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Segnali di timida ripresa per lo Steel Stock Index

Settimana di rendimenti molto bilanciati per le aziende del paniere

Rimette la testa avanti lo Steel Stock Index di siderweb, che questa settimana guadagna lo 0,65% dopo il periodo di flessione che durava ormai da tre rilevazioni. Le aziende i cui titoli hanno avuto rendimenti al rialzo superano di poco la metà del paniere (55%). Di contro, rimangono comunque 25 le società che stentano a salire o perdono terreno.
Sui mercati finanziari riparte questa settimana in grande stile il settore siderurgico, con il balzo del +4,54% dell’Iron&Steel Index che torna a crescere dopo tre settimane di decrementi. Tra quelli analizzati da siderweb solo l’SSE Shanghai mostra un calo. L’indice, con un -0,65% rispetto alla scorsa settimana, mantiene fede al suo solito andamento: è infatti la decima rilevazione consecutiva in cui mostra un’inversione di tendenza rispetto alla precedente. Rendimenti tutti positivi per i restanti indici: +1,59% per il FTSE MIB, +1,24% per l’EuroStoxx, +0,92% per il NYSE e +0,66% per il DJ: per tutti è la seconda settimana consecutiva al rialzo.

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Euro, dollaro e yuan cinese
I cambi tra le principali tre valute del paniere si mantengono all’incirca stabili, con variazioni quasi impercettibili: l’euro si deprezza per la seconda settimana consecutiva nei confronti sia del dollaro che dello yuan cinese in maniera molto contenuta, mentre quest’ultima incrementa il suo valore contro la valuta statunitense.
Anche questa settimana il dollaro prosegue il trend dell’ultima rilevazione, con dodici aziende su sedici in positivo a un tasso medio di crescita dell’1,42%. La moneta americana si rende protagonista in entrambe le nostre classifiche con un’azienda per graduatoria. Da notare che i rendimenti negativi, nonostante siano solo quattro, sono in media più accentuati dei dodici al rialzo.
Neutro l’euro, dove, come vedremo successivamente, c’è un’azienda che non fa testo e che entra di diritto in «flop3» per questioni di ricapitalizzazione. Escludendola, vi sono quattro società in decrescita e cinque in salita, con un rendimento medio positivo dello 0,94%. La valuta continentale guadagna infine anche la posizione di testa fra i migliori.
Non molto brillante la valuta cinese, che mostra un titolo in pareggio, tre in calo e due in crescita (che non superano però il +0,50%). La peggiore delle sei guadagna una posizione in «flop3». La media delle aziende quotate in yuan è negativa e registra un -1,06%.
Nel complesso, il rendimento medio di queste 31 aziende (escludendo il caso particolare di Vallourec) è al rialzo di 0,80 punti percentuali, perfettamente in linea con l’indice di siderweb.

Top & flop
Le nostre due classifiche settimanali si spartiscono, geograficamente parlando, molto equamente il globo. Non vi è infatti più di un’azienda per continente in nessuna delle due classifiche. 
La "top 3" settimanale parte dall’Europa e si sposta verso est passando dall’Asia per poi andare a finire nell’America meridionale. Comanda la graduatoria la finlandese Outokumpu Oyj (+8,75%) che si era rivelata abbastanza neutra la scorsa settimana e ha subito negli ultimi sette giorni un incremento molto graduale, che la spinge pian piano verso i massimi storici che aveva toccato ad inizio aprile. Segue a pochi punti di distanza la coreana di Seoul DaeChang Steel (+8,36%), che aveva subito un picco nella prima metà di maggio per poi seguire l’andamento del nostro indice nelle ultime rilevazioni. Dopo il leggero rialzo della scorsa settimana, continua il trend positivo con un deciso balzo in avanti. Infine, terza posizione per la brasiliana quotata in dollari americani Companhia Siderurgica Nacional (+6,10%) che era apparsa frequentemente nelle nostre due graduatorie nel mese di marzo per poi abbandonare la scena. Da aprile, l’andamento del titolo è stato molto altalenante, alternando graduali salite a discese improvvise. Dopo aver superato a maggio la soglia dei 10 dollari, ora sembra essersi stabilizzato su un new normal intorno ai 9 dollari.
Anche la "flop3" settimanale accoglie tutte aziende diverse rispetto all’ultima rilevazione. Europa, America e Cina sono in sequenza i protagonisti dei cali più accentuati di questi ultimi sette giorni. Come precedentemente anticipato, è da escludere da ogni statistica il -62,42% della francese Vallourec, la quale il 4 giugno ha emesso 52,9 milioni di azioni al prezzo unitario di 5,66 euro con uno sconto dell’80% rispetto alla quotazione di chiusura dell’1 giugno (28,98). Questo aumento di capitale fa parte della strategia aziendale per il riassetto finanziario e la società ha dichiarato di aver già ricevuto impegni di sottoscrizione per 35 milioni da parte di Nippon Steel e per 20 milioni dal fondo sovrano francese Bpi France. Seconda posizione, che potrebbe quindi considerarsi la peggiore della settimana viste le circostanze, appartiene a Carpenter Technologies (-8,47%). La società americana, che perde quasi un decimo del suo valore, aveva fatto registrare un +3,59% nella precedente rilevazione. In settimana, invece, ha perso gradualmente valore scendendo di circa un dollaro al giorno. Chiude la classifica la cinese Fangda Steel il cui calo è comunque in percentuale meno della metà di quello di Carpenter: -3,94%. Il valore del titolo societario può ad ogni modo considerarsi ristabilizzato, visto che la scorsa settimana aveva fatto registrare un aumento vicino al 4%.

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Luci e ombre tedesche
Il governo tedesco, tramite il ministro dell’Economia e dei Trasporti Andreas Scheuer, ha dichiarato di avere in programma investimenti per più di 8 miliardi di euro per il finanziamento di progetti che sfrutteranno l’idrogeno al posto delle energie non rinnovabili. I progetti sono ad oggi 62 e si svolgeranno nell’ambito dell’industria dell’acciaio, dei trasporti e della chimica, entrando a far parte dell’iniziativa europea IPCEI che mira alla riduzione delle emissioni di queste industrie. Se, però, da un lato si respira ottimismo per questa iniziativa, dall’altro le previsioni della Camera di Industria e Commercio tedesca sulla crescita del PIL nel 2021 si sono rivelate meno positive di quelle stilate dal governo. La Camera di Commercio, infatti, prevede un aumento del 3% contro il 3,5% stimato dal governo tedesco. Ciò che sta bloccando le previsioni al rialzo sono principalmente tre fattori: gli effetti che non si sono ancora manifestati totalmente della terza ondata di Covid-19, le restrizioni al commercio internazionale, che stenta a riprendere i ritmi pre-pandemia, e la carenza di materie prime nel settore che potrebbe dare la spinta decisiva per la ripartenza economica, ovvero quello siderurgico.  

Le acciaierie americane invocano il ritorno delle tariffe
In America continua la lotta fra i sostenitori della rimozione dei dazi promessa dal presidente Biden all’Europa ed i produttori statunitensi, che vorrebbero il mantenimento delle tariffe. Per ora si sono sbilanciati solamente i sindacati di settore con qualche dichiarazione, ma dal punto di vista economico gli effetti di questo contrasto potrebbero concretizzarsi nel lungo termine. Fino ad oggi le aziende americane del settore siderurgico e delle costruzioni, sui mercati finanziari, stanno solo che beneficiando dal piano di investimenti in programma in USA. Le spese previste potrebbero arrivare a livelli che non si erano mai visti dal secondo dopoguerra e favorirebbero principalmente la costruzione di infrastrutture come strade e condotte, il miglioramento della banda larga, lo sviluppo dei veicoli elettrici. Perciò, nonostante le resistenze mostrate dai produttori siderurgici, i consensi che Biden va ricercando con queste massicce iniziative potrebbero far sì che la voce dei sindacati di settore non faccia troppo rumore.

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