Scopri
Siderweb
Prova Gratuita 
I nostri video

«Exponiamoci»

«L'EXPO e l'arte di guidare la bicicletta»

lettura-notizia

Si avvicina la data fatidica e con essa si avvicina il rischio che dopo tante parole e annunci, i fatti stentino ad arrivare. Il motivo è sempre quello e purtroppo è da ricercare nella cronica incapacità del Sistema Italia in generale, ma anche del Sistema Brescia nel quale opero, di superare le divisioni e le “faide” di quartiere, per arrivare ad un obiettivo comune e condiviso: risollevare le sorti di questo paese. Tutti, purtroppo tutti, sono ancorati alla semplicissima formula che ha fatto la fortuna di un nota bevanda italiana: “No soldi? No party”. Sembra ormai che sia impossibile in Italia, ma anche a Brescia purtroppo, fare qualsiasi cosa senza che per primo non si affronti il problema dei problemi: “Chi ci mette i soldi?”. Io penso che non sia così, penso che sia necessario un salto di qualità e un azzardo in termini di modello economico di riferimento e di programmazione strategica. Intravedo vie possibili e alternative e quindi tento di esplorarle conscio che sia un’impresa e che, come tutte le imprese, comporti dei rischi. Un modello economico coeso ha la sua ragione d’essere in un paradigma fondamentale: “ bisogna uscire dal corporativismo e dal localismo”. Ovvio che le associazioni di categoria e i vari enti tentino di fare lobby, ma è proprio da questa esasperazione tutta italiana che nasce l’immobilismo e il tatticismo che stanno ammazzando il paese. EXPO rappresenta un’occasione per il Paese, ma come sempre ne è anche lo specchio fedele. Quanti anni sono passati in inconcludenti teorie, assurde contrapposizioni, tra i poteri e le competenze? Quanto abbiamo pagato questa stolta pantomima? Basta passare da Rho in questi giorni per rendersene conto. Ora tutto è un cantiere, i turni sono feroci, la possibilità di sbagliare evidente, la paura di non farcela dilagante. Mette tristezza. Ho cominciato ad occuparmi di EXPO nel 2011, dopo aver visitato nel settembre 2010 l’EXPO di Shanghai. Impressionato dalla dimostrazione di forza e potenza che la Cina aveva voluto dare, stupito dal numero di visitatori, affascinato dalle rappresentazioni che ogni paese aveva messo in campo, le visioni del futuro, le soluzioni tecnologiche. Nel mio essere entusiasta ho pensato fosse possibile che anche in Italia si realizzassero queste meraviglie e ho pensato ed immaginato che il nostro territorio potesse rappresentare degnamente lo spirito della creatività e dell’ingegno che da sempre ci hanno distinto. Ma bisogna fare i conti con la realtà ed, in questo momento, viviamo una sorta di catalessi che ci impedisce di vedere lontano. Ma c’è una speranza ed, ironia della sorte, questa speranza è rappresentata dal mezzo di locomozione che meglio di tutti rappresenta la Cina: “La bicicletta”. Proprio così: per uscire dal guado e firmare la ripresa della nostra economia, cultura, tradizione e arte serve una bicicletta. Una bicicletta con una ruota a Milano in EXPO: sei giornate di protagonismo, eventi, l’albero della vita; ed una ruota a Brescia: fuori Expo, itinerari nei territori, fabbriche aperte,  manifestazioni e rassegne, Santa Giulia, la quarta cella, il teatro Romano, la Provincia. Le due ruote devono essere collegate tra loro dal sistema territoriale che abbiamo provato a realizzare, il telaio dovrà essere quel modello di aggregazione che attraverso l’Associazione temporanea di scopo stiamo mettendo a punto. Il mondo ci deve vedere come un insieme coeso, formato da tante realtà, con tante sfaccettature, due ruote con tanti raggi che le tengono diritte e le rendono efficaci. Inutile presentarsi come tante parrocchie, la terra dei cento campanili. Questa volta i cento campanili devono suonare all’unisono, in questo modo il mondo saprà riconoscerci e, quindi, sceglierci. La bicicletta deve correre e le sue due ruote girare alla perfezione, oliate, centrate, gonfiate a dovere. Il motore della Bicicletta siamo noi con i nostri entusiasmi e la nostra voglia di fare e progredire, un motore ecologico con una fonte di energia inarrestabile: la nostra creatività. In fondo si tratta di imparare ad andare in bicicletta: una volta imparato non te lo dimentichi più!

 data-mce-src=

 

Le rubriche precedenti

 data-mce-src= «Exponiamoci»
«Non guardiamo a quello che EXPO può fare per noi, ma ciò che noi potremo fare per EXPO»


«Business senza confini»

«Non chiudiamo le porte alle opportunità della rete»

di Giuliano Noci

«Due parole con il professore»

Efficienza di processo e nuove risorse

di Carlo Mapelli

«Oikos Nomos»

Gianfranco Tosini: «Perchè lo spread si riduce? Quali sono i benefici di tale diminuzione?»

di Gianfranco Tosini

«Twitta che ti passa»

La rubrica a cura di Michele Rinaldi, Digital PR e Social Media Marketing Consultant

di Michele Rinaldi

«L'editoriale di Siderweb»

Quanti anni avremo nel 2030?

di

«La strada Ferrata»

«La storia insegna?»

di Rino Ferrata

«Dire, fare, comunicare»

«La miglior strategia per comunicare? Saper ascoltare»

di Elia Zamboni

«Dove corre la corrente?»

«Perché non cominciare da un sistema ed un mercato energetico veramente unificato per tutta Europa?»

di Claudio Enriquez
Altre News

Lascia un Commento



“Non è l'azienda che paga i salari. L'azienda semplicemente maneggia il denaro. È il cliente che paga i salari”

Henry Ford

DOSSIER

Dossier

Futura Expo 2023

Acciaio ancora protagonista di sostenibilità

ARTICOLI SIMILI

«Business senza confini»

«Non chiudiamo le porte alle opportunità della rete»

di Giuliano Noci

«Due parole con il professore»

Efficienza di processo e nuove risorse

di Carlo Mapelli

«Oikos Nomos»

Gianfranco Tosini: «Perchè lo spread si riduce? Quali sono i benefici di tale diminuzione?»

di Gianfranco Tosini

«Twitta che ti passa»

La rubrica a cura di Michele Rinaldi, Digital PR e Social Media Marketing Consultant

di Michele Rinaldi
Altre News

MERCATI

SPECIALI

Speciali

Speciale Congiuntura 2023

Produzione, commercio, prezzi: le analisi dei dati e dell'andamento dell'acciaio nel 2023 a cura dell'Ufficio Studi siderweb.

Altri Speciali

Riciclo imballaggi

RICREA: «Superato approccio ideologico della normativa imballaggi Ue»
A cura di Federico Fusca

RICREA: «Superato approccio ideologico della normativa imballaggi Ue»

Una sola richiesta: «Uniformare i sistemi di calcolo delle quantità riciclate per raggiungere i target comuni»