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«Il mercato francese è esigente e attento al servizio»

Ecco la ricetta di competitività di Interacciai e SMA. L'intervento al webinar siderweb di Eric Mattioli

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È un’esperienza trentennale negli acciai speciali francesi quella che il direttore generale di Interacciai e SMA Eric Mattioli ha raccontato alla community di siderweb. Ospite del webinar “Francia: le possibilità oltralpe per l’acciaio made in Italy”, il manager italiano ha innanzitutto presentato la genesi dell’arrivo di Interacciai in Francia con l’acquisizione negli anni Novanta di SMA.

«L’acquisizione è stata frutto di una felice intuizione del dottor Ennio Spallanzani (parton di Interacciai, ndr) che in quegli anni decise di dare una connotazione più internazionale al nostro gruppo». Oggi la realtà italiana è inoltre presente anche in Spagna e Polonia. «In Francia siamo riusciti a far crescere l’azienda progressivamente - ha aggiunto Mattioli -, al punto che SMA è passata da un solo deposito presente all’acquisizione agli attuali cinque depositi, posizionati strategicamente nel cuore dei distretti della meccanica francese, a cui si aggiunge anche un ufficio commerciale centrale. La crescita è stata frutto di una precisa volontà della proprietà di crescere internazionalmente e di seguire sempre più da vicino i propri clienti, anche con servizi su misura, passando dall'essere un semplice fornitore a partner per i clienti».

Mattioli si è poi concentrato sulla descrizione del mercato francese che, seppur abbia tante analogie con l’Italia, conserva anche molte differenze.

«Sul mercato francese è spesso complesso restare competitivi, perché i clienti sono molto esigenti e non particolarmente fidelizzati ai fornitori a meno che non si risponda appieno alle necessità. Pertanto, bisogna sapersi costantemente adeguare alle nuove esigenze. Una delle caratteristiche tipiche di questo mercato è anche la grande dispersione che un territorio vasto come la Francia comporta. Come SMA, abbiamo quindi deciso di avere un approccio “federale” di suddivisione in zone, che rispecchia l’organizzazione che Interacciai ha in Italia. In questa maniera riusciamo a restare aderenti alle richieste dei clienti». Stabile il confronto con i competitor, che nell’arco dell’esperienza di Interacciai in Francia non sono cambiati. Si muovono inoltre seguendo su dinamiche simili a quelle presenti in Italia, anche se le aziende cercano di distinguersi maggiormente sulla base del prodotto o servizio che offrono.

Chiudendo sull’impatto del conflitto russo-ucraino sul mercato, Mattioli ha confermato che è stato molto simile sia in Italia che in Francia.

«Abbiamo notato a inizio marzo su entrambi i mercati una reazione particolarmente nervosa sulle componenti di prezzo, quali materie prime ed energia. Al punto che, se ricordiamo, diverse acciaierie hanno sospeso la produzione perché i prezzi del gas avevano raggiunto un livello non sostenibile. Queste dinamiche ci hanno portato, come nel caso dello scoppio della pandemia, a dover gestire qualcosa di inaspettato e mai visto prima, su cui non avevamo metro di paragone. Su entrambi i mercati, inoltre, abbiamo dovuto far fronte ai timori legati a uno shortage di materiale, viste le possibili interruzioni delle catene di fornitura. Questo come conseguenza ha dato origine ad aspettative di cospicui rincari, alimentando una corsa agli acquisti e una risalita vertiginosa dei prezzi per tutto marzo. Questa corsa agli acquisti ha avuto come conseguenza l’arenarsi della domanda ad aprile. Per dare una definizione completa degli effetti del conflitto bisognerà quindi tener conto della media tra questi due mesi» ha spiegato.

Sul fronte delle prospettive, Mattioli non si è sbilanciato. «Oggi tutti si auspicano una stabilizzazione della situazione in cui le dinamiche speculative possano sterilizzarsi, per tornare a operare in un regime regolato da domanda e offerta reali. Ritengo che per riuscire a raggiungere questa stabilità la filiera possa collaborare per garantire una continuità produttiva trasversale a tutti i livelli».


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