15 gennaio 2020
TARANTO – ArcelorMittal Italia ha comunicato oggi a Fim Fiom e Uilm, la ripartenza del reparto treno lamiere: l'attività ripartirà dal 10 febbraio prossimo, per un periodo di quattro settimane, prevede una produzione di lamiere e piastroni di circa 30mila tonnellate totali destinate al mercato interno ed estero. L'occupazione inizierà a rientrare dal 16 gennaio a cominciare dal personale di manutenzione, circa 60 unità, mentre successivamente rientrerà tutta la forza lavoro, pari a 360 dipendenti, attualmente in Cigo più il personale trasferito in altri impianti ad eccezione del personale trasferito alla batteria.
Fim Fiom e Uilm convocate hanno chiesto un «costante aggiornamento su eventuali ordini e trattative finalizzate ad una continuità produttiva».
Ha invece avuto luogo questa mattina, a Taranto, un incontro tra la struttura Commissariale di Ilva in AS e le organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm, Ugl, Usb avente ad oggetto il tema delle bonifiche.
Nel corso del confronto l'azienda ha comunicato alle parti sociali il completamento, da parte di Ilva in AS, delle attività preliminari necessarie per l’avvio dei primi cantieri dedicati alle aree cosiddette “escluse” dal perimetro di competenza di ArcelorMittal Italia ed in particolare all’area delle collinette ecologiche, alle ex discariche Cementir e Cava due mari, e all’area dei fanghi.
Le iniziative consentiranno entro il prossimo bimestre, secondo il cronoprogramma stilato dalla struttura commissariale, un primo inserimento in Ilva in A.S. di 40 risorse individuate all’interno del bacino dei cassintegrati pari a 1600 unità. Allo stesso tempo l’azienda ha informato i rappresentanti sindacali della disponibilità delle aziende di appalto che si occuperanno di alcuni lavori ad assorbire sino a un massimo di ulteriori 25 lavoratori in cassa integrazione.
«Tali attività rappresentano l’avvio dei progetti di bonifica ambientale che si svilupperanno nell’apertura di nuovi cantieri e di conseguenza in ulteriori possibilità di utilizzo delle risorse di Ilva in A.S. al momento in Cigs». L’azienda, su richiesta delle organizzazioni sindacali, ha dato disponibilità «a sviluppare continui e specifici momenti di confronto», fanno sapere da Ilva in AS.
In merito al tavolo di incontro odierno, le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di Taranto confermano che l’azienda ha illustrato l’iter di assegnazione delle attività da realizzare, attraverso bandi specifici di gara, con l'avvio di quattro attività rispetto alla messa in sicurezza di alcune aree.
«Tali attività determinerebbero, di fatto, due bacini occupazionali distinti: uno relativo all’impiego di 40 unità lavorative dal bacino dei lavoratori di Ilva in A.S. funzionali alla costituzione dei cantieri, i quali saranno alle dirette dipendenze di Ilva; l'altro relativo all’assunzione con forma di distacco (legge160) di 25 unità lavorative, per le aziende aggiudicatarie dei bandi, attraverso un contratto a tempo determinato» affermano i sindacati.
Fim-Fiom-Uilm hanno però evidenziato che «in tale ambito la condizione dei lavoratori assunti dalle aziende aggiudicatarie dei bandi dovrà necessariamente prevedere l’inquadramento professionale del CCNL dei metalmeccanici. Diversamente potrebbe determinarsi un Dumping contrattuale che stravolgerebbe la natura dell’accordo sindacale del 06.09.2018, oltre al danno di natura economica e normativa».
«Tuttavia riteniamo gli elementi raccolti in questo primo incontro utili a costituire un elemento fondamentale per quanto attiene l’avvio della decontaminazione delle aree inquinate attraverso il reimpiego dei lavoratori di Ilva in Amministrazione Straordinaria - concludono i sindacati -. Necessita dunque, prima dell’avvio delle attività da parte di Ilva e delle società aggiudicatarie, l’ulteriore approfondimento delle questioni attraverso un incontro specifico ad hoc in sede ministeriale».
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