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Inox, import italiano a +41,5% nel semestre

Ducoli (siderweb): con le nuove misure Ue, quote esenti da dazio ridotte del 54,3% rispetto all'attuale Salvaguardia

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Il quinto appuntamento dell’anno con "Mercati inossidabili", il ciclo di webinar di siderweb dedicato all’acciaio inossidabile, si è aperto questa mattina con l'analisi di Arianna Ducoli, analyst dell’Ufficio Studi, che ha offerto un quadro dettagliato dello stato di salute del comparto a livello globale, europeo e nazionale.

Nel secondo trimestre 2025 la produzione mondiale di acciaio inossidabile è scesa a 15,5 milioni di tonnellate (-1,8% su base annua). In controtendenza Stati Uniti e Cina: i primi con un incremento significativo, la seconda con una crescita del 3,86% a 10,5 milioni di tonnellate. L’Europa arretra del 5,1%, anche a causa dell’esclusione di Russia e Ucraina dai conteggi di worldstainless rispetto al 2024.

Sul fronte del commercio, tra gennaio e luglio l’Unione europea ha aumentato le importazioni del 18% rispetto allo scorso anno, con forti rialzi per i semilavorati (+58%) e i prodotti finiti, mentre il rottame è crollato del 43%. Le esportazioni restano stabili nel complesso, con un calo per piani e lunghi e un +36% per il rottame.

L’Italia si conferma hub centrale. Nel primo semestre l’import è balzato a 1,2 milioni di tonnellate (+41,5%), trainato da coils, lamiere a freddo e bramme, mentre l’export è calato del 5,2%, penalizzato dal calo dei prodotti finiti.

Un passaggio della presentazione è stato dedicato ai settori utilizzatori. Secondo i dati Istat, a luglio 2025 circa il 55% delle industrie che impiegano inox risultava in flessione, contro un 45% che ha invece registrato crescita. Tra i comparti in difficoltà figurano trasporti, chimica e petrolchimica, elettrodomestici e casalinghi, oltre alla ristorazione. Segnano invece un andamento positivo edilizia, alimentare, energia, farmaceutica e cosmetica, con quest’ultima in particolare più dinamica rispetto al settore farmaceutico.

Quanto ai prezzi, dopo i picchi di metà 2024, le quotazioni delle lamiere inox hanno subito una correzione: la lamiera a freddo 2 mm AISI 304 è scesa a 2.533 euro/tonnellata nella rilevazione del 10 ottobre, vale a dire circa 500 euro in meno rispetto ai massimi e 200 euro al di sotto dei livelli di inizio anno. Andamento simile per la 316, mentre la 430 ha registrato un calo più contenuto.

Per quanto riguarda i big del settore, Aperam guida per fatturato (3,31 miliardi) e volumi spediti (1,16 milioni di tonnellate), mentre Acerinox vanta l’Ebitda più alto (214 milioni). Outokumpu resta più indietro e, insieme ad Acerinox, chiude il semestre in perdita, a differenza di Aperam che riesce a mantenere un utile (1 milione).

Ducoli ha infine richiamato l’attenzione sulle nuove misure proposte dalla Commissione europea in difesa del settore siderurgico: per l’inox le quote esenti da dazio verrebbero ridotte del 54,3% rispetto all’attuale Salvaguardia, scendendo da 1,839 a 0,84 milioni di tonnellate. Una stretta che, se confermata, ridisegnerà i flussi di importazione nel prossimo futuro, aprendo un nuovo capitolo nelle dinamiche competitive dell’inox europeo.


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