4 novembre 2019
Nemmeno il tempo di prendere atto della nota con cui ArcelorMittal ha annunciato di voler procedere con il recesso del contratto di affitto per l’Ilva di Taranto, che si è stati sommersi dalle reazioni politiche.
Il primo a prendere posizione è stato Matteo Salvini: «Se il governo farà scappare anche i proprietari di Ilva, mettendo a rischio il lavoro di decine di migliaia di operai e il futuro industriale del Paese, sarà un disastro, e le dimissioni sarebbero l’unica risposta possibile. La Lega chiede che Conte venga urgentemente a riferire in Parlamento».
Per la deputata di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli, «il venir meno dello scudo penale deliberato in corso d’opera, a causa di pulsioni giustizialiste del Movimento 5 Stelle, sta causando il fermo della produzione».
Secondo Mariastella Gelmini (Forza Italia), «Il ritiro di ArcelorMittal dall’Ilva è il risultato della colpevole incapacità del governo. È un crimine contro il lavoro e contro l’Italia: ne risponderanno davanti agli italiani Conte e Patuanelli hanno il dovere di riferire immediatamente in Parlamento».
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, in un post su Facebook, ha scritto: «Grazie alle trovate grilline e alla incapacità del PD ArcelorMittal fugge dall’Italia. Ilva rischia la chiusura, 20mila persone per strada, i contribuenti italiani costretti a pagare quel che avrebbe pagato Mittal. Ma vi rendete conto? Abbiamo affidato il Paese a chi sosteneva di voler fare dell’Ilva di Taranto un parco giochi!».
L’ex ministro Carlo Calenda c’è andato giù pesante su Twitter: «Vorrei solo dire a chi ha votato contro lo ‘scudo penale’ – Pd, M5S e Italia Viva – siete degli irresponsabili. Avete distrutto il lavoro di anni e mandato via dal Sud un investitore da 4,2 miliardi, per i vostri giochini politici da quattro soldi».
Per Luca Pastorino, segretario di presidenza alla Camera per Liberi e uguali «la decisione di ArcelorMittal è gravissima e inaccettabile. L’azienda aveva avviato un confronto con il governo, lasciando intendere di voler portare avanti il piano industriale per l’ex Ilva. Invece ora, alle prime difficoltà, ha gettato la spugna. La questione dello scudo penale è sembrato ormai un pretesto, perché il problema nasce dalla crisi del settore siderurgico».
Anche il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, si affida ai social e su Facebook scrive che «si è perso tempo e l’incapacità oltre all’indecisione politica dei due governi Conte hanno creato i presupposti per un grave fallimento. Il governo, soprattutto con il M5s che è alla guida del MiSe, non ha fatto altro che disattendere gli accordi con ArcelorMittal utili al rilancio dell’ex Ilva. Forza Italia porterà il caso a Bruxelles al Parlamento e alla Commissione europea».
Pietro Bussolati, della segreteria nazionale PD, in una nota ha scritto che «sulla vicenda ex Ilva esprimiamo tutta la nostra preoccupazione e lo sconcerto. Non si perda tempo: il presidente Conte convochi immediatamente ArcelorMittal. Non si scherza con i lavoratori e con l’ambiente: pretendiamo serietà e rispetto».
Immediata la replica di Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di FI: «Lo sconcerto del PD su ArcelorMittal – ha scritto su Twitter – sono solo lacrime di coccodrillo: lo scudo penale all’azienda era una misura indispensabile per rilanciare l'ex Ilva di Taranto, quando hanno deciso di farlo cadere non sapevano di mettere a rischio il futuro dell'acciaio italiano?».
Per il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri «grillini sono riusciti nell'intento di mettere in fuga Mittal dall'Ilva di Taranto. Una tragedia sociale che si abbatte su Taranto, sulla Puglia, sull'intera Italia. Bisogna riprendere subito i contatti con Mittal cacciando oggi stesso dal governo i grillini, che sono un pericolo per l'Italia, per il lavoro, per la stabilità sociale».
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