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Federacciai: Made in Steel essenziale per la filiera

Secondo Banzato, «in momenti complessi tali opportunità di confronto assumono un’importanza ancora maggiore»

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«In una situazione così confusa, occasioni come Made in Steel sono essenziali. Incontrarsi e confrontarsi come filiera è un elemento di valore. Per cui, in momenti complessi, opportunità come Made in Steel assumono un’importanza ancor maggiore rispetto a quando la congiuntura è positiva». Sono queste le parole con cui il presidente di Federacciai Alessandro Banzato ha descritto la Conference & Exhibition internazionale dedicata alla filiera dell’acciaio nella tavola rotonda del webinar "MADE IN STEEL - La filiera oltre i cigni neri".

Così come gli altri ospiti del confronto, Banzato ha rimarcato i punti chiave della congiuntura attuale che ha reso il 2022 ancor più complicato delle attese. «La situazione generale negativa, legata al conflitto russo-ucraino, sta coinvolgendo tutti i settori senza esclusioni – ha evidenziato l’imprenditore -. Ci siamo trovati dapprima ad affrontare una crescita dei prezzi legata a un fortissimo aumento dei costi di produzione, in particolare dell’energia. Un crescita di costi iniziata proprio in questo stesso periodo del 2021, per cui dura da quasi un anno. Ora stiamo vivendo un momento di ristorno che mi sento di poter dire fisiologico, le quotazioni avevano raggiunto livelli palesemente insostenibili nel lungo periodo. È difficile fare previsioni a lungo termine, ma anche nel breve mi permetto di ribadire che possiamo abbandonare il pessimismo. Il consumo ci sarà, pertanto mi aspetto che nei mesi estivi il mercato affronti una fase di riassestamenti e di riflessione, per poi arrivare alla ripartenza delle attività industriali a settembre con una situazione più equilibrata sia come prezzi che come domanda».

Il presidente di Federacciai, seppur mettendo al bando ogni “pessimismo”, non ha nascosto che il settore andrà incontro a profondi cambiamenti, dal momento che pandemia e conflitto ucraino rappresentano due spartiacque capaci di cambiare il mondo come lo abbiamo conosciuto fino a ora.

«I cambiamenti ci sono già e ci saranno. È innegabile. Giusto per citarne uno, la transizione green. Un cambiamento però in cui vedo anche degli elementi di preoccupazione. In questa ondata emotiva legata all’abbandono del gas russo, con il RepowerUE è stata innalzata ulteriormente verso l’alto l’asticella delle performance e degli obiettivi ambientali già sfidanti del Fit for 55, inoltre con un accorciamento dei tempi di raggiungimento. Il problema è che questa repentinità e questi obiettivi, condivisi ma veramente alti, rischiano di mettere in difficoltà nella competizione globale l’industria europea; e senza che si ottengano dei miglioramenti significativi».

Il presidente dei siderurgici italiani però non ha mancato di sottolineare i grandi sforzi fatti dall’acciaio italiano ed europeo sul fronte ambientale. «Ci tengo a ribadire che se ci giriamo indietro in termini di miglioramenti delle performance e di consolidamento del settore abbiamo già fatto un buon percorso rispetto a cos’era l’acciaio trent’anni fa. Non mi permetto di dire che abbiamo raggiunto il limite di questa evoluzione, però ritengo corretto ricordare gli sforzi fatti e quelli che stiamo ancora facendo, ad esempio sul fronte ESG. Un fronte su cui Feralpi per esempio è un benchmark, anche perché ha intrapreso questa strada ben prima di tanti altri. Dobbiamo continuare a crescere per essere pronti ad affrontare le richieste del mondo e del mercato».  

Il presidente di Federacciai ritiene complesso far ipotesi sul prossimo futuro. «È difficile valutare i possibili sviluppi macroeconomici, ma confermo che il nostro mondo abbia capacità reazione sufficiente a fronteggiare il futuro. Sono invece certo che l’acciaio italiano porterà a termine nei tempi fissati gli investimenti previsti. Sia sugli impianti sia sulla formazione dei propri collaboratori, che sono il vero cuore delle aziende».

Chiudendo indossando i panni del CEO del gruppo di cui è alla guida, Acciaierie Venete, Banzato a ha detto: «Abbiamo avuto ordini dal mondo dell'auto che hanno avuto diverse fluttuazioni, ma non sono mai mancati. Sicuramente anche l’auto sta affrontando una transizione importante; tuttavia l’acciaio resta ancora essenziale in questo comparto».

Per terminare il convegno, Banzato non ha scelto una sola parola chiave con cui descrivere Made in Steel 2023, ma piuttosto uno slogan preso in prestito da un noto film: «Back to the future».


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