18 marzo 2020
Le società aderenti ad Upiveb (Unione Produttori Italiani Viteria e Bulloneria), che complessivamente hanno fatto registrare un fatturato che supera il miliardo e mezzo di euro e i 4.500 dipendenti diretti, «stanno pensando di chiudere i loro impianti di produzione italiani, che sarebbe una scelta altamente responsabile in considerazione della gravità dell'attuale emergenza. L'attuazione di queste ipotetiche misure – spiega però l’associazione – deve essere supportata da un forte consenso politico e da una base giuridica concreta, che speriamo possa essere raggiunta rapidamente a livello europeo».
La maggior parte delle società associate, spiega infatti Upiveb, «è attualmente operativa e sta facendo tutto il possibile per adempiere agli obblighi contrattuali nei confronti dei propri clienti, per lo più stranieri e operanti nel settore automobilistico. Il 75% della produzione italiana di fissaggio è infatti destinato all'estero, in particolare in Europa, ma non esistono linee guida condivise a livello europeo sull'opportunità di mantenere attiva la produzione industriale».
Ogni Paese, cliente e produttore, «si sta muovendo in modo indipendente con conseguenti e immaginabili ripercussioni future in termini di concorrenza tra società appartenenti a Paesi diversi. La forte propensione del settore della produzione di fastener alle esportazioni significa che le aziende associate non sono in grado di assumere posizioni unilaterali. Ciò avrebbe un impatto inevitabile e diretto sulle attività dei loro partner stranieri, con possibili violazioni contrattuali, potenziali danni e conseguenze legali correlate».
9 maggio 2025
Edizione speciale del siderweb TG dedicata all'undicesima edizione di Made in Steel.
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