chiarire quali siano sue intenzioni rispetto dell'accordo e al piano di investimenti».
23 maggio 2025
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