Banda stagnata, anche l’utilizzo teme il Cbam
Borrelli (La Doria): «Forte preoccupazione per gli effetti, ma auspichiamo il raggiungimento di un punto d’equilibrio»
26 novembre 2025
La banda stagnata, per le sue prestazioni e per il suo essere al 100% riciclabile, rappresenta uno dei materiali principali per il packaging dell’industria del food, in particolare nel comparto delle conserve. In vista del prossimo anno, però, preoccupano i possibili effetti del Cbam sugli approvvigionamenti e sulle quotazioni degli imballaggi. Questo la visione di uno dei grandi utilizzatori di questo prodotto, portata dal direttore commerciale di La Doria, Antonio Borrelli, durante il webinar di siderweb di questa mattina del ciclo "Focus specialties" dal titolo "Banda stagnata: quali prospettive per il 2026?".
Intervistato dal responsabile dei contenuti di siderweb, Emanuele Norsa, Borrelli ha sottolineato che per un’azienda come La Doria, attiva dal 1954 nel settore alimentare per quanto concerne la produzione di derivati del pomodoro, legumi e pasta in scatola, sughi pronti, succhi e bevande di frutta e altri prodotti complementari, «la banda stagnata possiamo dire che è il packaging per eccellenza». Nonostante una certa evoluzione delle scelte dei consumatori in alcuni segmenti, come in quello del pomodoro con «un orientamento verso prodotti storicamente sono conservati nel vetro», oppure delle tendenze in alcuni mercati di nicchia, «come quelli del Nord Europa che preferiscono imballaggi alternativi come i poliaccoppiati (derivati della carta, ndr), il gruppo «crede moltissimo nella banda stagnata».
Rispetto alle prospettive di crescita delle quotazioni di questi prodotti siderurgici, rimarcata anche nel suo intervento da Stefano Morelli (Italpak), Borrelli ha evidenziato i «timori per questi possibili leggeri ritocchi dei prezzi, perché i nostri volumi di consumo di banda stagnata sono molto alti». Nonostante le oscillazioni del mercato dell’acciaio, «La Doria continuerà a produrre internamente quasi tutto il suo fabbisogno di imballaggi e punterà moltissimo sulla banda stagnata in futuro, anche nell’ottica di consolidare il posizionamento in alcuni mercati, ad esempio quello nordamericano e quello asiatico». E in questa direzione vanno «la realizzazione e l’avvio a gennaio del nostro prossimo scatolificio, a dimostrazione di quanto crediamo negli imballaggi in acciaio che sono riciclabili al 100%, a differenza delle alternative in poliaccoppiato».
Dal punto di vista dell’approvvigionamento per la produzione del packaging, Borrelli ha spiegato che la sua azienda, in ottica 2026, «vuole consolidare le collaborazioni e le partnership con le principali acciaierie europee, anziché essere sbilanciata verso l’import da Paesi terzi». Pertanto, preoccupazione la desta la regolamentazione europea e soprattutto il Cbam, identificato come «una variabile aggiuntiva e da attenzionare perché possiamo rifornirci in modo privilegiato di banda stagnata continentale, ma non è possibile cancellare l’import, tenendo presente che la Cina rimane il primo produttore mondiale di acciaio. Perciò, ci sono timori ma c’è anche l’auspicio che si possa raggiungere un punto di equilibrio».

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