4 luglio 2023 Translated by Deepl
Un 2023 di sfide per l’acciaio inossidabile italiano e internazionale è quello che è stato delineato dall’analisi proposta da Gianfranco Tosini, Ufficio Studi siderweb, nel corso dell’ultima edizione del webinar MERCATO & DINTORNI.
Un primo elemento di criticità che salta agli occhi di tutti è stato il calo delle quotazioni, «scese del 40% rispetto ai picchi che hanno seguito lo scoppio del conflitto ucraino, mentre nel secondo trimestre 2023 rispetto al primo si è perso un 19,2%. Fortunatamente per i produttori c’è stato un calo proporzionale nelle voci di costo come rottame (-21%) ed energia (-22%), quindi c’è stata un’erosione di marginalità tutto sommato ancora contenuta. La speranza è che la domanda reale riprenda il prima possibile per cercare di ridare fiato al settore, oppure potrebbe esserci un ulteriore rischio di erosione della redditività».
Tra gli elementi che secondo Tosini stanno incidendo in maniera significativa sulla domanda ci sono le politiche di aumento dei tassi di interesse per limitare l’inflazione.
«L’incremento del costo del denaro va a scoraggiare la propensione agli investimenti, e tra questi rientrano la ricostituzione delle scorte. Fino a quando non vi saranno annunci di un cambio di trend difficilmente la domanda apparente tornerà a farsi sentire. La tendenza sarà ancora legata solo agli acquisiti al bisogno».
Lo scenario prospettico appena descritto è stato preceduto da un’attenta fotografia del comparto italiano ed europeo dell’inox in cui è emerso come il nostro Paese si trovi in controtendenza rispetto al calo della produzione e delle quote di mercato europee rispetto ad un mercato mondiale sempre più condizionato dalla Cina.
«Negli ultimi anni l’inossidabile italiano ha mostrato una resilienza superiore rispetto ad un’Ue che ha perso quasi 900mila tonnellate di produzione in sette anni e dove la quota di mercato sul totale mondo è scesa dal 17% dal 2015 al 11% del 2022. Una tendenza che ha fatto dell’Ue un importatore netto soprattutto per il compatto dei piani, con 1,63 milioni di tonnellate».
Particolarmente interessante nell’analisi di Tosini anche il confronto degli indicatori di bilancio dei tre maggiori produttori italiani: AST, Valbruna e Cogne Acciai Speciali contro tre colossi come Outokumpu, Acerinox e Aperam. Un confronto che mostra come le realtà italiane fatichino in termini di redditività rispetto ai main competitor. Inoltre, alle aziende italiane servirebbe anche una maggior patrimonializzazione.
Davide Lorenzini
8 novembre 2024
Nuova edizione del siderweb TG. #siderwebtg Credits: archivio siderweb; World Steel Association media library.
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