7 marzo 2014
Si avvicina la data fatidica e con essa si avvicina il rischio che dopo tante parole e annunci, i fatti stentino ad arrivare. Il motivo è sempre quello e purtroppo è da ricercare nella cronica incapacità del Sistema Italia in generale, ma anche del Sistema Brescia nel quale opero, di superare le divisioni e le “faide” di quartiere, per arrivare ad un obiettivo comune e condiviso: risollevare le sorti di questo paese. Tutti, purtroppo tutti, sono ancorati alla semplicissima formula che ha fatto la fortuna di un nota bevanda italiana: “No soldi? No party”. Sembra ormai che sia impossibile in Italia, ma anche a Brescia purtroppo, fare qualsiasi cosa senza che per primo non si affronti il problema dei problemi: “Chi ci mette i soldi?”. Io penso che non sia così, penso che sia necessario un salto di qualità e un azzardo in termini di modello economico di riferimento e di programmazione strategica. Intravedo vie possibili e alternative e quindi tento di esplorarle conscio che sia un’impresa e che, come tutte le imprese, comporti dei rischi. Un modello economico coeso ha la sua ragione d’essere in un paradigma fondamentale: “ bisogna uscire dal corporativismo e dal localismo”. Ovvio che le associazioni di categoria e i vari enti tentino di fare lobby, ma è proprio da questa esasperazione tutta italiana che nasce l’immobilismo e il tatticismo che stanno ammazzando il paese. EXPO rappresenta un’occasione per il Paese, ma come sempre ne è anche lo specchio fedele. Quanti anni sono passati in inconcludenti teorie, assurde contrapposizioni, tra i poteri e le competenze? Quanto abbiamo pagato questa stolta pantomima? Basta passare da Rho in questi giorni per rendersene conto. Ora tutto è un cantiere, i turni sono feroci, la possibilità di sbagliare evidente, la paura di non farcela dilagante. Mette tristezza. Ho cominciato ad occuparmi di EXPO nel 2011, dopo aver visitato nel settembre 2010 l’EXPO di Shanghai. Impressionato dalla dimostrazione di forza e potenza che la Cina aveva voluto dare, stupito dal numero di visitatori, affascinato dalle rappresentazioni che ogni paese aveva messo in campo, le visioni del futuro, le soluzioni tecnologiche. Nel mio essere entusiasta ho pensato fosse possibile che anche in Italia si realizzassero queste meraviglie e ho pensato ed immaginato che il nostro territorio potesse rappresentare degnamente lo spirito della creatività e dell’ingegno che da sempre ci hanno distinto. Ma bisogna fare i conti con la realtà ed, in questo momento, viviamo una sorta di catalessi che ci impedisce di vedere lontano. Ma c’è una speranza ed, ironia della sorte, questa speranza è rappresentata dal mezzo di locomozione che meglio di tutti rappresenta la Cina: “La bicicletta”. Proprio così: per uscire dal guado e firmare la ripresa della nostra economia, cultura, tradizione e arte serve una bicicletta. Una bicicletta con una ruota a Milano in EXPO: sei giornate di protagonismo, eventi, l’albero della vita; ed una ruota a Brescia: fuori Expo, itinerari nei territori, fabbriche aperte, manifestazioni e rassegne, Santa Giulia, la quarta cella, il teatro Romano, la Provincia. Le due ruote devono essere collegate tra loro dal sistema territoriale che abbiamo provato a realizzare, il telaio dovrà essere quel modello di aggregazione che attraverso l’Associazione temporanea di scopo stiamo mettendo a punto. Il mondo ci deve vedere come un insieme coeso, formato da tante realtà, con tante sfaccettature, due ruote con tanti raggi che le tengono diritte e le rendono efficaci. Inutile presentarsi come tante parrocchie, la terra dei cento campanili. Questa volta i cento campanili devono suonare all’unisono, in questo modo il mondo saprà riconoscerci e, quindi, sceglierci. La bicicletta deve correre e le sue due ruote girare alla perfezione, oliate, centrate, gonfiate a dovere. Il motore della Bicicletta siamo noi con i nostri entusiasmi e la nostra voglia di fare e progredire, un motore ecologico con una fonte di energia inarrestabile: la nostra creatività. In fondo si tratta di imparare ad andare in bicicletta: una volta imparato non te lo dimentichi più!
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